Se rappresenta una notevole vetrina per i nuovi modelli, l’IAA Mobility 2023 di scena a Monaco è in grado di presentare anche altri motivi di notevole interesse. In particolare per quanto riguarda la discussione sulle tecnologie in grado di risultare innovative e sostenibili, in un momento in cui l’occhio vigile dell’opinione pubblica continua ad essere puntato su questo particolare aspetto. Come dimostrano le proteste di Greenpeace che hanno caratterizzato l’avvio dell’evento.
Un aspetto destinato ad assumere un ulteriore significato in vista della COP28, la conferenza internazionale cui parteciperanno oltre 200 Paesi di ogni parte del globo, per discutere sulla crisi climatica. Un evento che già sta facendo discutere, in particolare per la presa di posizione dei Paesi europei, decisi ad eliminare i combustibili fossili.
Al momento restano fuori dalla discussione i cosiddetti e-fuel, ovvero i carburanti sintetici. Una esclusione che non desta sensazione, alla luce dell’interesse dei costruttori tedeschi per questa soluzione. Un interesse del resto ribadito da Porsche, che ha scelto proprio il salone dell’auto bavarese per illustrare il suo piano piano teso ad estrarre l’anidride carbonica (CO2) dall’aria su scala industriale, proprio per produrli.
La curiosità destata dalla presentazione di Porsche è stata notevole, considerato il momento particolare che sta vivendo il mondo dell’automotive alle prese con la transizione energetica. Non meno curiosità, però, è quella derivante dalla reazione che susciterà presso gli attivisti per il clima.
Porsche intende investire sull’estrazione di anidride carbonica: i motivi
Come già ricordato in avvio, Porsche ha messo in campo un piano teso all’estrazione dell’anidride carbonica dall’aria su scala industriale. Un proposito derivante dalla volontà di produrre carburanti sintetici, ovvero carburanti che sono benzine con le stesse caratteristiche di quelle tradizionali, con una differenza di non poco conto: la loro produzione avviene in maniera sostenibile, utilizzando energia rinnovabile o elettricità.
La questione degli e-fuel, infatti, ha destato non poche discussioni nel corso degli ultimi mesi. La decisione presa in ambito UE per il loro utilizzo su auto e furgoni ha però spiazzato l’Italia. Il nostro Paese, infatti, ha da tempo deciso di puntare sui bio-carburanti e senza una deroga per gli stessi manterrà il voto contrario allo stop ai motori termici dal 2035.
Proprio per cautelarsi in tal senso, Porsche ha quindi deciso di puntare sull’estrazione di CO2 dall’aria su scala industriale. Grazie a questo procedimento, infatti, diventa possibile mantenere i motori termici, come potrebbe del resto accadere se l’Italia manterrà il punto sulla questione. Una mossa la quale, però, sembra destinata a provocare non poca contrarietà tra gli ambientalisti.
Secondo l’Ong Transport and Environment, infatti, puntando sui carburanti sintetici la percentuale di vetture che potrebbero esserne alimentate sarebbe minima. Una contestazione che, del resto, cita i risultati di un’analisi svolta dalla stessa industria petrolifera, che è la principale sostenitrice degli e-fuel. Uno studio di Concawe, ente di ricerca facente riferimento proprio al settore della raffinazione petrolifera, non lascia del resto dubbi al proposito. Secondo lo studio, nel 2035 solo il 2% potrebbe essere alimentato da carburanti sintetici.
Estrazione di anidride carbonica dall’aria su scala industriale: di cosa si tratta?
Il piano presentato da Porsche a Monaco, è stato sviluppato insieme a Volkswagen Group Innovation, HIF Global e MAN Energy Solutions. Il suo intento è quello di estrarre grandi quantità di CO2 dall’atmosfera utilizzando all’uopo l’energia derivante da fonti rinnovabili. Un accorgimento che andrebbe quindi incontro alle esigenze di contrastare il mutamento climatico, richiesto a gran voce dagli ambientalisti.
La CO2 estratta dall’aria sarebbe poi utilizzata al fine di produrre anche i carburanti sintetici, una volta mixata con idrogeno ottenuto dall’acqua. Si tratta in pratica di un processo produttivo già usato in Cile, il quale potrebbe essere replicato in qualsiasi sito mosso da energia elettrica prodotta tramite impiego di fonti rinnovabili.
La kermesse di Monaco è stato quindi scelta da Porsche nel preciso intento di avere una ribalta di prestigio, in cui illustrare la tecnologia DAC (direct-air-capture) su cui è fondato il meccanismo. I convenuti al Salone di Monaco hanno così potuto visionare un modello dell’impianto di produzione e i video esplicativi ad esso allegati. Dai quali si è potuto appurare come l’estrazione dell’anidride carbonica dall’atmosfera prevede una prima fase che interessa le particelle di grande dimensione, seguita da una seconda più capillare, nel corso della quale verrebbe utilizzato un materiale filtrante su cui andrebbe a depositarsi la CO2.
Una volta raccolta, verrebbe purificata per poi essere mantenuta sotto forma di materia prima grezza, a differenza dell’acqua eventualmente prodotta durante il processo, che verrebbe scaricata. Sotto questa forma, l’anidride carbonica potrebbe inoltre vedere un impiego in concorso con l’idrogeno, al fine di dare vita al metanolo, o nei processi tesi a produrre plastiche non derivate da petrolio.