Polestar il primo marchio a montare le batterie a ricarica rapida di StoreDot

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L’annuncio è stato dato dall’azienda israeliana e confermato da quella nordica
Polestar stabilimenti

Il primo brand a montare le batterie a ricarica ultra rapida di Store Dot sarà Polestar. A dare la notizia è stata la stessa società israeliana annunciando che è stato siglato un accordo commerciale ufficiale relativo alla fornitura dei suoi alimentatori XFC, caratterizzati da tempi di ricarica pari a circa 10 minuti, alla casa nordica. I primi modelli che li monteranno dovrebbero essere immessi sul mercato a partire dal 2027.

L’azienda nordica, legata a Volvo, ha a sua volta mostrato grande entusiasmo per l’accordo conseguito. È stato il suo CEO, Thomas Ingenlath, ad affermare: “StoreDot darà la possibilità di ricaricare le nostre auto elettriche in pochi minuti.” Poche parole le quali, però, dischiudono nuove prospettive per Polestar, in un momento in cui il mercato si fa sempre più selettivo, costringendo le case a cercare di mettere in campo strategie sempre più complesse. Nella quali le batterie tendono ad acquistare un sempre più ampio rilievo.

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Polestar e StoreDot: un accordo molto importante

Quello delle batterie è da sempre un nodo centrale per le case che costruiscono auto elettriche. Lo è diventato ancora di più negli ultimi mesi, però, proprio a causa di un mercato il quale sta diventando sempre più complicato. I facili entusiasmi, infatti, stanno rapidamente lasciando il campo ai dati di vendita. Dati che sembrano prefigurare una sorta di traversata nel deserto per molti costruttori.

Basta in effetti vedere gli ultimi dati delle vendite sui mercati di Cina, Stati Uniti e Gran Bretagna per notare come a fronte di un aumento delle vendite automotive si registri una stasi o una forte contrazione della quota spettante ai veicoli green. Testimoniati del resto dalle ultime trimestrali delle case, quelle relative al terzo trimestre dell’anno in corso.

Se Tesla ha praticamente mancato tutti gli obiettivi, crollando in borsa, altri marchi si sono trovati di fronte ad un vero e proprio bagno di sangue. A partire da Lucid, che ha messo a segno ancora una volta perdite record, tali da oscurare le performance non esaltanti del gruppo guidato da Elon Musk. Nel corso del periodo in considerazione, infatti, la casa ha perso centinaia di migliaia di dollari per ogni veicolo venduto. Un dato che fa tremare i polsi non soltanto al suo management.

Proprio per questo l’accordo tra Polestar e StoreDot va considerato della massima importanza. in un momento come questo, infatti, l’unico modo di restare sul mercato non alla stregua di pura testimonianza è rappresentato dall’abbattimento dei prezzi delle batterie e da un aumento esponenziale in termini di capacità e rapidità di ricarica. Almeno su quest’ultimo punto l’azienda israeliana sembra essere in grado di dare risposte concrete.

La notizia era nell’aria

L’ufficialità sull’accordo tra Polestar e StoreDot spazza via le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni. Agevolate del resto dall’annuncio dell’azienda israeliana relativo alla produzione dei primi esemplari delle sue batterie a ricarica rapida XFC (Extreme Fast Charging) destinate a ben 15 Case automobilistiche. Prodotti i quali servivano al fine di poter avviare dei test indipendenti.

All’inizio di ottobre era poi stata la Volvo a essere chiamata in causa, in veste di partner privilegiato per lo sviluppo degli accumulatori in questione. Sino all’irruzione sul proscenio di Polestar, azienda legata a doppio filo con Volvo, che sarà quindi un vero e proprio precursore in tal senso, montando per prima le batterie di StoreDot sui propri modelli.

Una vera e propria ansia di ricarica

Il significato di quanto sta accadendo è stato svelato da Doron Myersdorf, l’amministratore delegato del gruppo israeliano: “L’ansia da autonomia nei veicoli elettrici si è trasformata in ansia da ricarica. Con l’aumentare delle percorrenze, ora gli automobilisti vogliono auto elettriche in grado di ricaricarsi in pochi minuti”. I prodotti oggetto dell’accordo, in effetti, sembrano schiudere nuovi orizzonti in tal senso. Possono infatti passare dal 10% all’80% di carica in una decina di minuti, per mille cicli. Il tutto senza risentirne eccessivamente in termini di prestazioni.

Prima di poterle avere, però, sarà necessario un lungo lavoro. StoreDot, infatti, deve integrare i propri sistemi in un’auto di serie e deve fare in modo che la propria batteria funzioni correttamente anche fuori dai laboratori ove sono stati condotti i test. Proprio per questo i suoi tecnici e quelli di Polestar si sono già messi all’opera, con un obiettivo ben preciso: un’auto vettura elettrica di nuova generazione.

Al tempo stesso, però, StoreDot non ha intenzione di adagiarsi sugli allori. Ha infatti intenzione di lavorare sullo sviluppo di batterie ancora più performanti. Confidando sulla fame di questo genere di prodotti da parte delle case, ormai nel pieno di una vera e propria battaglia commerciale all’ultimo sangue.

Polestar sta precisando le proprie strategie

Per Polestar si tratta dell’ennesimo colpaccio. L’azienda, infatti, già pochi giorni fa aveva fatto parlare di sé per la decisione di montare le enormi celle della batteria del fornitore SK On ad alto contenuto di nichel sul suo modello 5. Si tratta di una fastback elettrica a quattro porte basata sul concetto Precept, presentato nel corso del 2020. Un modello che sarà dotato di un’architettura elettrica da 800 volt e di un potente propulsore a trazione integrale a doppio motore in grado di generare 884 CV. 

Polestar stabilimenti

Polestar 5 può essere considerato una sorta di manifesto della politica commerciale della casa nordica. Il suo prezzo, infatti dovrebbe attestarsi intorno ai 100mila dollari, rivolgendosi quindi a consumatori benestanti. Ovvero quelli su cui sembra intenzionata a concentrarsi l’azienda guidata da Thomas Ingenlath. Proprio lui, nel corso di una chiacchierata con Automotive news, del resto, aveva affermato a chiare note la decisione di non voler seguire Tesla sulla strada di una offerta rivolta anche alle fasce di popolazione meno abbienti.

Una strada reputata con tutte evidenza complicata da percorrere e foriera di grossi rischi. Rischi che sembrano da ricondurre proprio al fatto che la crisi economica in atto sta tagliando fuori dalla possibilità di acquistare veicoli elettrici le classi popolari. Un dato messo in risalto proprio da Elon Musk nel corso della conferenza stampa seguita alla pubblicazione della relazione trimestrale del brand californiano relativa al terzo segmento dell’anno.

Il miliardario di origini sudafricane, infatti, aveva messo in risalto come il continuo rialzo dei tassi di interesse avesse in pratica reso impraticabile l’ipotesi di spendere soldi su auto elettriche in un momento in cui i bilanci familiari sono a grosso rischio. Polestar non sembra intenzionata a correre rischi e, soprattutto, a rincorrere Tesla sui tagli ai prezzi. Molto meglio concentrarsi su prodotti di fascia alta e sulle batterie destinate ad alimentarli in maniera ottimale.

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