Nuova Cupra Tavascan, UE potrebbe metterla a serio rischio

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Volkswagen Cupra, i dazi UE la mettono a rischio secondo i dirigenti della casa tedesca
Una Cupra Tavascan

La Cupra Tavascan, un veicolo elettrico prodotto in Cina e progettato in Spagna dalla casa nata nel 2018, verrebbe letteralmente spazzato via nel caso in cui la Commissione Europea applicasse i dazi del 21,3% previsti per la sua importazione.

Ad affermarlo nel corso di una conversazione con la Reuters è stato lo stesso CEO del marchio spagnolo controllato dalla Volkswagen, Wayne Griffiths. A rendere reale tale pericolo è il fatto che aumentare il prezzo del SUV completamente elettrico, che viene attualmente venduto a circa 52mila euro, al fine di riuscire a coprire i costi, non è un’opzione nell’attuale contesto economico europeo. Equivarrebbe infatti a metterlo praticamente fuori dal mercato.

Le parole del massimo dirigente di Cupra, la costola della SEAT che si dedica alle automobili sportive ad alte prestazioni, aiutano a capire in maniera abbastanza esauriente come la politica dei dazi, in un mondo sempre più connesso, può infine aprire la strada a contraddizioni e storture di non poco conto. Di cui la politica europea dovrebbe farsi carico, senza varare crociate di carattere ideologico. Che sembrano invece l’opzione prediletta da Bruxelles, in questo momento.

Cupra Tavascan, i dazi europei potrebbero condurla fuori dal mercato

La strada su cui si trova a correre la Cupra Tavascan è al momento piena di insidie. Se applicare una maggiorazione di costo è improponibile, non di meno lo è del resto lo spostamento della produzione in un’altra sede. L’azienda, infatti, ha già investito nell’aumento della capacità produttiva dello stabilimento Volkswagen di Anhui, nell’ambito di una joint venture di maggioranza con il gruppo cinese JAC. Altri investimenti renderebbero l’operazione difficile da sostenere.

Cupra Tavascan

Non muoversi, però, potrebbe rivelarsi letteralmente traumatico. Senza le vendite previste di Tavascan, l’anno prossimo la CUPRA non raggiungerà gli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica imposti dall’UE. In conseguenza sarà costretta a pagare pesanti multe, tali da costringerla a tagliare la produzione.

Un taglio che non sarà certo indolore, considerato il suo possibile impatto sull’occupazione presso la sua sede in Spagna. Aprendo peraltro la strada allo scontro con i sindacati, in un momento in cui il quadro economico volge al peggio. Una prospettiva non proprio gradevole, alla luce dei malumori sempre più evidenti verso l’UE.

Le parole pronunciate da Griffiths, da Barcellona, dovrebbero magari essere degnate della giusta attenzione dai vertici istituzionali europei. Il CEO di Cupra ha infatti affermato: “I dazi mettono a rischio l’intero futuro finanziario dell’azienda. L’intenzione era quella di proteggere l’industria automobilistica europea, ma per noi sta avendo l’effetto opposto… Dobbiamo trovare una soluzione”.

Quello di Griffiths è considerato uno dei commenti più taglienti finora rilasciati da una casa automobilistica colpita dai dazi. E aiuta a mettere nella dovuta prospettiva le preoccupazioni di molti operatori del settore, i quali pensano che Bruxelles possa in definiva danneggiare coloro che afferma di voler proteggere. Le politiche che fanno seguito all’indagine sui sussidi cinesi, avviata quasi un anno fa, rischiano quindi di rivelarsi un boomerang.

Intanto l’UE taglia al 9% il dazio su Tesla

La Cupra Tavascan è stata inizialmente colpita da una tariffa del 38,1%, scatenando immediatamente le proteste delle aziende interessate. Nel passato mese di agosto, la tariffa applicabile è stata quindi ridotta al 21,3%. Una decisione conseguente alla collaborazione fornita per l’indagine dell’Unione Europea, una sorta di contentino il quale, però, non ha mutato sostanzialmente il quadro.

Il tutto, peraltro, mentre Bruxelles abbassava il dazio proposto per Tesla al 9%. La casa di Elon Musk, infatti, ha uno stabilimento a Shangai, dedito all’esportazione sul mercato continentale. Quando ha chiesto un dazio negoziato la Commissione glielo ha accordato, scatenando il malumore nella concorrenza. Una mossa assolutamente improvvida, in un momento in cui l’UE viene apertamente accusata di vassallaggio nei confronti degli Stati Uniti.

Dal canto suo, la Cina ha chiesto ai 27 stati membri dell’Unione di respingere le tariffe aggiuntive proposte in una votazione programmata per il mese di ottobre. Nel caso in cui i dazi fossero confermati è legittimo pensare ad una rappresaglia di Pechino nei confronti dei veicoli europei. Una prospettiva che terrorizza ad esempio Volkswagen, ma non solo.

Peraltro, se Cupra può a sua volta chiedere un dazio concordato, in linea con quanto fatto da Tesla, c’è una controindicazione di non poco conto. La revisione, infatti, potrebbe arrivare in un arco temporale di nove mesi. Troppi per resistere validamente in un mercato che presenta problemi sempre più grandi, a causa del rallentamento dell’economia.

Cupra sta cercando soluzioni negoziali

Al momento, Cupra sta cercando una soluzione diplomatica. È stato lo stesso Griffiths ad affermare che l’azienda è in trattative con diversi livelli della Commissione e con i governi di Spagna e Germania. Colloqui i quali puntano al taglio o all’eliminazione dei dazi previsti.

Tra qualche settimana, inoltre, i rappresentanti dell’azienda si recheranno in Cina, insieme a una delegazione spagnola. L’intenzione è abbastanza chiara: cercare di trovare spiragli per una situazione che presenta grandi insidie per il marchio.

Un modello Cupra Tavascan

In questa fase, un prezioso alleato potrebbe essere rappresentato dalle case automobilistiche tedesche, a partire proprio da Volkswagen. Le stesse, infatti, sono consapevoli del fatto di essere fortemente esposte a possibili dazi di ritorsione da parte della Cina sulle importazioni di auto di grandi dimensioni. La Cina, del resto, rappresenta circa un terzo delle loro vendite. Mentre la maggior parte delle auto vendute in Cina sono prodotte localmente, molti modelli di fascia alta sono importati. La situazione è quindi molto ingarbugliata, rendendo complicato trovare la quadratura del cerchio.

Tavascan è un animale diverso, secondo la dirigenza di Cupra

La decisione di produrre Tavascan, il suo secondo modello completamente elettrico, è stata assunta da Cupra anni fa. La decisione di produrlo ad Anhui, il Cina, era dovuta al fatto di aver intravisto un’occasione pressoché unica. Usando lo stabilimento locale di VW, infatti, avrebbe consentito di immettere rapidamente il prodotto sul mercato. Mentre il suo successore, stando ai piani mai rivisti, sarebbe stato costruito in Europa.

Una decisione la quale potrebbe ora ritorcersi contro l’azienda. Griffiths sta cercando di spiegare, per quanto possibile, i danni che un uso ideologico dei dazi può provocare. Ha infatti affermato: “Non siamo un marchio cinese che cerca di invadere il mercato europeo. Le nostre auto non sono per le masse. L’auto non è un prodotto sovvenzionato. Siamo un animale diverso. È questo che stiamo cercando di spiegare”. Resta da capire se l’UE è disposta ad ascoltare.

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