Ormai i timori relativi agli incendi, sempre più frequenti, delle auto elettriche stanno letteralmente dilagando. Tanto da far riflettere anche i possibili acquirenti, considerati i pericoli ad essi collegati. Se è vero che, come recitano le statistiche, le auto elettriche possono prendere fuoco con una probabilità molto più bassa dei modelli endotermici, quando si verifica un episodio di questo genere non manca grande clamore mediatico. Come è successo, in particolare per un vero e proprio disastro accaduto in Corea del Sud nel corso dell’ultima estate. Ora, però, LG Chem afferma di aver finalmente trovato una soluzione al problema.
LG Chem afferma di aver risolto il problema degli incendi alle batterie delle auto elettriche
Gli incendi alle auto elettriche stanno preoccupando non poco l’opinione pubblica. Se, come abbiamo ricordato, eventi di questo genere sono più rari rispetto a quelli delle auto termiche, quando se ne verifica uno il disastro è sempre dietro l’angolo. Anche perché spegnere un’auto elettrica in fiamme comporta molto più tempo e lavoro.
Il Thermal Runaway, questo il termine con cui è indicato il fenomeno, traducibile in italiano con “fuga termica”, è quindi stato preso in carico dalle aziende che producono gli alimentatori. Come è del resto logico, trattandosi del loro business.
E proprio una di esse, LG Chem, afferma di aver trovato finalmente una soluzione in grado di rendere gli accumulatori più sicuri e, per tale via, porre fine ai rischi di incendio delle batterie e alla vera e propria psicosi che sta montando.
L’azienda coreana, ha infatti, annunciato che il suo team di ricerca e sviluppo è riuscito a sviluppare “Safety Reinforced Layer” (SRL), nell’ambito di una collaborazione instaurata con il team del Professor Lee Minah del Dipartimento di Ingegneria delle Batterie del POSTECH. Di cosa si tratta? Già il nome dato alla soluzione, traducibile in italiano con “strato rinforzato di sicurezza”, fa capire che siamo in presenza di uno speciale materiale sensibile alla temperatura. Quindi espressamente concepito per impedire la fuga termica.
Il Thermal Runaway si avvia ad essere un ricordo?
Il fenomeno della fuga termica si presenta denso di pericoli. Ove si venga a verificare il caso di un danneggiamento o di un cortocircuito, infatti, si può tradurre in un aumento incontrollato della temperatura. E, con suo propagarsi alle celle vicine, può infine sfociare in un principio d’incendio, sino all’ipotesi peggiore, l’esplosione della batteria.
LG Chem afferma dal canto suo di essere riuscita a sviluppare un materiale che potrebbe dare finalmente la soluzione al problema in questione. La cosa che desta maggior interesse è che in questo caso non siamo di fronte ad una soluzione grezza, quindi futuribile. L’azienda asiatica, infatti, sostiene di essere in grado di tradurla dal punto di vista produttivo in una soluzione di massa, in un lasso di tempo ristretto.
Tanto da rilasciare le seguenti parole: “Miglioreremo le tecnologie di sicurezza in modo che i clienti possano utilizzare i veicoli elettrici con sicurezza e rafforzeremo ulteriormente la nostra competitività nel mercato delle batterie.”
Come funziona la soluzione di LG Chem?
Per quanto concerne il funzionamento, le indiscrezioni sinora trapelate concordano sulla realizzazione di uno strato di sicurezza il cui spessore si attesta ad un solo micrometro. Posizionato tra il catodo e il collettore di corrente, nel caso in cui la temperatura della batteria aumenta tra i 90 e i 130 gradi si attiva reagendo al calore e alterando la sua struttura molecolare in modo da sopprimere il flusso di corrente.
Altra caratteristica di questo materiale sensibile alla temperatura è l’estrema flessibilità. Nel caso in cui la temperatura della batteria si abbassa, rientrando in un valore normale, consente alla corrente di tornare a fluire. LG Chem afferma che la sua efficacia nella prevenzione degli incendi si estrinseca bloccando rapidamente il percorso di reazione proprio nella fase iniziale del surriscaldamento.
Estremamente sensibile alla temperatura, la sua resistenza elettrica cresce di 5.000 ohm (Ω) in corrispondenza di ogni aumento di 1 °C della temperatura. La resistenza massima del materiale è poi oltre mille volte superiore rispetto alle temperature normali. E, ancora, garantisce reversibilità, ovvero diminuzione della resistenza e il ritorno allo stato originale.
In fase di test i risultati sono stati confortanti
Da LG Chem si afferma anche che i risultati della sperimentazione hanno fornito esiti confortanti. I test condotti, di impatto e penetrazione delle batterie, si sono conclusi positivamente. E, soprattutto, è sempre stato possibile evitare incendi e soffocare le fiamme non appena queste si sono manifestate.
Tra i test di penetrazione in questione quello in cui sono state adottate batterie LCO (ossido di litio e cobalto), che ha visto l’impiego di un chiodo al fine di perforare la batteria. Mentre in quello di impatto sulle batterie NCM (nichel-cobalto-manganese), è stato fatto cadere su di esse un peso di 10 chilogrammi. Se nel primo caso gli alimentatori non hanno mai preso fuoco, nel secondo tutti gli accumulatori standard hanno preso fuoco. Al contrario, il 70% delle batterie dotate del nuovo materiale non ha avuto problemi in tal senso. Mentre il restante 30% è stato interessato da un principio d’incendio, seguito dallo spegnimento delle fiamme nell’arco di pochi secondi.
Ora i test si sposteranno sugli alimentatori destinati ai veicoli di grande capacità e dureranno sino al prossimo anno. Ove andassero a buon fine, il loro esordio sul mercato sarebbe molto vicino.