L’auto è sempre più cara in Italia, sfondata la soglia psicologica per il prezzo medio

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Ad affermarlo è un rapporto di Fleet&Mobility, basato sui dati forniti da DataForce
Concessionaria auto

Se l’Unione Europea pensa di favorire la diffusione delle auto elettriche provocando forti rincari di quelle che costano di meno, ovvero le cinesi, probabilmente dovrebbe iniziare a studiare la reale situazione del mercato automobilistico.

Basta infatti dare un rapido sguardo ai prezzi che caratterizzano quello continentale, per notare la loro sempre più accentuata dinamica al rialzo. Una dinamica che, di conseguenza, sta tagliando fuori un gran numero di consumatori, quelli che fanno riferimento alle classi popolari naturalmente, dalla possibilità di avere modelli nuovi, se non andando a intaccare in maniera molto pesante i bilanci domestici. A confermare l’assunto è un rapporto del Centro Studi Fleet&Mobility, elaborato prendendo come base i dati delle immatricolazioni forniti da DataForce. Andiamo quindi a vedere più da vicino cosa emerge dall’analisi in questione.

Prezzi record per le auto, in Italia

I prezzi delle autovetture hanno raggiunto livelli da record, nel nostro Paese. Nel corso del 2024, infatti, le famiglie e le imprese italiane hanno speso più di 47 miliardi di euro per immatricolare nuove vetture. Un importo che non era mai stato registrato in precedenza.

Prezzi auto in aumento

Secondo le prime stime del Centro Studi Fleet&Mobility, che sono state elaborate sulla base dei dati ufficiali delle immatricolazioni fornite da DataForce e realizzate grazie al supporto di EVO e di Texa-TMD, l’importo totale sborsato dai nostri connazionali ha fatto registrare un aumento del 3% rispetto al 2023. E lo ha fatto nonostante la flessione di un punto percentuale fatta registrare dai volumi complessivi, i quali si sono attestati a quota 1.576.000 unità.

Naturalmente, l’aumento della spesa è da collegare al nuovo rincaro dei prezzi unitari, i quali sono arrivati ad una media pari a 30mila euro. In pratica un migliaio di euro in più rispetto all’anno precedente. Una dinamica che rischia di proseguire e rafforzarsi nel corso del 2025, considerata la fiammata inflattiva ancora in atto e le improvvide decisioni dell’Unione Europea sulle auto elettriche cinesi.

A cosa è dovuto il boom dei prezzi?

A spiegare i motivi alla base di questo boom dei prezzi è stato il Centro Studi Fleet&Mobility. In pratica, a causarlo sarebbero in parte l’aumento dei listini e per il restante il maggior numero di acquisti dei privati. Il crollo del noleggio a lungo termine, che è stato compensato soltanto in parte da più km 0 e maggiori acquisti del rent-a-car, si è infatti tramutato nella mancanza di immatricolazioni accompagnate da sconti molto forti, dando luogo ad un mix spostato sui segmenti medio-alti.

Sembra quindi smentito il mantra che le case hanno continuato a recitare nel corso del 2024, relativo alla mancanza di ricettività del mercato. Come affermato da Pier Luigi Del Viscovo, direttore del Centro Studi Fleet&Mobility, gli italiani non hanno mai destinato risorse così imponenti all’acquisto di auto nuove. Un segno assolutamente evidente sulla presenza di risposta del mercato.

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Il problema vero, semmai, è che lo stesso sta diventando molto meno popolare rispetto al passato. Un prezzo medio così alto, che continua a rincarare invece di abbassarsi, ha larghe conseguenze che potrebbero incidere notevolmente sul mercato stesso. Se si mette in relazione la dinamica dei prezzi con quello degli stipendi, che non riescono a reggere di fronte alla fiammata inflattiva ancora in atto, non può conseguirne che un fatto ben preciso: le famiglie tengono più a lungo la propria auto. E non poche di loro, dovendola sostituire, si orienteranno verso modelli di seconda mano. Rendendo di fatto un’utopia pensare che l’industria automobilistica possa tornare ai livelli pre-Covid, almeno per quanto concerne i volumi.

A rimetterci, potrebbe essere la diffusione delle auto elettriche. Il loro mercato, infatti, è sempre più frenato da prezzi proibitivi. Che dovrebbero addirittura crescere nell’immediato futuro, per effetto dei dazi imposti dalla Commissione Europea sulle auto a zero emissioni cinesi. Troppo modici i loro prezzi, a detta dei burocrati di Bruxelles.

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