Luca de Meo: sono le auto piccole e compatte la soluzione al problema della mobilità

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La ricetta del numero uno di Renault sono state espresse durante un’intervista al Sole 24 Ore
Fiat 500

Secondo Luca de Meo, amministratore delegato di Renault, la soluzione al problema dei trasporti passa dall’adozione di auto piccole e compatte. Anche nel caso di auto ecologiche, leggasi elettriche, queste sono le caratteristiche da adottare per dare una risposta in termini di minore inquinamento. Una riflessione interessante, in un momento in cui questo segmento di mercato non sembra particolarmente nelle corde delle case costruttrici.

Le parole del numero uno del marchio francese sono state affidate al Sole 24 Ore e vanno a riproporre un suo vecchio cavallo di battaglia. Una soluzione che sembra al momento fuori dagli obiettivi produttivi di un gran numero di case, ma che secondo Luca de Meo sarebbe il caso di prendere in considerazione. Anche perché altrimenti sarà complicato respingere l’assalto cinese.

Luca de Meo: occorre ripartire dalla lezione di Henry Ford

Nella sua disamina affidata al giornale di Confindustria, il massimo dirigente di Renault è partito ricordando come le auto più piccole abbiano dovuto pagare un dazio salato alle varie tornate di leggi tese a regolare il settore automobilistico.

Kia Rio

Queste le sue parole al riguardo: “Il segmento delle piccole è stato il più tartassato dalle regolamentazioni, tanto da rendere molto difficile per noi produrre dei veicoli compatti in maniera redditizia. L’offerta e il segmento si riduce, il prezzo di ingresso al mercato del nuovo è aumentato del 60% in dieci anni. Questo fenomeno spiega in buona parte la delocalizzazione delle nostre fabbriche nel sud del Mediterraneo e nell’est dell’Europa, e spiega anche perché la Francia, l’Italia e la Spagna, un tempo grandi produttori di automobili, si sono svuotate”.

De Meo ha quindi voluto ricordare le parole di Henry Ford a corollario del lancio della Ford T, considerata la prima automobile di massa prodotta a livello mondiale: “C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una tecnologia sono per tutti. Lo diceva mentre riusciva, grazie ai profitti, a pagare i suoi dipendenti fino a tre o quattro volte più di quello che potevano fare i suoi concorrenti, che diventavano i suoi primi clienti. Una grande lezione, di grande attualità”.

Purtroppo ricordata da pochi, se si pensa a quanto sta accadendo in un gran numero di fabbriche sparse lungo il continente europeo, ove le crisi del mercato sono spesso risolte a colpi di ammortizzatori sociali e licenziamenti di massa. Basta in effetti vedere quanto sta accadendo in Volkswagen e Stellantis, ma non solo, per capire come la lezione di Henry Ford non sia più considerata d’attualità, in una contesa che prevede l’abbattimento dei costi di produzione in ogni modo. Con i lavoratori chiamati a pagare buona parte del conto e colpe non loro.

Il ringraziamento a Mario Draghi

Luca De Meo ha poi voluto ringraziare Mario Draghi, per le idee esposte che sono state esposte dall’ex premier all’interno del suo rapporto sulla competitività redatto per l’Unione Europea. In particolare, per quella relativa alla stretta collaborazione tra scienza, regolatori e aziende al fine di stabilire standard tecnologici europei su cui lavorare e incentivare forme di collaborazione intra e intersettoriali.

Fiat Panda

Secondo il CEO di Renault, infatti, questo genere di sinergia potrebbe avere un impatto particolarmente significativo sul settore automobilistico e consentire un guadagno in termini di velocità e scala, oltre ad una sensibile riduzione in termini di costi.

Anche il tema delle collaborazioni, come quello delle auto di piccole dimensioni, era del resto già stato oggetto di una sua riflessione, contenuta nella sua lettera all’Europa, pubblicata nella passata primavera. In quella occasione Luca de Meo aveva chiesto gioco di squadra tra nazioni, settori e imprese, più investimenti in innovazione, una strategia industriale e una semplificazione delle normative per consentire al settore di affrontare le sfide del futuro. Temi che sono riecheggiati nel rapporto di Draghi, tanto da trovarlo ora tra i suoi maggiori sostenitori.

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