Volenti o nolenti, siamo davanti all’intelligenza artificiale ormai divenuta la nuova rockstar del mondo tech. La sua applicazione si può osservare praticamente ovunque, dato che parla, scrive, dipinge, e adesso valuta quanto è comoda la prossima Porsche.
Non è un’esagerazione o un’espressione divertente, perché il marchio tedesco ha deciso di insegnare ai computer a giudicare se un’auto “sembra” comoda, così da evitare infiniti giri di prova con ingegneri che finiscono per uscirne con la schiena dolorante. Il problema, classico e ovvio, è che ogni umano ha un’idea diversa di “guida confortevole”. Per alcuni è una nuvola, per altri un kart da città. E anche tra gli addetti ai lavori, le opinioni divergono molto. Questo, in fase di progettazione e sviluppo è a dir poco determinante. Gli ingegneri delle sospensioni e project manager sembrano spesso parlare dialetti diversi.

Quello di Porsche, ma chiaramente anche di tutti gli altri grandi marchi che lavorano per garantire la perfezione al dettaglio, è un vero incubo comunicativo su quattro ruote. A questo punto, però, entra in scena Emmanuel Bogner, ingegnere dinamico, che ha pensato bene di addestrare un’Intelligenza artificiale a capire quanto una Porsche riesca a “trattare bene” il fondoschiena del guidatore. Come lo si fa? Collegando sensori un po’ ovunque: volante, sedili, ammortizzatori, persino sul montante B.
In questo modo, l’Intelligenza artificiale può raccogliere vibrazioni e scossoni e tirar fuori una valutazione della comodità e della risposta del veicolo per i passeggeri. Dopo solo un giorno di addestramento, questa intelligenza da pista è in grado di dire in pochi minuti se il comfort dell’auto è da spa o da rally.

Porsche ora vuole coinvolgere altri ingegneri per arricchire il dataset e rendere l’IA ancora più sveglia e precisa. Certo, non temete: l’intelligenza artificiale non manderà a casa i tecnici veri, almeno non per ora. Perché il comfort è ancora, in fondo, una questione di gusto. E quello, per fortuna, non si misura con un accelerometro.