Sembra un copione già visto: grandi case automobilistiche proclamano con entusiasmo la transizione verso un futuro completamente elettrico, solo per ritrovarsi, qualche anno dopo, a rivedere le proprie ambizioni. È una scena che si ripete, marchio dopo marchio, con gli obiettivi a emissioni zero che cadono come birilli. Questa volta è il turno di Mini, il celebre brand britannico sotto l’egida del Gruppo BMW, che nel 2021 aveva annunciato l’intenzione di diventare completamente elettrico entro la fine del decennio.
Oggi, però, quel traguardo sembra allontanarsi. Come rivelato da Michael Peyton, vicepresidente di Mini per il mercato americano, l’azienda sta riconsiderando la sua strategia. “Il nostro percorso verso l’elettrico continua”, ha affermato Peyton in un’intervista a Automotive News, “ma in Nord America la domanda per i motori a combustione è ancora molto forte, quindi stiamo adeguando i nostri piani”.

In poche parole, Mini continuerà a investire in veicoli a benzina, con nuovi modelli spinti da motori termici in arrivo. Tra le novità allo studio, c’è anche un crossover a combustione che potrebbe rimpiazzare l’Aceman, la cui produzione risulta accantonata per il mercato statunitense, complice l’impatto dei dazi doganali e le difficoltà logistiche legate all’assemblaggio locale. Anche altri modelli elettrici previsti, come la Cooper EV e la cabrio a zero emissioni, sono stati accantonati, almeno per ora.
Mini, però, non rinuncia all’innovazione. Si parla del possibile ritorno del concept Rocketman o di una nuova vettura più grande rispetto alla Countryman. Escluso invece un pick-up Mini, considerato fuori target per il mercato attuale.

Anche BMW, pur puntando al 50% di vendite di auto elettriche entro il 2030, sottolinea che il raggiungimento di questo obiettivo dipenderà da condizioni favorevoli, come un’infrastruttura di ricarica davvero capillare. Al momento, i numeri raccontano un progresso graduale: nel primo trimestre del 2025, i veicoli elettrici del gruppo rappresentano il 18,7% delle consegne totali, in crescita rispetto al 17,4% del 2024.