È scomparso Bruno Sacco, leggendario designer della Mercedes. Questo artista storico della casa tedesca ha trascorso ben 41 anni lavorando in Germania, firmando alcuni dei modelli più importanti del marchio.
Originario del Friuli, Sacco avrebbe compiuto 91 anni questo novembre. La sua carriera in Mercedes iniziò nel 1958 e culminò con la nomina a direttore del centro stile di Stoccarda nel 1975, ruolo che mantenne saldo in Mercedes fino al 1999.
In questo lungo e importante periodo per la casa automobilistica tedesca, Sacco diede vita a vere e proprie icone dell’automobilismo. Si pensi alla Mercedes 190 (W201), la 560 SEC e la leggendaria Classe G, disegnata sotto la sua direzione del reparto design.
Tra le sue creazioni si annoverano anche la Mercedes W123, la prima station wagon della casa tedesca e progenitrice della Classe E Wagon, la 600 (W100), la 230 SL (W113), nota come Pagoda, e le Classe S W126 e C126, oltre alla prima generazione della Classe A.
Sembra superfluo ribadire come Sacco abbia avuto un impatto enorme non solo sulla storia della Mercedes, ma sull’intera industria automobilistica a partire dagli anni ’50. Per il brand, il suo principale contributo fu quello di rinnovarne l’immagine, dato che il suo obiettivo professionale fu quello di ridare una visione più moderna e dinamica, senza però perdere l’eleganza che da sempre ha contraddistinto del marchio.
Il tocco di Sacco rimase fra le trame degli aspetti tecnici, ma riuscì a conquistare anche il grande pubblico, contribuendo significativamente al successo commerciale della Mercedes. L’esempio più evidente è rappresentato dalla mitica (come la definiamo oggi) Mercedes 190 del 1982, che rimane uno dei modelli più iconici della storia del marchio. Questa vettura, prodotta in quasi due milioni di esemplari, fu determinante per attrarre una clientela che fino a quel momento non prendeva in considerazione l’importanza e il prestigio della Mercedes.
Anni dopo, Sacco ripeté l’impresa con la prima generazione della Classe A, un modello che permise alla casa di Stoccarda di fare breccia in un segmento ben diverso, specie tra le donne, grazie a un design accattivante e alla sua praticità nell’uso di tutti i giorni. Il passaggio fu epocale, dato che rappresentò un netto cambiamento rispetto alle imponenti berline e familiari con cui Mercedes si era imposta fino ad allora.