Porsche grida la riscossa: la risposta alle auto cinesi

Ippolito V
Porsche non è più impassibile all’avanzata dei marchi cinesi: la Casa automobilistica di Stoccarda prepara il rilancio.
Porsche Taycan

Fino a poco fa, l’industria automobilistica europea si dibatteva su come passare alla mobilità elettrica. Ora, un problema più urgente preoccupa i dirigenti delle principali aziende automobilistiche, Porsche compresa: come fermare l’avanzata delle auto cinesi? È una domanda inevitabile alla luce dei chiari progressi compiuti da queste aziende, favoriti dai sussidi governativi di Pechino. La questione della legittimità di tali sussidi spetta all’Unione Europea decidere, dopo un’approfondita indagine avviata da Ursula von der Leyen.

Porsche non è più indifferente all’avanzata delle auto cinesi

Porsche

Oltre ai giochi politici, occorre capire se le vetture cinesi hanno le carte in regola per conquistare il mercato europeo. È evidente che questo è l’obiettivo, come dimostrato dalla partecipazione di diversi marchi cinesi al Salone di Monaco 2023. Non si è trattato di una visita turistica, ma di un tentativo di valutare la reazione del pubblico europeo. Sembra che i tempi siano maturi per l’accelerazione, e una figura autorevole ha confermato tale impressione. Augustin Friedel, direttore senior di MHP, una società di consulenza di proprietà di Porsche, ha condiviso la sua opinione in un’intervista ad Auto Motor und Sport.

Friedel ha sollevato preoccupazioni riguardo al declino dell’industria automobilistica tedesca ed europea, che ha perso terreno rispetto agli Stati Uniti e all’Asia. Ha sottolineato che la qualità delle auto importate non è più paragonabile a quella di 10 o 15 anni fa. I nuovi modelli europei non sono più superiori agli standard di Volkswagen o Stellantis in termini di qualità produttiva e materiali utilizzati.

Inoltre, le automobili cinesi vantano un vantaggio tecnologico e software. L’Europa ha accumulato un notevole ritardo nel settore, non solo in Germania. La Cina è avanti di due o tre anni, nella migliore delle ipotesi, ha sottolineato Friedel. Tuttavia, riconosce che solo un gruppo limitato di produttori di auto cinesi ha questo vantaggio. Esso è dovuto all’approccio “Greenfield” in cui lo sviluppo dei veicoli può partire da zero, senza la necessità di adattare o aggiornare le piattaforme esistenti. Qui, il software ha la precedenza sull’hardware. Friedel prevede che il divario si ridurrà nei prossimi uno o due anni, data l’esperienza e il talento dei produttori europei nello sviluppo software.

Per il futuro, Friedel prevede una ristrutturazione delle attività automobilistiche principali, seguendo l’esempio di Ford o Renault. Già ora le due aziende stanno combinando le piattaforme dei mezzi a combustione in una divisione separata, mentre gestiscono contemporaneamente le nuove piattaforme per le elettriche come una realtà separata.

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