La Malesia ha deciso di darsi obiettivi ambiziosi, in tema di mobilità sostenibile. I piani stilati al proposito, infatti, indicano nel 20% il dato relativo alle vendite di veicoli elettrici e ibridi nuovi entro entro il 2030, un dato che dovrà poi salire al 50% entro il 2040 e all’80% entro il 2050. A stabilire tali obiettivi è stato il ministro degli investimenti, del commercio e dell’industria Tengku Datuk Seri Zafrul Abdul Aziz.
Ancora lui ha poi affermato che la Malesia ha un vantaggio competitivo per poter attrarre investimenti di alto valore, ovvero l’aver sviluppato un ecosistema completo per le industrie dei veicoli elettrici e di prossima generazione (NxGV, il termine utilizzato dal governo per i veicoli elettrificati).
Nel corso dell’evento E-Mobility Asia 2023, lanciato questa settimana, ha affermato al proposito: “Per definire correttamente i fondamenti del nostro ecosistema NxGV, stiamo costruendo diligentemente le infrastrutture necessarie per raggiungere il nostro obiettivo di far sì che veicoli elettrici e ibridi rappresentino il 20% delle vendite di nuove auto entro il 2030; 50% entro il 2040 e 80% entro il 2050”. Le dichiarazioni in oggetto sono state riportate da Bernama.
Malesia e auto elettriche
Lo stesso Zafrul ha poi affermato che il governo locale ha deciso di imprimere una forte svolta politica nei confronti delle auto elettriche. Nel corso degli ultimi 50 anni, peraltro, il Paese asiatico ha incentivato lo sviluppo di un fiorente settore elettrico ed elettronico (E&E), principalmente nei semiconduttori. Un dato di non poco conto, considerato come la recente carenza degli stessi indotta dal Covid ha influenzato notevolmente l’industria automobilistica di ogni parte del globo.
Ha poi sottolineato come al momento la Malesia rappresenti il 7% del commercio mondiale di semiconduttori e il 13% del mercato globale dei test e dell’imballaggio dei chip. Si tratta in effetti di dati ragguardevoli, se paragonati alla grandezza del Paese. Dati che spiegano la decisione del MITI e della sua agenzia MIDA (Malaysian Investment Development Authority) di spingere con grande forza in direzione di maggiori investimenti nei semiconduttori.
L’obiettivo che si propone la Malesia è di fare del settore E&E la base ottimale per un buon posizionamento del Paese nel mercato delle auto elettriche all’interno dell’ASEAN. Un mercato che secondo le stime dovrebbe raggiungere i 2,7 miliardi di dollari entro il 2027, con una sensibile crescita rispetto ai 500 milioni conseguiti nel corso del 2021.
Tesla e altre case guardano con crescente interesse al Paese asiatico
Proprio i vantaggi derivanti dalla presenza di un ecosistema di questo genere hanno fatto della Malesia una destinazione estremamente attraente nella regione per tutti gli investitori di veicoli elettrici. Sempre Zafrul ha infatti aggiunto, al proposito: “Questi sono fattori convincenti che spingono grandi nomi come Tesla ad annunciare il proprio ingresso nel paese, unendosi ai produttori automobilistici globali come Geely, Chery e BYD dalla Cina, Hyundai dalla Corea del Sud, così come Mercedes Benz e BMW dall’Europa, che sono già nel mercato malese.”
Per poi aggiungere: “Non vediamo l’ora di accogliere in Malesia sempre più investitori multinazionali nel settore dei veicoli elettrici, NxGV e delle energie rinnovabili (RE) per diventare nostri partner di crescita nello sviluppo di una forte catena di fornitura di veicoli elettrici malese per soddisfare le esigenze del mercato regionale e globale. A tal fine, speriamo anche di collaborare con i nostri vicini dell’ASEAN – siano essi Tailandia, Vietnam, Singapore, Filippine o Indonesia – per integrare i reciproci punti di forza in modo da poter trarre vantaggio dalle catene di approvvigionamento che si sono spostate direttamente alle nostre porte”.
La necessità di mercati sempre più aperti alla mobilità sostenibile
La Malesia e, in generale, il sud-est asiatico, rappresenta un territorio che potrebbe dare modo ai produttori di auto elettriche di avere un mercato accogliente su cui riversare i propri veicoli, soprattutto in momenti in cui il ciclo economico rende difficile la competizione sui mercati maturi.
Basta in effetti dare uno sguardo a quanto sta accadendo in Thailandia, Paese che si propone come la Detroit asiatica, per capire come questa parte del globo potrebbe rivelarsi una notevole valvola di sfogo per i grandi gruppi in cerca di mercati in grado di accoglierne i prodotti ed evitare l’accumulo di modelli sui piazzali di vendita.
Il governo locale, stando ad un recente report di Bloomberg, si è infatti dato a sua volta un obiettivo di grande rilievo: attirare nel corso del prossimo quadriennio investimenti per un trilione di bath, ovvero circa 28 milioni di dollari. Il sud-est asiatico, quindi, potrebbe presto assumere un ruolo di rilievo all’interno delle strategie di vendita delle case automobilistiche.
Un dato di cui dovranno tenere conto anche i governi europei, che dovranno impedire il dirottamento di investimenti da parte delle proprie aziende automotive nel corso dei prossimi anni. Se l’Inflaction Reduction Act di Biden ha già iniziato a dare i suoi frutti in tal senso, anche il sud-est asiatico potrebbe scegliere la stessa strada per attrarre le aziende del settore.