Nissan ha deciso di abbassare i prezzi delle sue nuove auto del 10-15%, creando un acceso dibattito nel settore. I consumatori sorridono: sconti vantaggiosi li aspettano. Ma i rivenditori sono furiosi: vedono i loro margini di profitto crollare e temono per il futuro. Cosa spinge Nissan a questa mossa?
Ultimamente Nissan ha deciso di abbassare i prezzi delle nuove vetture del 10-15% attraverso i concessionari. Come si poteva immaginare, la situazione ha subito acceso un dibattito nel settore automobilistico. Da una parte, ovviamente questa mossa sta a rappresentare una notizia più che ottima per gli acquirenti, che potranno approfittare di sconti significativi. D’altro lato, però, la decisione ha generato malcontento tra i rivenditori, che si sono sentiti fortemente penalizzati e traditi dalla casa automobilistica giapponese.
Le cause del calo del volume di vendita di auto, che ha spinto Nissan a questa strategia, sono svariate e differenti. Alcuni di questi sono sicuramente l’aumento dei tassi d’interesse, l’inflazione che va al galoppo e la persistente situazione economica precaria hanno raffreddato la domanda dei consumatori. Inoltre, si arriva da un periodo di forti disagi – provocati dagli effetti della pandemia di COVID-19 e dai problemi della catena di approvvigionamento.
Pertanto, per provare a fronteggiare questo scenario piuttosto critico, Nissan ha optato per una soluzione drastica: tentare di abbassare i prezzi delle auto per incentivare gli acquisti. Questa strategia, seppur comprensibile, ha sollevato ovviamente diverse criticità. Al momento i concessionari, infatti, si vedono costretti a vendere le vetture a un prezzo inferiore al costo di fattura, il che provoca un conseguente calo importante dei margini di profitto.
Oltre a questo inconveniente, la vendita sottocosto rischia anche di danneggiare l’immagine del marchio Nissan. Infatti, questo calo di prezzo potrebbe essere percepito dai consumatori nel modo errato. Si teme che le persone possano pensare chealcuni modelli siano svalutati o di qualità inferiore, con un impatto negativo sulla reputazione della casa automobilistica.
La situazione mette in evidenza l’attuale complicata relazione tra case automobilistiche e concessionari. Da un lato, i costruttori hanno la necessità di smaltire il più possibile le scorte per rimanere redditizi. Dall’altro, i rivenditori necessitano di margini di profitto adeguati per poter sopravvivere come azienda e garantire un servizio di qualità ai clienti. La strategia di Nissan, anche se comprensibile nel breve termine, potrebbe incrementare le tensioni tra le due parti e generare conseguenze negative per l’intero settore automobilistico.
Resta comunque da vedere se questa tattica avrà successo anche nel lungo termine oppure se le vendite torneranno ai prezzi normali. Probabilmente, se la domanda di auto rimane bassa, Nissan potrebbe dover ricorrere a ulteriori sconti, con un’ulteriore scrematura dei profitti sia per la stessa casa costruttrice che per i rivenditori. In una situazione del genere, diventa fondamentale per Nissan trovare soluzioni alternative per stimolare la domanda, come investire in incentivi mirati, campagne marketing innovative e un miglioramento del servizio clienti.
Una cosa è certa: maggiore è il contrasto tra costruttore e concessionario, più gravi saranno i problemi a venire. Pertanto, solamente puntando con un approccio collaborativo e lungimirante tra case automobilistiche e rivenditori sarà possibile superare questa difficile fase di crisi e costruire un futuro solido per il settore automobilistico.