Il conto dell’elettrificazione potrebbe essere molto pesante per l’industria automobilistica tedesca. La necessità di dare vita ad una mobilità realmente sostenibile, infatti, potrebbe condurre alla perdita di ben 186mila posti di lavoro entro il 2035, nel settore. Con un quarto di forza lavoro che è già fuori dai giochi, almeno stando a quanto affermato all’interno di uno studio commissionato dall’associazione dell’industria automobilistica VDA.
Lo studio, intitolato “Prospettive occupazionali nell’industria automobilistica”, è stato condotto dall’istituto di ricerca Prognos e pubblicato il 29 ottobre, affermando che i 46.000 posti di lavoro già persi tra il 2019 e il 2023, sono da addebitare principalmente alla transizione verso i veicoli elettrici. Un conto cui si deve aggiungere la perdita di competitività della Germania conseguente all’elevato prezzo dell’elettricità, alle aliquote fiscali e alla crescente burocrazia.
Automotive, alla Germania l’auto elettrica potrebbe costare molto cara
Nel caso in cui la tendenza iniziata tra il 2019 e il 2023 dovesse continuare, l’occupazione nell’industria automobilistica in Germania nel 2035 sarebbe inferiore di 186mila persone rispetto al 2019. Ovvero rispetto ad un anno in cui nel Paese furono prodotti solo pochi veicoli esclusivamente elettrici. Da quel momento ad oggi, già 46mila posti dell’automotive teutonico sono andati persi e ad essi se ne potrebbero aggiungere altri 140mila, entro il 2035.
Se sussiste qualche dubbio, anche ad opera degli estensori della ricerca commissionata dalla VDA, è solo perché le condizioni del quadro politico potrebbero operare in un senso o nell’altro, ovvero rafforzare o frenare la tendenza.
A tal proposito il rapporto afferma: “Ciò che è chiaro – il nostro studio lo dimostra ancora una volta – è che il passaggio alla mobilità elettrica porterà alla perdita di posti di lavoro. Innanzitutto, il calo dell’occupazione non è espressione di una crisi, ma piuttosto parte della trasformazione. Ciò che è cruciale, tuttavia, è che il quadro politico sostenga e accompagni questo cambiamento. Le condizioni del quadro politico decidono se i futuri investimenti avranno luogo in Germania, se le novità che stanno nascendo verranno create qui con nuovi posti di lavoro o altrove”.
In particolare, prosegue lo studio, il motto cui uniformare le decisioni deve essere “agire con coerenza”. Ovvero, fare in modo da avere prezzi energetici competitivi, una burocrazia meno opprimente, procedure di pianificazione e approvazione rapide, un sistema fiscale e fiscale competitivo, più accordi di libero scambio. Un elenco lungo, da applicare con urgenza.
Il commento della VDA: la politica deve fare la sua parte
A commentare lo studio di Prognos è stata la presidente della VDA, Hildegard Müller, con queste parole: “La trasformazione del nostro settore è un compito immane. Le aziende dell’industria automobilistica tedesca e i loro dipendenti stanno facendo tutto il possibile per garantirne il successo. Non ci sono dubbi su questo. I produttori automobilistici tedeschi e i fornitori automobilistici di tutto il mondo investiranno circa 280 miliardi di euro tra il 2024 e il 2028 solo in ricerca e sviluppo e altri circa 130 miliardi di euro nella conversione degli impianti. Gli investimenti sottolineano la volontà dell’industria automobilistica tedesca di trasformare la trasformazione in una storia di successo. Vogliamo il cambiamento”.
Un cambiamento che, però, deve essere governato al meglio. E, stando a quanto affermato nel rapporto, al momento non lo è. Tanto da spingere la VDA a ricordare: “Il fatto è che abbiamo bisogno di una sede competitiva con le giuste condizioni quadro politiche affinché in Germania rimanga il maggior valore aggiunto e occupazione possibile e vengano creati anche nuovi posti di lavoro”.
Ove queste condizioni non vengano realizzate, il pericolo è esattamente l’opposto, ovvero la perdita di un gran numero di posti di lavoro. Un esito sociale che sarebbe doppiamente pericoloso proprio per le sue ricadute politiche. Basta in effetti vedere i risultati delle ultime tornate elettorali in Germania per notare la fortissima crescita del dissenso, a beneficio dei partiti di estrema destra e sinistra.