Ben 52 milioni di veicoli dotati di airbag realizzati da ARC of Tennessee e Delphi potrebbero presto essere richiamati in fabbrica. Ad annunciarlo sono state le autorità di regolamentazione degli Stati Uniti, che si trovano per ora nella fase iniziale dell’inchiesta. La decisione finale sul richiamo, o meno, dovrà ora essere adottata nel corso di un incontro pubblico.
I veicoli coinvolti nella questione sono stati realizzati nel periodo di tempo compreso tra il 2000 e il 2018. In questo arco temporale sono stati riscontrati non meno di sette episodi lungo il territorio degli Stati Uniti che hanno causato il ferimento, e un decesso, delle persone che si trovavano all’interno dei veicoli su cui gli airbag sono stati montati. La causa degli incidenti sarebbe collegata ad un presunto difetto di fabbricazione, come affermato dalla National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA).
Airbag: cosa sta accadendo negli Stati Uniti
La cifra indicata dalle autorità di controllo, 52 milioni di veicoli, non possono che destare grande impressione nell’opinione pubblica. Per fortuna il numero degli incidenti è stato per ora limitato a sette, ma resta comunque sul campo un potenziale pericolo che deve essere affrontato al fine di assicurare agli utenti il massimo di sicurezza possibile alla guida dei propri veicoli.
Il guasto in questione avrebbe luogo nella fase di espansione degli airbag. In pratica, proprio in questa fase può verificarsi la fuoriuscita di scorie di saldatura in eccesso dal dispositivo di gonfiaggio, aumentando in maniera significativa il pericolo di lesioni gravi per gli occupanti del veicolo. Di fronte ad un rischio di questo genere, la NHTSA ha quindi deciso di raccomandare un richiamo che dovrebbe avere luogo all’inizio del prossimo anno.
La raccomandazione è stata però oggetto di diniego da parte di ARC. Un rifiuto che il fornitore ha motivato sostenendo che gli incidenti erano così rari da non poter essere presi come la prova reale di un difetto sistemico e prevalente esistente nei suoi prodotti.
I precedenti di ARC
La NHTSA, però, insiste nella sua posizione. Nel farlo prende come base giuridica i precedenti di ARC, tali da aver già spinto l’ente a chiedere il richiamo di 67 milioni di veicoli, avvenuto alla fine di maggio. Soltanto in tal modo sarebbe possibile procedere alla modifica del sistema di gonfiaggio che sta provocando non pochi problemi in termini di sicurezza.
Anche in quel caso ARC si era opposta alle richieste, sempre previa affermazione che il numero degli incidenti era del tutto insufficiente per arrivare ad un provvedimento di questo genere. Un parere non condiviso da General Motors, una delle dodici marche potenzialmente toccate dalla questione, che aveva deciso di procedere al richiamo di un milione di veicoli. Una decisione arrivata dopo l’ennesimo incidente, nel mese di marzo, che era culminato in lesioni al viso di un conducente.
I problemi relativi agli airbag di ARC, peraltro, non sono del tutto recenti. Già nel corso del 2015, infatti, NHTSA aveva deciso di avviare un’indagine, dopo aver appreso di due lesioni ad essi associate. Da quel momento sono continuate ad affluire notizie di analogo tenore, tra cui quelle relative ad episodi terminati con il decesso dei passeggeri. Da allora, ha ricevuto una serie di altre segnalazioni relative ai dispositivi di gonfiaggio ARC, alcune delle quali si sono rivelate fatali.
Airbag ARC: cosa potrebbe accadere ora
La posizione assunta da NHTSA è al momento estremamente chiara e dura. Secondo l’ente, infatti, i dispositivi di gonfiaggio degli airbag prodotti da ARC sono chiaramente difettosi. Non solo non sono in grado di proteggere gli occupanti del veicolo su cui sono montati, ma rappresentano un rischio irragionevole di lesioni gravi o decesso degli interessati.
Una posizione che è del resto confortata dal fatto che da maggio ad oggi altre tre case hanno deciso di emulare General Motors, richiamando un gran numero di veicoli. Oltre a GM sono altre undici le case automobilistiche che si sono rivolte ad ARC per gli airbag. Tra di esse anche marchi di prima grandezza come Mercedes, Ford, Toyota, Hyundai, Tesla, Porsche, Stellantis e Volkswagen. Preoccupate con tutta evidenza che la faccenda possa riverberarsi sulle proprie vendite, partendo proprio dal marchio californiano, che si trova in un momento magico sotto questo punto di vista.
L’unica cosa che è mutata nel frattempo è il numero dei veicoli da richiamare, che non sono più 67 milioni, ma “solo” 52. Alcune delle case interessate, infatti, avevano sovrastimato i loro numeri, ritornando nel frattempo sulle stime iniziali.
Il prossimo atto avrà luogo il prossimo 5 ottobre. Proprio quel giorno, infatti, si terrà un’assemblea a porte aperte, nel corso della quale dovrà essere presa una decisione definitiva sul richiamo dei veicoli. In pratica le parti interessate avranno l’opportunità di avanzare le proprie argomentazioni ed, eventualmente, provare a trovare un accordo soddisfacente. NHTSA, dal suo canto, avrà comunque la facoltà di obbligare il produttore a presentare un avviso di richiamo.