Molti motori elettrici per poter funzionare necessitano di magneti in terre rare, così denominati per la presenza nella loro composizione di materiali di varia natura, accomunati dal fatto della loro rarità. Da qui parte la missione produttiva di Neo Performance Materials, azienda canadese che si propone un obiettivo ambizioso: rifornire quattro milioni di auto elettriche all’anno, a partire dal 2026. Per riuscire a coronarlo sta costruendo uno stabilimento a Narva, in Estonia, adibito alla produzione di componenti per motori elettrici. Il nuovo sito produttivo sorgerà in prossimità di un impianto di separazione già esistente, il quale svolge una funzione intermedia fra l’estrazione delle materie prime e la lavorazione finale in prodotti ad alte prestazioni.
Neo Performance Materials è già in trattative con molte case per la fornitura di magneti in terre rare
Il nuovo impianto è destinato ad entrare in funzione nel 2025, con una capacità produttiva che sarà limitata in un primo momento a 2mila tonnellate metriche di magneti all’anno. Ovvero quelli sufficienti per un milione e mezzo di veicoli elettrici. A partire dal 2026, però, lavorerà a pieno regime, raggiungendo le 5mila tonnellate metriche di volumi.
Stando a quanto affermato dal suo amministratore delegato, Rahim Suleman, l’azienda sarebbe già in trattative con molte case automobilistiche operanti all’interno del vecchio continente per piazzare i propri prodotti. Secondo i calcoli di Neo Performance Materials l’85% dei motori elettrici utilizza magneti in terre rare, aprendo prospettive di grande rilievo per chi li produce.
Il motivo che ha spinto la società canadese a sbarcare in Europa sono proprio le politiche messe in campo dall’Unione Europea. Com’è noto, infatti, dal 2035 non potranno più essere vendute auto provviste di motore termico, mentre già da quest’anno la vendita di questo genere di veicoli potrebbe trasformarsi in un boomerang, a causa dell’entrata in vigore dei nuovi livelli di emissioni da rispettare.
A queste normative, le più discusse in assoluto per le proprie implicazioni, si aggiunge poi il Critical Raw Materials Act (Crma), il quale va a fissare gli obiettivi minimi di produzione e riciclo delle batterie. Un quadro di norme che favorisce la missione produttiva di Neo Performance Materials.
Terre rare e motori elettrici: quale il loro rapporto?
Le terre rare, contrariamente a quanto molti pensano, non si trovano all’interno delle batterie, bensì dei motori elettrici. In particolare, vengono utilizzate al fine di realizzare i magneti che consentono ai motori di funzionare. Per riuscirci, vanno a sfruttare elementi come il disprosio, il neodimio, il terbio o il samario, il terbio, tra gli altri. I magneti più comuni sono costituiti da neodimio, ferro e boro (NdFeB) o da samario e cobalto (SmCo). Ad essi, però, si vanno aggiungendo sul mercato sempre più composizioni chimiche.
Occorre anche sottolineare che una certa parte di magneti, il 15%, non utilizzano le terre rare. I magneti che lo fanno, però, sono i più potenti al momento esistenti. Quelli che riescono ad offrire performance di maggior livello, sono appunto adottati nelle auto elettriche. Grazie alla presenza fino al 30% di terre rare, possono produrre campi magnetici anche superiori a 1,6 Tesla, mentre i magneti in ferrite o anico si aggirano su valori compresi tra 0,5 e 1 Tesla.
Da un punto di vista puramente prestazionale, i magneti al momento prodotti più diffusi sono quelli NdFeB. A renderli tali la capacità di lavorare in maniera corretta a temperature che non possono superare i 180 gradi. I magneti SmCo, però, riescono a conseguire rendimenti migliori anche a temperature più alte.
Nel corso degli ultimi tempi è iniziata la produzione di magneti provvisti di materiali alternativi, in grado di garantire prestazioni ancor più elevate e rendimenti omogenei in intervalli di temperatura più ampi. In questo ambito rientrano soprattutto il terbio e il disprosio, che però sono molto costosi. Toyota, a sua volta volta, ha deciso di far ricorso a lantanio e cerio, due elementi non solo di più facile reperimento, ma anche relativamente più a basso costo.