Il 2035 è ormai da tempo additato come un vero e proprio spauracchio per il futuro delle auto a combustione. Il redde rationem, però, potrebbe essere anticipato da un procedimento attualmente in corso presso la Corte di Giustizia europea. Una causa derivante dal fatto che la Commissione europea ha modificato il proprio parere legale in merito al rispetto alle emissioni auto per i modelli più datati. In pratica, i limiti dovranno essere rispettati in ogni situazione di guida, anche a pieno carico. Mentre in precedenza il loro rispetto era valido soltanto in condizioni di prova standardizzate e comparabili.
Si tratta di una modifica tale da poter comportare l’addio a tutte le auto diesel omologate Euro 5 e anche alcune Euro 6. Per capire meglio i termini della questione, basterà ricordare che stiamo parlando di svariati milioni di unità in tutta Europa Nella sola Germania i veicoli interessati ammonterebbero a 8,2 milioni. Non è complicato capire il motivo della discesa in campo del governo teutonico. Una discesa in campo avvenuta a piedi uniti e che potrebbe innescare una vera e propria resa dei conti, a livello istituzionale.
Auto diesel: cosa sta accadendo in Europa?
Per cercare di capire cosa stia accadendo, occorre procedere passo per passo, iniziando dalla lettera aperta che è stata inviata dal ministro tedesco dei trasporti Volker Wissing alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Nella comunicazione, Wissing ha chiesto di “porre fine alla politica anti-auto di Bruxelles. La gente ha bisogno della propria auto e non vuole che le venga tolta. La Commissione UE deve agire rapidamente”.
In particolare, nella lettera Wissing chiede alla connazionale che guida l’UE di procedere ad una rapida modifica dei regolamenti, indicandoli alla stregua di “discutibili”. Solo in tal modo sarebbe possibile fare chiarezza prima della decisione della Corte di Giustizia Europea (CGE), attesa per novembre. L’obiettivo indicato dal ministro tedesco è molto chiaro: “evitare gravi conseguenze per milioni di cittadini interessati e per l’economia europea”.
Stando a quanto affermato dalla stessa Wissing,infatti le conseguenze della decisione “non colpirebbero solo l’industria automobilistica, ma soprattutto i cittadini che hanno acquistato e utilizzano tali veicoli facendo affidamento sulle normative esistenti. Tutte le omologazioni Euro 5 sarebbero messe in discussione”. Per poi rincarare la dose, in questo modo: “La Commissione europea e il suo Presidente sembrano decisi a condurre una vera e propria campagna contro l’automobile e la mobilità individuale”.
Dichiarazioni inappropriate, secondo l’ADAC
Per i tanti che anche in Italia denunciano la sudditanza dell’UE alla Germania, la lettera in questione ha naturalmente rappresentato una conferma delle proprie tesi. Troppa l’arroganza di cui trasuda la comunicazione, per lasciarsi sfuggire la palla al balzo.
Ad essi, del resto, si è infatti unita in questa occasione l’ADAC (l’Automobil Club tedesco), il quale non ha esitato a definire “inappropriate” le dichiarazioni di Wissing. Lo stesso ente ha infatti sottolineato: “Secondo i nostro legali, le modifiche alla procedura di misurazione per l’omologazione di un veicolo in una data successiva non possono essere applicate retroattivamente”. Non sussisterebbe alcun pericolo per i proprietari di auto Euro 5 dunque.
I dubbi, però, al di là della querelle sull’invadenza tedesca, sono destinati a restare. E, in particolare, occorrerà attendere che sia la Commissione europea a fare chiarezza. Lo dovrà fare rispondendo alla lettera del ministro tedesco o pubblicando un comunicato stampa al fine di spazzare ogni dubbio relativo alla possibilità della dismissione delle auto diesel Euro 5.
Qual è il problema? Proviamo a fare chiarezza
Il dissidio tra governo di Berlino e Commissione Europea è dovuto in particolare alle procedure di misurazione delle emissioni di gas di scarico. Occorre infatti sottolineare come fino al 2017 il ciclo di omologazione NEDC consisteva in misurazioni condotte in laboratori omologati tese a capire se le emissioni inquinanti erano conformi ai valori limite.
Un sistema il quale ha poi lasciato il posto all’RDE, considerato più vicino ai valori reali di guida, che prevede del resto prove su strade pubbliche. In conseguenza di ciò, i vecchi diesel Euro 5 ed Euro 6 sono stati validati secondo il ciclo NEDC. Secondo Wissing, nel caso in cui il procedimento della Commissione Europea dovesse andare a buon fine avrebbe effetto retroattivo. Con un risultato apocalittico, in quanto comporterebbe il pratico addio a milioni e milioni di auto. Uno spot al contrario per la stessa UE.
In pratica, l’Alta Corte dell’Unione Europea potrebbe emettere un’ordinanza che vieti l’uso dei diesel omologati secondo il vecchio ciclo NEDC secondo le norme Euro 5 ma anche i più recenti Euro 6. Un lotto in cui troviamo anche autovetture nuovissime.
A condurre ad una sentenza di questo genere potrebbe essere la causa che vede protagonista la Mercedes, denunciata per aver utilizzato quella “finestra termica” che è stata dichiarata illegale dall’Unione Europea. Un giudizio derivante da un semplice fatto: il controllo del trattamento dei gas di scarico funzionava in modo ottimale in un certo intervallo di temperature ma non in altri. In questi ultimi, in particolare, ne scaturivano quantità di ossido di azoto superiori a quelle tollerate dalla normativa vigente. Una pratica dimostrazione del fatto che l’omologazione delle emissioni per i motori diesel non era eseguita correttamente.
Auto diesel, i modelli Euro 5 e 6 potrebbero dover misurare nuovamente le proprie emissioni
Il pericolo che sovrasta milioni di automobilisti, più di otto nella sola Germania è che l’Alta Corte condanni come illegale l’utilizzo del finestrino termico da parte della Mercedes. Dichiarandolo illegale, e la stessa Corte ha ammesso che potrebbe accadere tutti i modelli Euro 5 ed Euro 6 dovrebbero misurare di nuovo le proprie emissioni. Ed è ormai chiaro che non sarebbero mai in grado di rispettare i valori limite, non potendo quindi circolare.
Al tempo stesso, si tratterebbe di una decisione effettivamente senza precedenti. Significherebbe infatti procedere all’applicazione retroattiva di un nuovo standard, quello del ciclo WLTP e dei test nel traffico RDE reale. I danni che ne deriverebbero sono incalcolabili in quanto andrebbero a colpire non solo i clienti Mercedes, ma anche quelli delle altre case automobilistiche. Ovvero tutte quelle che hanno usufruito dei vetri termici, i quali potrebbero essere chiamati in giudizio per aver messo in vendita veicoli caratterizzati da difetti nascosti.
Per quanto riguarda gli esperti del settore, sottolineano che la decisione di rimisurare le emissioni potrebbe essere limitata ai diesel più moderni, ovvero gli Euro 6, lasciando in sospeso gli Euro 5. C’è però un altro motivo di preoccupazione, per l’intera industria automobilistica. Se, infatti, al momento si sta parlando dei diesel, i finestrini termici sono stati usati anche per le omologazioni delle auto a benzina Euro 6. Il rischio è che proprio questi modelli siano il successivo anello della catena ad essere sottoposto al martellamento dell’Alta Corte. In quel caso le conseguenze sarebbero spaventose.