Northvolt, il produttore di batterie disperatamente a caccia di finanziatori

Ippolito V
Con ordini annullati e il mercato in fermento, ci si chiede se Northvolt riuscirà a superare la crisi e a rilanciarsi.
stabilimento northvolt

La speranza sarebbe l’ultima a morire, e non ci sarebbe espressione migliore per Northvolt, la promettente azienda svedese specializzata nella produzione di batterie per veicoli elettrici. Nonostante il recente fallimento dichiarato negli Stati Uniti, dovuto a un mercato automobilistico in contrazione, l’azienda sta cercando di rialzarsi e ritrovare la propria strada.

I principali azionisti di Northvolt, tra cui colossi come Volkswagen e Goldman Sachs, hanno scelto di continuare a sostenere l’attività. Attualmente, la società è impegnata a trovare nuovi investitori che possano garantirne la stabilità finanziaria.

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In una comunicazione ufficiale, Northvolt ha dichiarato: “Questo risultato positivo dimostra il supporto dei nostri azionisti mentre lavoriamo per raggiungere i nostri obiettivi e massimizzare il valore dell’azienda”. Inoltre, il produttore di batterie ha ribadito di essere concentrato sulla ristrutturazione, sull’aumento della produzione e sulla sua trasformazione complessiva.

Fondata nel 2015 da due ex dirigenti di Tesla, Northvolt è arrivata con l’ambizione di diventare il principale produttore europeo di batterie ecosostenibili. Supportata da grandi istituzioni europee e da partner industriali come Volkswagen, BMW e Volvo, la società ha iniziato a costruire il suo futuro con la produzione della prima cella nello stabilimento di Skelleftea, presentata a fine 2021.

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Il 2024 si è rivelato un anno particolarmente complesso. Dopo aver avviato piani per espandersi in Nord America, sostenuti da un investimento di quasi un miliardo di euro in Canada, Northvolt ha dovuto frenare i suoi progetti per far fronte a un deficit di un miliardo di euro. Ad agosto, l’azienda ha ridimensionato le sue ambizioni, chiudendo il centro di ricerca in California e licenziando 1.600 dipendenti. La situazione si è ulteriormente complicata a novembre con la dichiarazione di bancarotta negli States, mossa necessaria per proteggersi dai creditori.

Con ordini annullati, come quello da 2 miliardi di euro di BMW, e il mercato in fermento, ci si chiede se Northvolt riuscirà a superare la crisi e a rilanciarsi. La sfida è complessa e faticosa, eppure il sostegno degli azionisti lascia intravedere un filo di speranza.

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