I produttori di veicoli elettrici europei si trovano ormai da tempo sotto pressione. La necessità di guadagnare quote di mercato e garantirsi un posto al sole vanno infatti a scontrarsi con una concorrenza sempre più serrata. Il riferimento è naturalmente a Tesla e ai produttori cinesi, i quali stanno portando avanti politiche commerciali estremamente aggressive.
Molti di loro, quindi, sono costretti a convivere con bilanci in forte perdita. Come sta accadendo a Polestar Automotive Holding, che ha registrato un’altra perdita operativa nel corso del secondo trimestre dell’anno in corso. Perdita che va ad aggiungersi ai risultati molto negativi collezionati dal suo titolo, dopo la quotazione avvenuta nel corso del 2022. Una quotazione che ha anch’essa dato vita ad una querelle di non poco conto con alcuni azionisti, i quali affermano di essere stati ingannati. Intanto, però, a tenere banco sono i risultati conseguiti nel periodo in esame.
Polestar, ancora risultati negativi nel secondo trimestre
Ammonta a 304 milioni di dollari la perdita netta collezionata da Polestar nel corso del secondo trimestre dell’anno. L’azienda, detenuta da Volvo Car e dalla società di investimento privato del miliardario cinese Li Shufu, ha quindi proseguito il trend negativo in atto ormai dal momento della quotazione.
Proprio a proposito della quotazione, l’azienda ha puntualizzato come il costo sostenuto nel secondo trimestre dello scorso anno è stato di 372 milioni di dollari. Ove si escluda questo addebito, occorre sottolineare come la perdita operativa nel secondo trimestre sia aumentata dell’8% a 19 milioni. Ad affermarlo è stato il direttore finanziario Johan Malmqvist, nel corso di una conferenza telefonica tesa a illustrare i risultati finanziari di Polestar.
Per quanto concerne le consegne, la società ne ha effettuate 15.765 nel periodo preso in esame. Un risultato che risulta del 36% superiore a quello conseguito nello stesso periodo dell’anno precedente. Tale da poter essere considerato in linea con le previsioni, secondo le quali alla fine dell’anno Polestar avrà venduto 70mila veicoli. A concorrere in modo decisivo al risultato finale sarà comunque il crossover Polestar 4, la cui produzione avrà inizio il prossimo 4 novembre.
Un segnale molto forte, secondo il CEO dell’azienda
I dati del secondo trimestre vanno ad inserirsi in una congiuntura abbastanza negativa. Proprio alla luce della debolezza del mercato, la conferma delle previsioni va interpretata come un segnale positivo. È di questo avviso anche Thomas Ingelath, CEO di Polestar. Nel corso di una intervista, proprio lui ha voluto sottolineare come il rallentamento dell’economia globale colpisca in modo particolare il settore delle auto green. A fronte di costi che continuano ad essere molto elevati non è in effetti facile convincere i consumatori ad acquistare un nuovo modello.
La situazione resta comunque abbastanza complicata, tanto da spingere i vertici aziendali ad agire sul lato dei finanziamenti necessari per sostenere al meglio l’operatività. Come ricordato da Malmqvist, Polestar proprio di recente ha proceduto alla vendita della sua fabbrica a Chengdu, in Cina, per 71 milioni di dollari. Risorse che sono andate ad aumentare la sua liquidità, in un momento che rende necessario reperire fondi aggiuntivi. Fondi che dovranno garantire la solvibilità e per i quali saranno messe in campo nuove azioni oppure obbligazioni.
Per coprire le operazioni dell’anno in corso, è intanto stato impiegato un miliardo di dollari degli 1,6 ricevuti dalla società di investimento varata da Volvo e Li Shifu. Le azioni che sono state intraprese sino a questo momento, almeno stando alle dichiarazioni rilasciate da Malmqvist, dovrebbero comunque garantire una navigazione tranquilla nel corso dell’anno.