Le auto elettriche sono considerate dall’Unione Europea una sorta di totem. Tanto da affidare loro il compito di sconfiggere l’inquinamento, senza considerare strade alternative e soprattutto dando vita ad una roadmap che minaccia di trasformarsi in una Caporetto per l’industria automobilistica continentale.
Una Caporetto che, peraltro, rischia di rivelarsi assolutamente beffarda. A evidenziare questo rischio è uno studio condotto in collaborazione dalle università di Auckland (Nuova Zelanda) e Xiamen (Cina). Dal quale si evidenzia come gli EV rischino di inquinare l’ambiente più dei veicoli termici. Andiamo quindi a cercare di capire meglio il risultato cui sono approdati i ricercatori interessati.
L’auto elettrica inquina meno delle auto termiche? Non è assolutamente detto
Lo studio approfondito condotto dalle due università è andato a focalizzare la propria attenzione sull’impatto che possono avere le emissioni di CO2 dei veicoli alimentati a batteria. Scoprendo, in definitiva, che possono dare luogo a risultati molto eterogenei e in alcuni casi sorprendenti.

In molti casi, infatti, non evidenziano una riduzione significativa della presenza di anidride carbonica nell’aria. Ovvero ciò che ha spinto molte istituzioni a puntare con forza sulla diffusione massiccia di EV, in vista di un nuovo modello di mobilità più sostenibile a livello ambientale.
Un risultato derivante proprio dall’approccio utilizzato dai ricercatori. Il loro studio, infatti, è andato a puntare l’obiettivo sulla fonte di energia utilizzata dai veicoli. Com’è noto, infatti, in molti Paesi il livello di energia proveniente da fonti rinnovabili è ancora limitato. In particolare in quelli ove a produrre energia elettrica sono centrali a carbone e fossili e in cui i gas restano superiori rispetto alla soglia prevista.
A cosa è dovuta, la conclusione della ricerca?
La conclusione dello studio congiunto, deriva la sua conclusione da un semplice dato di fatto: rispetto ai motori a combustione, l’intero ciclo di produzione e di circolazione successiva delle vetture elettriche necessita di una quantità maggiore di energia.
E proprio in conseguenza di ciò, la diffusione sempre maggiore dell’auto elettrica non fornisce un contributo alla decarbonizzazione, ma starebbe ostacolando tale processo. Questo, almeno sino a quando non sarà ultimato un intervento sulle reti elettriche, facendo in modo che utilizzino fonti totalmente rinnovabili.
Al momento, infatti, esistono ancora troppe centrali a carbone o che utilizzano derivati del petrolio. Affermare che il problema delle emissioni di CO2 esista in quanto prodotto dei gas di scarico delle auto alimentati da motori a combustione, non ha quindi molto senso.
I dati della ricerca arrivano da 26 Paesi
Per giungere a queste conclusioni, gli studiosi hanno messo sotto esame i dati provenienti da 26 Paesi e riferiti ad un quindicennio. Un approccio statistico quindi approfondito, grazie al quale è stato possibile constatare che l’aumento del numero di veicoli elettrici ha in pratica portato ad un aumento delle emissioni di anidride carbonica.
Con un ulteriore corollario: le sovvenzioni governative a sostegno dell’auto elettrica, nei Paesi ove il problema relativo alle fonti non sarà stato risolto, sfoceranno in un aumento del rischio ambientale. La maggior presenza di EV e la crescita dell’infrastruttura di ricarica, in questi Paesi, si tradurrà in un aumento del rischio ambientale. A determinarlo il maggiore fabbisogno energetico collegato all’aumento di strutture termoelettriche a combustione.
A spiegare il tutto è stato Simon Tao, dottorando all’interno del Business School’s Energy Centre dell’Università di Auckland. Queste le parole da lui utilizzate, al proposito: “L’adozione dei veicoli elettrici, a livello globale, non ha portato a una significativa riduzione delle emissioni di CO2. Anzi, è risultata positivamente associata a un loro aumento. Questo risultato sfida l’idea comune secondo cui le auto elettriche aiutino automaticamente la decarbonizzazione.”
Occorre ripulire le reti energetiche nazionali, per non vanificare i benefici dell’auto elettrica
In numerosi paesi l’energia elettrica utilizzata per la ricarica degli EV viene ancora generata utilizzando combustibili fossili. Ne consegue che considerando l’intero ciclo di vita, ovvero dalla produzione sino allo smaltimento, le auto elettriche inquinano più delle omologhe tradizionali.
Una tesi che del resto non è nuova, ma che lo studio congiunto va a riproporre con la forza dei dati reali. Tanto da spingere il professore associato Stephen Poletti, a stilare una conclusione ben precisa: se si intende trarre un reale vantaggio in termini ambientali, dai veicoli elettrici, occorre procedere ad un passo preliminare: ripulire la rete elettrica nazionale.

Non è difficile capire il motivo di questa asserzione: un’auto elettrica che procede alla ricarica utilizzando energia prodotta da centrali a carbone, fornisce un contributo, anche se indiretto, a emissioni più alte ove sia messo a confronto con quelle collegate ad un moderno veicolo a benzina o diesel. Invece di procedere come un rullo compressore travolgendo qualsiasi ostacolo, il versante istituzionale dovrebbe prendere atto di questa contraddizione.
Auto elettriche: per ridurre le emissioni nocive necessitano di una quota globale di energia elettrica pari al 48%
Lo studio in questione, peraltro, non si limita a constatare le contraddizioni di un processo di elettrificazione della mobilità condotto come viene fatto al momento, senza tenere conto di fattori decisivi per la sua riuscita.
Anzi, i ricercatori vanno anche a sottolineare un fatto assolutamente decisivo: soltanto una volta che la quota globale di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili avrà superato la soglia del 48%, la diffusione di EV a livello globale sarà in grado di dare luogo ad una significativa delle emissioni di anidride carbonica.
Se si considera che al 2023 tale dato si attestava intorno al 30% o poco più, il cammino da compiere è ancora molto lungo. E rischia di essere anche molto accidentato, considerata la sottovalutazione della necessità di incrementare le fonti di energia rinnovabile.
Il caso della Nuova Zelanda
Se il dato mondiale è ancora insufficiente alla creazione delle basi ideali per consentire alle auto elettriche di dare un reale sostegno alla decarbonizzazione, per quanto concerne la Nuova Zelanda la realtà è assolutamente diversa.

Nel suo caso, infatti, più dell’80% dell’energia elettrica disponibile viene generato con il concorso di fonti rinnovabili. In particolare sono idroelettrico, eolico e solare a fornire un apporto decisivo in tal senso. In tal modo, il Paese è in grado di trarre effettivo beneficio dall’utilizzo di veicoli a zero emissioni .
E proprio tale dato, permette a Poletti di affermare: “Questo studio dimostra che non si può affrontare la decarbonizzazione del settore dei trasporti isolatamente. Le auto elettriche sono ecologiche solo quanto l’energia con cui vengono alimentate.”
Mentre Tao, dal canto suo, aggiunge: “L’adozione dei veicoli elettrici può contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici, ma solo se accompagnata da una decisa transizione verso un’energia realmente pulita.” Occorre ora capire se la politica recepirà il messaggio, o deciderà invece di proseguire la sua crociata. Che in tal modo rischia però di rivelarsi sterile.