Il mercato delle auto elettriche ha un andamento altalenante e sono diversi i segnali che fanno ragionare su questa scelta. Non che il contrasto alle emissioni inquinanti sia un valore da non perseguire, ma il rovescio della medaglia dell’adozione della sola propulsione elettrica è un elemento da non trascurare. Mentre il Parlamento Europeo discute se mantenere o prorogare lo stop alle auto a combustione per il 2035 ci sono i dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) che devono far riflettere.
Le previsioni sull’impatto delle auto elettriche
L’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha delineato uno scenario che è stato poi analizzato da Finbold per cui nei prossimi anni aumenterà in maniera esagerata la richiesta di energia elettrica. Partiamo dal ricordare quanto è avvenuto nell’ultimo decennio. Nel 2013 il consumo di energia elettrica è stato di 2600 GWh e lo scorso anno è arrivato a 97000 GWh. L’aumento è stato del 3631%. Ma questo è niente se si considera come il mercato delle auto BEV sia potenzialmente solo agli inizi ed è ancora in minoranza rispetto al restante parco auto circolante.
Solamente nel 2023 il consumo di energia da parte dei veicoli BEV (full electric) ha registrato un aumento del 120%. In Cina, uno dei maggiori produttori di auto elettriche, l’aumento nell’ultimo decennio è stato del 7800%. Gli Stati Uniti ne hanno registrato uno del 206% e l’Europa del 164%. Le proiezioni stimano che la domanda di energia elettrica a livello globale sarà entro il 2030 di 710000 GWh (più di un terzo servirà per i veicoli circolanti in Cina).
C’è però da registrare anche l’aspetto vantaggioso dell’adozione dell’elettrico. Ed è quello legato alla riduzione dell’uso del petrolio. Mediamente un barile corrisponde a 1700 kWh di energia elettrica; questo significa che l’attuale richiesta di energia elettrica delle auto consente di evitare il consumo di 57 milioni circa di barili di petrolio all’anno. Entro il 2030, stima Finbold, tale risparmio dovrebbe arrivare a 2,85 miliardi di barili. Le prospettive, anche se per vederle concretizzarsi bisognerà attendere ancora qualche anno, indicano come tutto questo si convertirà in una riduzione del prezzo del petrolio e, quindi, dei carburanti (gasolio e benzina).