BMW intende prevedere i futuri errori, per evitare che possano poi accadere nella realtà. Se qualcuno ha pensato a questo punto di trovarsi di fronte alla sceneggiatura di Minority Report, il film diretto da Steven Spielberg nel 2002 in cui un sistema congegnato sui Precog consente di prevedere i crimini, è assolutamente fuori strada. Il marchio tedesco, infatti, è realmente intenzionato a utilizzare l’intelligenza artificiale per arrivare a questo ambizioso obiettivo.
Ad incaricarsi di farlo sarà Proactive Care, un servizio il quale utilizza l’IA in maniera proattiva al fine di riuscire a individuare le esigenze in tema di assistenza e contattare gli interessati. In pratica andrebbe ad anticipare le richieste in tal senso, adoperandosi per risolvere il problema previsto. O almeno provare a farlo.
Proactive Care sarà disponibile su tutti i modelli dotati di sistema operativo BMW 7 o successivo. Un passo il quale provvede ad accostare anche il mondo dell’automobile a quell’intelligenza artificiale che pure sta suscitando non solo curiosità, ma anche timori di grande portata.
Come funzionerà Proactive Care
Per poter usufruire di Proactive Care, i clienti devono avere un contratto BMW ConnectedDrive attivo e procedere alla registrazione del proprio veicolo nell’app My BMW. Una volta che siano state esaurite queste condizioni preliminari gli stessi potranno verificare sul campo l’effettiva validità del nuovo programma della casa tedesca incentrato sull’intelligenza artificiale.
BMW ha già precisato di essere intenzionata ad utilizzare un “approccio digitale” per Proactive Care. Cosa significa? In pratica che i proprietari potranno essere raggiunti da un messaggio sull’l’app My BMW, tramite il sistema di infotainment del proprio veicolo o via e-mail. Nel caso in cui le cose siano già precipitate nella direzione prevista dal sistema, la casa può a sua volta contattare gli interessati per mezzo di una chiamata dell’assistenza stradale.
BMW, a sua volta, offrirà inoltre suggerimenti di auto-aiuto (come ad esempio la procedura da seguire per installare un aggiornamento via etere), e un supporto flessibile nel preciso intento di garantire la mobilità. Inoltre, si assumerà il compito di suggerire il centro di assistenza in cui l’interessato potrebbe portare il proprio veicolo. I servizi in questione, integrandosi con altri già presenti, dovrebbero infine permettere ai clienti di godere di un servizio clienti sempre più performante, in grado di farsi sentire per l’intera durata del tempo trascorso all’interno del proprio veicolo.
Inoltre, il servizio sarà utilizzato anche per offrire ai clienti video sul servizio svolto e una serie di informazioni chiave per quanto riguarda i lavori di riparazione da fare. Ovvero quanto manca alla fine delle operazioni previste e i costi che si prospettano per la loro effettuazione. Tutto, quindi, all’insegna della massima trasparenza.
Intelligenza artificiale: sarà sempre più presente nell’automotive
Il rapporto tra intelligenza artificiale e automotive è destinato a crescere in maniera esponenziale nel futuro. Ad affermarlo è stato in particolare il rapporto “AI in Wellbeing and Comfort in the Automotive Industry”, elaborato da Research and Markets, in cui si ricorda che aziende come Hyundai, Yamaha, Volkswagen e altre stanno lavorando su diversi algoritmi. Sui quali hanno fatto leva nel preciso intento di sviluppare una serie di soluzioni nelle varie fasi tra ideazione o concept, prototipo, pre-commercializzazione e pubblicità.
Soluzioni destinate ad esempio a risolvere problematiche come lo stress, il disagio, l’ansia, la sonnolenza, il mantenimento della temperatura, l’umidità e il clima. Le tecnologie utilizzate in tal senso sono il machine learning, il deep learning, il riconoscimento facciale, la rete neurale, quella bayesiana e altre. Il tutto condotto all’interno dei laboratori di quelle case automobilistiche che ritengono di poter conquistare quote di mercato anche per questa via.
BMW quindi rappresenta soltanto uno degli attori che stanno lavorando in questa logica. Nell’immediato futuro dovrebbero approdare sul mercato altre soluzioni di questo genere, scatenando una corsa all’IA. La speranza è che la realtà non vada a superare la fantasia, producendo problemi più gravi di quelli che si intende risolvere.