Nissan, per attenuare le sofferenze del bilancio vende il 10% di Mitsubishi

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Il brand nipponico sconta in particolare il calo delle vendite sul mercato cinese
Nissan Qashqai

Anche per Nissan il mercato si sta dimostrando avaro di soddisfazioni. Basta in effetti dare uno sguardo all’ultima relazione pubblicata dal brand nipponico per notare il vero e proprio crollo dell’utile operativo, nel corso del secondo trimestre dell’anno. Nell’arco temporale compreso tra luglio e settembre, è infatti sceso dell’85%, attestandosi a 32,9 miliardi di yen (circa 198 milioni di euro). Un dato nettamente inferiore a quello stimato dal consensus LSEG, che lo attestava a quota 66,8 miliardi di yen (402 milioni di euro).

Per ovviare ad una situazione che non promette miglioramenti nell’immediato futuro, la casa di Yokohama ha dovuto predisporre una vera e propria cura dimagrante. All’interno della quale, a sorpresa, è compreso anche l’annuncio del ridimensionamento dei legami azionari con la Mitsubishi. Nissan, infatti, venderà 149.028.300 azioni, pari al 10,2% del capitale, in modo da ridurre la sua partecipazione dal 34,07% al 24,05%. Azioni le quali saranno acquistate proprio da Mitsubishi, sborsando in totale oltre 68,6 miliardi di yen (circa 414 milioni di euro), che a sua volta procederà ad una cancellazione parziale riguardante 29.805.650 azioni, pari al 2% del totale.

Nissan: cosa sta accadendo?

Occorre sottolineare come l’operazione in questione non vada ad influire sulle attuali collaborazioni industriali, in particolare quelle relative all’alleanza con la Renault. Al tempo stesso, però, è destinata a sollevare non pochi interrogativi, soprattutto in considerazione delle precisazioni rilasciate proprio da Nissan.

Nissan Leaf

In particolare, la casa ha voluto spiegare come la transazione sia stata congegnata in maniera tale da andare a sostenere la strategia gestionale della Mitsubishi e migliorare la flessibilità finanziaria della Nissan. Con il risultato di spianare la strada “a future opportunità di crescita”. L’interpretazione data da alcuni analisti è che entrambe le aziende coinvolte nell’operazione abbiano deciso di fornirsi nuovi margini di manovra.

Inoltre, non è passata sotto traccia la contemporaneità con la pubblicazione dei dati di Nissan relativi al primo semestre dell’anno. I quali hanno evidenziato una forte riduzione dei ricavi complessivi, sui quali ha pesato in particolare la contrazione, nell’ordine del 14,3%, delle vendite sul mercato cinese. Tale da portare il dato relativo alle vendite globali a 1,6 milioni di unità. Cui si vanno ad aggiungere maggiori oneri commerciali e azioni di ottimizzazione dell’inventario, in particolare negli Stati Uniti, ove il calo delle vendite si attesta intorno al 3%.

Anche licenziamenti nel menù ideato per resistere ai venti di crisi sempre più impetuosi

La casa nipponica, ha anche annunciato altri provvedimenti di non poco conto. Tra di essi anche la revisione al ribasso delle sue prospettive su ricavi e utili per l’esercizio fiscale al 31 marzo prossimo e la mancata distribuzione di dividendi.

Nissan Micra

In particolare, però, spicca il programma di ristrutturazione al cui interno sono previsti il taglio della capacità produttiva globale del 20% e il licenziamento di 9mila dipendenti. Una misura che la società nipponica ritiene necessaria per affrontare una situazione che sta spingendo nella stessa direzione un gran numero di case, a partire da Volkswagen.

Occorre sottolineare che i mercati su cui Nissan sta soffrendo maggiormente, ovvero Cina e Stati Uniti, rappresentano la metà delle vendite globali della casa. Una sofferenza che il massimo responsabile del brand, Makoto Uchida, attribuisce alla carenza di modelli ibridi nella gamma dei prodotti, quelli che sono al momento molto richiesti sul mercato.

In pratica, la casa asiatica non è stata in grado di mostrare la stessa lungimiranza che ha salvato ad esempio la Renault, che proprio sugli ibridi plug-in ha puntato con estrema forza. Una scommessa largamente premiata dal mercato, in un momento in cui le auto elettriche non sembrano riscuotere grande gradimento da parte dei consumatori, in particolare sul mercato europeo, zavorrate anche da costi inaccostabili per le classi popolari.

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