La scelta dell’Unione Europea di imporre dazi fino al 45% sulle auto elettriche cinesi non è stata presa molto bene da diverse case automobilistiche, specialmente le tedesche che in Cina hanno molto mercato. La stessa scelta è stata presa dagli Stati Uniti, con dazi al 100% per le auto elettriche provenienti dall’Oriente. Il pensiero comune è che l’introduzione dei dazi è vantaggiosa per il mercato automobilistico, peccato però che non è così. Ad avere la peggio, oltre ai produttori automobilistici, saranno soprattutto i consumatori.
Auto elettriche, il costo elevato in Europa è causato dai dazi
Secondo S&P Global, il prezzo medio di un’auto elettrica negli Stati Uniti e in Europa ha raggiunto quest’anno i 60.000 dollari (poco meno di 55.000 euro). Tuttavia, invece di migliorare, la situazione peggiora ancor di più, considerando che l’anno scorso la media era di 50.000 dollari (circa 45.000 euro). Dunque, nonostante i costi di produzione siano sempre più in calo, i prezzi per chi desidera acquistare un’auto elettrica aumentano.
Allo stesso tempo, in Cina il prezzo medio di un veicolo elettrico è sceso a 30.000 dollari nel 2024, ovvero poco più di 27.000 euro. Questo spiega il successo delle auto elettriche in Cina, che per la prima volta hanno raggiunto 1 milione di unità vendute, mentre Europa e Stati Uniti continuano a faticare.
Le esportazioni di auto elettriche cinesi e ibride plug-in sono cresciute del 78%, ovvero circa 1,2 milioni di unità nel 2023. In risposta a questa tendenza, alla fine di settembre, gli Stati Uniti hanno aumentato i dazi sui veicoli elettrici prodotti in Cina dal 25% al 100%. Inoltre, l’incentivo di 7.500 dollari per l’acquisto di un’auto elettrica è stato subordinato al non avere componenti provenienti dalla Cina. In Europa, Bruxelles ha imposto dazi in seguito all’indagine sui presunti “aiuti illegali” del governo cinese ai suoi marchi. Ma poiché la Cina ha essenzialmente il monopolio delle batterie LFP (litio-ferro-fosfato), che sono l’opzione più economica, queste misure ora si traducono in prezzi più alti per i consumatori in Europa e negli Stati Uniti.
Di conseguenza, l’effetto è il rallentamento del mercato automobilistico. Il risultato è che i produttori in Europa e negli Stati Uniti hanno più problemi a vendere le loro attuali auto elettriche, dovendo fare offerte per riuscire a smaltire le scorte che continuano ad aumentare, riducendo i loro investimenti per risparmiare sui costi e tagliare posti di lavoro. Un esempio è quello di Volkswagen, che rischia di chiudere due stabilimenti in Germania e tagliare migliaia di posti di lavoro.
In questo modo, la differenza tra il mercato delle auto elettriche europeo e statunitense, rispetto a quello cinese, non farà altro che crescere. Poiché la transizione all’elettrico appare inevitabile, con l’entrata in vigore di nuove normative sempre più severe, come quella sulle emissioni di CO2 in Europa dal 2025, il mercato rischia di collassare, stendendo il tappeto rosso alla Cina. E, in tutto questo, a pagarne il prezzo più alto sono sempre lavoratori, che rischiano di perdere il posto, e consumatori, che dovranno sborsare di più.