Il mercato auto italiano ha fatto registrare nel mese di agosto una flessione pari al 13,4%. Un dato su cui pesa in particolare il crollo delle auto elettriche, che senza incentivi non si vendono. Tale da comportare una profonda riflessione da parte della politica e consigliare, in particolare, a mettere da parte le crociate ideologiche. Soprattutto in un momento in cui un gran numero di posti di lavoro sono messi in forse dall’incapacità di creare le premesse per un mercato in grado di favorire la transizione energetica senza travolgere tutto il resto dell’automotive.
Mercato auto, in Italia ad agosto è stato un vero e proprio crollo
Ormai è sempre più evidente come le macchine elettriche siano destinate a restare invendute, senza il sostegno degli incentivi statali. Se ne vendono sempre meno e le mancate vendite rischiano di affossare quei costruttori che pure hanno effettuato ingenti investimenti in direzione della mobilità sostenibile.
Il dato relativo al mercato italiano ad agosto è abbastanza indicativo, in tal senso. La flessione è infatti stata nell’ordine del 13,4%. Un dato molto negativo anche per un mese che pure non è considerato di solito molto indicativo, in considerazione del fatto che i consumatori preferiscono pensare alle vacanze, piuttosto che agli acquisti.
Il risultato in questione è ancora più significativo alla luce della dinamica fatta registrare nei due mesi precedenti. A giugno, infatti, la crescita era stata nell’ordine del 15%, mentre nel mese successivo si era limitata al 4,7%. La frenata è molto evidente, anche se a pesare sono anche le due giornate lavorative in meno rispetto a un anno fa, che comunque difficilmente avrebbero potuto apportare mutamenti al trend in atto.
I livelli del mercato auto pre Covid sono un miraggio
A destare la maggiore preoccupazione è però un altro dato. Ovvero quel calo del 18,5% sui livelli ante crisi del 2019. A indicarlo è Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, ricordando che quei livelli, i quali oggi sembrano un miraggio, rappresentano invece il primo obiettivo da superare.
Il motivo è da ravvisare che già quei volumi di vendite non erano sufficienti a garantire il rinnovo del parco circolante. Queste le parole da lui pronunciate, al riguardo: “La situazione dimostra la grave difficoltà che sta vivendo il mercato dell’auto italiano penalizzato dai forti aumenti dei prezzi delle auto e da una transizione energetica che si rivela sempre più difficile”.
A confermare la problematicità della situazione è un ulteriore fatto, ovvero l’inutilizzazione del 67% dello stanziamento per gli incentivi all’acquisto di auto con emissioni di CO2 da 21 a 60 g/km (le vetture ibride plug-in) e del 32% dello stanziamento per le auto con emissioni di CO2 da 61 a 135 g/km.
Pesa in particolare il dato di Stellantis
Il dato che pesa maggiormente sul calo del mercato italiano è la pesante flessione di Stellantis. Nel mese in oggetto, infatti, il gruppo italo-francese ha collezionato appena 17.132 vetture, cioè un -32,4% rispetto ad agosto 2023. Un dato che ha abbattuto la sua quota di mercato dal 31,8% al 24,8%.
Nel corso dei primi otto mesi dell’anno, Stellantis ha immatricolato 335.883 vetture, -2,1% rispetto a dodici mesi prima, vedendo la sua quota scendere dal 32,9 al 31%. Un risultato che è stato commentato da Santo Ficili, managing director di Stellantis Italia, con queste parole: “Stellantis conferma la leadership in Italia, ma i dati di agosto evidenziano un momento di sofferenza del mercato, in particolare quello elettrico, e di transizione per il gruppo”.
A rendere meno amaro, ma non di molto, i numeri, è il primato della Panda e il successo della Jeep Avenger, che risulta il Suv più venduto in Italia. Dati che però non possono cancellare quelli terrificanti di Mirafiori, per cui si vocifera addirittura la traumatica chiusura.
Il crollo delle auto elettriche
Naturalmente, a risentire della fine degli Ecobonus sono soprattutto le auto elettriche. A ricordare il dato delle BEV è UNRAE, sottolineando come la loro quota sia ferma al 3,7%, mentre le le ibride plug-in hanno dovuto registrare un -3,5%. Per effetto di questo trend, il totale dei veicoli elettrici e plug-in (ECV) cala dal 9,1% di dodici mesi fa al 7,2%
Crescono invece le ibride non ricaricabili, che passano al 39% del mercato, dal 35% messo a segno ad agosto 2023. Calano anche le auto a benzina, del 18,8%, vedendo comunque migliorare la propria quota di mercato dal 28 al 30%. Ancora più pesante la caduta del diesel, che per effetto del -32% di agosto vedono crollare la quota di immatricolato dal 19 al 14%.
Dati che anche la politica sembra aver iniziato ad esaminare con maggiore attenzione. Come testimoniato dalle richiesta della Lega, relative ad un ripensamento sul bando alle auto termiche entro il 2035. Su cui anche il ministro Adolfo Urso ha concordato, nelle ultime ore.