Matteo Salvini al Salone di Torino: il bando ai motori termici del 2035 è un suicidio senza senso

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Un suicidio: così Matteo Salvini definisce il bando ai motori termici previsti per il 2035, al salone dell’auto di Torino
Matteo Salvini

La Lega sembra decisa a riconquistarsi uno spazio largamente perduto nel corso degli ultimi mesi. Per farlo punta forte sull’automotive, sperando probabilmente di capitalizzare i tanti problemi, a partire da quelli occupazionali, che si stanno affollando sull’agenda politica a causa dell’oltranzismo ambientalista dell’Unione Europea.

A farlo capire sono le parole rilasciate dal leader del partito, Matteo Salvini, nel corso del Salone dell’Auto di Torino, la kermesse di settore che anche quest’anno si svolge sotto la Mole. Dichiarazioni che fanno presagire l’imminenza di uno scontro tra il governo italiano e la Commissione Europea. Uno scontro al quale, però, l’esecutivo si presenta non proprio nel pieno delle proprie forze.

Matteo Salvini contro il bando ai motori termici del 2035

“Mettere fuori legge le auto a combustione interna fra 10 anni è un suicidio economico, sociale, industriale e ambientale senza alcun senso”: parole e spartito di Matteo Salvini. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti le ha pronunciate nel corso della visita al salone dell’auto in fase di svolgimento a Torino.

Matteo Salvini

Il vicepremier sembra quindi intenzionato a cavalcare un tema che sembra però ormai ridotto ad una bandiera da sventolare sia da parte degli oltranzisti dell’ambiente che di coloro i quali affermano di opporsi ad una visione ideologica dei tanti problemi connessi al mutamento climatico.

Lo stesso Salvini ha poi rilanciato, affermando: “Nella prossima settimana sarò a Budapest coi colleghi europei per far prevalere il buon senso sull’ideologia, perché neutralità tecnologica vuol dire che chi vuole comprare un’auto elettrica potrà comunque farlo da qui a 30 anni”. Per poi proporre come alternativa i biocarburanti assolutamente sostenibili.

Già il consesso, però, rischia di depotenziare le roboanti dichiarazioni del leader leghista. Ad oggi, all’incontro di Budapest è assicurata la presenza di soli 8 ministri su 27. Proprio le assenze sono quindi destinate a far risaltare l’assoluta inconsistenza politica di un vecchio continente che, tra una battaglia ideologica e l’altra, rischia di rivelarsi un contenitore assolutamente vuoto.

Anticipare dal 2026 al 2025 la clausola di revisione dell’addio ai motori termici

L’incontro con gli omologhi degli altri Stati membri, o meglio di chi sarà presente, dovrebbe rappresentare l’occasione per illustrare la proposta del Governo italiano, la richiesta all’Unione europea di anticipare dal 2026 al 2025 la clausola di revisione dell’addio ai veicoli a combustione. Una clausola del resto prevista dalle stesse Istituzioni UE durante l’approvazione del bando al termico.

Ad accompagnare Salvini per l’occasione, sarà il responsabile delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Anche lui deciso a riconquistare uno spazio che tende a restringersi sempre di più, come dimostra la decisa contrarietà all’ipotesi di una vicepresidenza esecutiva UE a Raffaele Fitto.

Il leader leghista, comunque, non sembra darsene per inteso. Tanto da affermare: “L’obiettivo è portare avanti la tutela dell’ambiente e quella dei 14 milioni di posti di lavoro che ruotano intorno all’auto in Europa. Da ministro dei Trasporti sto cercando da due anni un equilibrio fra il diritto alla mobilità dolce per chi ama andare in bici o monopattino (e che col nuovo Codice della Strada guiderà con casco, targa e assicurazione obbligatori), e chi usa l’auto non solo per diletto, ma anche per lavoro. In altri ambienti, chi vuole espellere l’auto dalla città danneggia milioni di lavoratori”.

Il momento complicato dell’automotive

L’iniziativa del governo italiano arriva in un momento molto complicato per la transizione energetica. Le vendite in calo si stanno riflettendo anche su Stellantis, che ha dovuto sospendere la produzione della 500 elettrica per non meno di un mese. E mentre Mirafiori sembra sull’orlo del disastro, denunciato dalla FIOM.

Di fronte all’ipotesi di una chiusura per il simbolo dell’industrializzazione tricolore e di una cassa integrazione dispensata in dosi massicce, Salvini sembra aver individuato il responsabile di tutto: l’auto elettrica. Tanto da affannarsi a spiegare: “I problemi a Mirafiori, come in mezza Europa, derivano dal fatto che non tutti i consumatori possono permettersi di spendere decine di migliaia di euro per un’auto elettrica”.

bando motori termici

Magari sarebbe il caso di domandarsi il motivo per il quale le famiglie italiane non possono permettersi di spendere soldi per un’auto elettrica, senza mettere a pericolo di un dissesto il bilancio familiare. Invece il governo italiano sembra pronto a ingaggiare una battaglia, anch’essa ideologica, al pari di quella intrapresa dagli ambientalisti, per riaffermare il suo no al bando dei motori termici, nel 2035.

Cinesi in italia? Meglio di no…

Infine, il vicepremier ha voluto affermare la sua preoccupazione per le vicende di Stellantis. Queste le parole rilasciate al proposito: “Il futuro di Stellantis? Dovreste chiedere ai proprietari, per capire come sono stati utilizzati i miliardi di euro da finanziamenti pubblici di questi anni”. Magari bisognerebbe anche chiedere ai governanti che quei soldi li hanno concessi senza farsi rilasciare garanzie adeguate sul mantenimento dei posti di lavoro e su tutto il resto.

Infine, il tema relativo al possibile arrivo di Dongfeng in Italia. Sul quale Salvini non ha mancato di confermare il suo approccio esclusivamente ideologico alla tematica. Il leader leghista ha infatti affermato: “Se ne occupa il ministro Urso. Io sono per il libero mercato, ma rifiuto di essere una colonia cinese. Un nuovo costruttore aumenterebbe i posti di lavoro? A me interessa salvare le fabbriche, ma tutelando il made in Italy. Vorrei che i nostri figli non vedessero solo il made in China.” Resta solo da capire come mai analoghe parole non siano state usate quando una miriade di marchi tricolori sono caduti nelle mani di aziende occidentali…

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