Se l’UE immagina di fermare l’invasione delle auto cinesi con i dazi, probabilmente ha fatto male i propri conti. Le case automobilistiche del Dragone, infatti, stanno incrementando le esportazioni di veicoli ibridi in Europa e progettando più modelli per questo mercato chiave. Mettendo di conseguenza a nudo i limiti del sistema tariffario per i veicoli elettrici dell’Unione Europea.
Le ultime tariffe aggiuntive emanate dalla Commissione Europea al fine di proteggere la sua industria automobilistica da un’ondata di importazioni cinesi a basso costo, infatti, non si applicano alle auto ibride. Ne consegue un effetto ben preciso: BYD e le consorelle proseguiranno la loro espansione nel vecchio continente non più con i veicoli full electric, ma con gli ibridi. Al danno, perciò, si aggiungerebbe anche la beffa: invece di avere modelli in grado di impattare in maniera significativa sulla qualità dell’aria che respiriamo, avremo veicoli che avranno un impatto maggiore in termini di emissioni. Tutto per condurre una ridicola battaglia ideologica sapendo che a pagare, in ultima analisi saranno come al solito i consumatori.
Le esportazioni di ibridi cinesi verso l’Europa aumenteranno del 20% entro la fine dell’anno
Le esportazioni di veicoli ibridi cinesi verso l’eurozona aumenteranno del 20% entro la fine del 2024, per poi acquistare ulteriore velocità nel corso del 2025. Ad affermarlo è Murtuza Ali, analista di Counterpoint Research, il quale afferma: “L’aumento è dovuto al fatto che gli OEM cinesi si stanno orientando verso i veicoli PHEV (ibridi plug-in) per eludere i nuovi dazi UE sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria (BEV) dalla Cina”.
A ciò si deve aggiungere anche il fatto che alcuni produttori stanno spostando la produzione e l’assemblaggio in Europa dei veicoli elettrici, in modo da ridurre i costi derivanti dalle tariffe doganali. Una strategia che potrebbe rendere del tutto inutile il fuoco di sbarramento prodotto dall’Unione Europea contro le auto elettriche cinesi.
I dati disponibili, sembrano evidenziare come le indagini anti-sovvenzioni sulle importazioni cinesi di veicoli elettrici, iniziate nell’ottobre 2023, e il rallentamento delle vendite di automobili in Cina dovuto alla crisi economica, hanno spinto alcune case automobilistiche a modificare la loro strategia europea. Da qui scaturisce la decisione di concentrarsi maggiormente sulle esportazioni di veicoli ibridi.
L’andamento del mercato cinese potrebbe riflettersi su quello europeo
La nuova politica inaugurata dalle case cinesi, si è tradotta in un raddoppio secco delle esportazioni di ibridi plug-in e ibridi convenzionali. Che ora rappresentano il 18% delle vendite totali di veicoli cinesi in Europa nel terzo trimestre, dal 9% collezionato nel corso del primo trimestre. Nello stesso arco temporale, è invece calata dal 62 al 58% la quota di spedizioni di EV.
Secondo gli esperti, tale tendenza potrebbe acquisire ulteriore vigore nei prossimi mesi. A favorirla il fatto che il mercato cinese sta provocando una sovraccapacità interna di auto elettriche. Ne vengono infatti prodotte il doppio di quelle che possono trovare sbocco in Europa. Di qui la necessità di puntare sugli ibridi e riversarli sul mercato europeo, ove i dazi sono comunque molto minori rispetto a quelli di Stati Uniti e Canada.
Una nuova guerra dei prezzi sugli ibridi? Non è detto
Tra le case che stanno valutando la situazione, spicca naturalmente BYD. Stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale cinese China Auto News, l’azienda starebbe valutando la possibilità di produrre veicoli elettrici e ibridi nel suo stabilimento ungherese.
Sul tema si è pronunciato anche Yale Zhang, amministratore delegato di Automotive Foresight, affermando: “Il segmento potrebbe registrare maggiori potenziali di crescita con le case automobilistiche cinesi che porteranno in Europa opzioni più convenienti, attraenti per i consumatori attenti ai costi”.
Naturalmente, una delle conseguenze dell’aumento delle esportazioni dalla Cina potrebbe tradursi in un’intensa concorrenza sui prezzi nel mercato europeo dei veicoli ibridi. Alcuni esperti, però, sono propensi a credere che la politica commerciale delle aziende cinesi sarà in questo caso meno aggressiva. Il timore è infatti quello di spingere l’UE a dare vita ad un’altra tornata di dazi. Un esempio in tal senso è fornito dallo stesso Zhang: “Se BYD portasse la Qin Plus in Europa al prezzo di 20.000 euro, sono sicuro che scatenerebbe un altro terremoto”. Che, però, le aziende cinesi non vogliono.