Porsche spinge sui carburanti sintetici, “Dobbiamo pensare anche al termico”

Ippolito V
Da quando Porsche ha lanciato il suo progetto in Cile, l’interesse è aumentato notevolmente, coinvolgendo sempre più clienti.
Porsche con e-fuel

Porsche sta emergendo come leader nel settore dei carburanti sintetici. La casa automobilistica tedesca, infatti, è l’unica che ha investito seriamente in questo campo. Non può stupire che Porsche sia protagonista dell’apertura di un impianto di produzione di e-fuel in Cile. Una scelta che la pone in netto vantaggio e in prima fila, anche e soprattutto sulla richiesta di provvedimenti sovranazionali.

stabilimento per e-fuel Porsche

Grazie alla sua posizione su questi carburanti, Porsche dipinge un futuro promettente per i carburanti sintetici, tanto da prevederne una diffusione crescente anche entro la fine di questo decennio. Secondo Michael Steiner, responsabile della ricerca e sviluppo di Porsche, “gli e-fuel costituiranno una parte significativa del consumo globale di benzina entro il 2030″, come dichiarato in un’intervista ad AutoCar.

Da quando Porsche ha lanciato il progetto in Cile, l’interesse è aumentato notevolmente, coinvolgendo sempre più clienti ed esponenti politici. Sebbene la transizione verso l’elettrico rimanga la priorità, Steiner sottolinea l’importanza di considerare l’enorme flotta globale di veicoli a combustione interna, che continua a crescere.

stabilimento per e-fuel Porsche

L’obiettivo principale, secondo Steiner, è ridurre l’uso dei combustibili fossili per favorire l’utilizzo di altri carburanti puliti in un parco auto a combustione. “La chiave della transizione ecologica è quante tonnellate di combustibili fossili riusciamo a sostituire, non necessariamente il metodo con cui lo facciamo. Con investimenti adeguati, entro la fine del decennio gli e-fuel potrebbero rappresentare una quota significativa del mercato”.

I carburanti sintetici sono prodotti combinando idrogeno e anidride carbonica catturata dall’aria. Il processo inizia con l’elettrolisi, che separa l’idrogeno dall’acqua, un passaggio che consuma molto in termini energetici. L’idrogeno viene poi miscelato con l’anidride carbonica per creare metanolo sintetico. Con un ulteriore raffinamento può essere trasformato in benzina, diesel o kerosene sintetico.

stabilimento per e-fuel Porsche

I sostenitori dei carburanti sintetici puntano sulla loro neutralità carbonica. L’anidride carbonica utilizzata nella produzione bilancia quella emessa durante la combustione, creando un effetto di compensazione. Un altro vantaggio degli e-fuel è che possono essere utilizzati nei motori termici esistenti con modifiche minime. Lo ha già dimostrato Stellantis su 28 tipi di motori Euro 6 prodotti tra il 2014 e il 2019.

La diffusione su larga scala degli e-fuel è ostacolata da due problemi: il primo è l’enorme consumo di energia elettrica richiesto per la loro produzione. Se l’energia è generata da fonti fossili, l’intero processo, ovviamente, perde valore. Poi ci sono i costi. Attualmente, la produzione di carburanti sintetici è molto costosa. Anche nella migliore delle ipotesi, Porsche stima che il costo potrebbe scendere a circa due euro al litro entro la fine del decennio. Con trasporto e accise, il prezzo del carburante sintetico rimarrà comunque più alto della benzina oggi in commercio.

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