Mitsubishi, cala il sipario: addio a questo mercato

Ippolito V
Il pesante calo delle immatricolazioni spinge Mitsubishi a lasciare definitivamente questo grande mercato.
Mitsubishi Colt

In Cina fanno sul serio nella produzione di auto. Diversi player di prim’ordine della filiera se ne sono resi conto a loro spese. Mantere un ruolo attivo nel Paese asiatico risulta davvero complicato e ora un operatore si arrende. Stando, infatti, a Nikkei Asia, testata giapponese specializzata in temi economici, Mitsubishi intende ritirare il suo investimento nella joint venture locale costituita insieme al Guangzhou Automobile Group.

Mitsubishi saluta la Cina

Mitsubishi Colt

La Casa è in cerca di rilancio pure sul suolo europeo. Dopo aver inizialmente paventato l’addio al Vecchio Continente, ha cambiato idea. Tuttavia, per far fronte agli oneri produttivi punta sull’efficienza come mai aveva fatto prima. Perché anche se i modelli sono sempre stati low cost, soprattutto oggi deve fare di necessità virtù. Tagliare le uscite di bilancio è l’unica maniera di rendere il business sostenibile, senza andare incontro e enormi perdite. Ce ne siamo resi conto pure nel caso della Mitsubishi Colt, da poco presentata in commercio.

La proposta confezionata è, di fatto, alla stregua di una mossa di rebadging su base Renault Clio. Ovviamente, la nostra è un’iperbole, ma fino a un certo punto. Difatti, le necessità di ridurre l’investimento economico impongono di adottare delle efficaci contromisure.

Il ventilato addio alla Cina dipenderebbe dalla pesante flessione accusata da GAC Mitsubishi Motors in tempi recenti. Fondata nel 2012, la società ha raggiunto il picco nel 2018, quando registrò un totale di 140 mila immatricolazioni. Poi l’inesorabile declino, fino alle sole 38.550 unità nel 2022, in calo del 60 per cento rispetto all’anno precedente. La produzione presso l’impianto produttivo di Human è stata interrotta nel marzo 2023 e Mitsubishi non avrebbe la benché minima intenzione di riavviare le operazioni. Non crede di avere le carte in regola da opporre un’efficace resistenza ai marchi locali. Che dispongono di un notevole vantaggio competitivo sotto ogni punto di vista.

Mitsubishi Colt

La fabbrica resterà comunque aperta poiché GAC se ne dovrebbe servire per la realizzazione di vetture a zero emissioni. La Casa nazionale è il proprietario di maggioranza della joint venture con il 50 per cento di quote, mentre Mitsubishi Motors ne detiene il 30 per cento. Infine, il 20 per cento rimanente appartiene alla società commerciale Mitsubishi Corp. Stando alla tesi portata avanti da Nikkei, GAC Mitsubishi andrà avanti ad esistere, ma la realtà nipponica preferisce tirare i remi in barca. Gli stessi fondi verranno destinati altrove, ovvero nelle operazioni nel sud-est e in Oceania perché arrivano da lì un terzo delle vendite globali.

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