Pechino contro le misure degli Stati Uniti riguardanti tecnologie cinesi in auto

Ippolito V
Alle regole dell’Occidente la Cina sta giocando da tempo le sue migliori carte. E sta anche vincendo sugli Stati Uniti.
Lin Jian contro gli stati uniti

La Cina ha lanciato un avvertimento agli Stati Uniti. Il motivo? Le cosiddette “azioni discriminatorie” che accusa Pechino contro le sue aziende. Secondo le ultime indiscrezioni politiche, Washington starebbe considerando di bloccare la vendita di veicoli dotati di tecnologie cinesi o russe. Il dietrofront si starebbe rendendo necessario visto il dominio orientale nel settore.

“Pechino si oppone all’espansione del concetto di sicurezza nazionale da parte degli Stati Uniti e condanna le ripetute misure discriminatorie adottate contro prodotti e imprese cinesi”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri, Lin Jian.

Lin Jian contro gli stati uniti

Il monito giunge in seguito a un rapporto di Bloomberg che indica come gli States stiano valutando nuove regole per vietare l’uso di hardware e software cinesi nei veicoli. Lin Jian ha ribadito l’appello di Pechino affinché gli Stati Uniti “rispettino le regole del mercato e garantiscano un ambiente commerciale aperto, equo e non discriminatorio per le aziende cinesi”. “La Cina respinge categoricamente l’uso eccessivo del concetto di sicurezza nazionale da parte degli Stati Uniti e difenderà fermamente i diritti e gli interessi legittimi delle sue imprese”, ha aggiunto Lin. In poche parole, alle regole dell’Occidente la Cina sta giocando da tempo le sue migliori carte. E sta anche vincendo.

Se le restrizioni americane venissero confermate, rappresenterebbero un ulteriore inasprimento della già tesa guerra commerciale. A maggio, Washington aveva annunciato significativi aumenti tariffari su diversi prodotti cinesi, tra cui veicoli elettrici e semiconduttori. Le nuove imposte negli Stati Uniti hanno colpito importazioni cinesi per un valore complessivo di 18 miliardi di dollari. I settori strategici colpiti, infatti, sono le batterie, i minerali essenziali e i dispositivi medici.

stati uniti, washington

Entro la fine del 2024, la tariffa sui veicoli elettrici dovrebbe quadruplicare, arrivando al 100%. Quella sui semiconduttori salirà dal 25% al ​​50% entro il 2025. Le decisioni sono state prese a pochi mesi dalle elezioni presidenziali statunitensi di novembre. Entrambi gli schieramenti politici sono impegnati a mostrarsi duri nei confronti della Cina.

Gli aumenti tariffari seguono una revisione delle imposte stabilite sotto la presidenza di Donald Trump, che avevano già colpito circa 300 miliardi di dollari di beni cinesi. L’azione americana segue una logica, come quella europea, che accusa la scorrettezza asiatica. Joe Biden, infatti, ha recentemente accusato Pechino di ricorrere a pratiche sleali invece di competere correttamente.

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