Regno Unito, l’SOS dei costruttori: il mandato ZEV costerà quest’anno 7,2 miliardi di euro

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Il messaggio sembra essere stato recepito dal governo laburista, che ha avviato consultazioni sul tema
Traffico a Londra

Sono passate alcune settimane da quando Luca de Meo, presidente dell’Acea, la lobby dei costruttori europei, ha lanciato l’allarme sui devastanti danni collegati alle multe che saranno elevate nei confronti di chi non rispetterà i nuovi limiti delle emissioni nocive indicati in sede UE. Danni che arriverebbero nel 2025 a varcare la soglia dei 15 miliardi di euro, mettendo a serio rischio i bilanci di molte case.

Già quest’anno, però, le stesse aziende potrebbero ritrovarsi a fare i conti con le sanzioni collegate al cosiddetto mandato ZEV in vigore nel Regno Unito. Le multe in questione, infatti, potrebbero attestarsi intorno ai 6 miliardi di sterline, ovvero 7,2 miliardi di euro al cambio attuale. A denunciare quanto si sta preparando è SMMT, l’associazione che riunisce case e concessionarie operanti oltremanica.

Mandato ZEV, in arrivo la prima stangata per i costruttori

Il mandato ZEV si prefigura come un incubo per chi vende auto nel Regno Unito. Il governo di Londra, infatti, nel preciso intento di favorire la transizione verso la mobilità sostenibile, ha adottato un provvedimento in base al quale la percentuale delle auto elettriche nuove vendute dovrà essere sempre più alta. Con un obiettivo di fondo, il conseguimento del 100% entro il 2030.

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All’interno di questo provvedimento, sono state adottate multe salate, per spingere le case a non avere ripensamenti sulla direzione da intraprendere. Le sanzioni prefigurate all’interno del mandato ZEV, possono arrivare fino a 15mila sterline per ogni veicolo in eccesso. Con un contraltare a favore dei costruttori in regola, che possono rivendere un’indennità a quelli in difetto, allo stesso prezzo per esemplare.

La normativa è stata ripristinata dal governo Starmer dopo le modifiche che erano state apportate da quello guidato da Rishi Sunak. E già per quest’anno prevede che il 22% delle nuove auto vendute nel Regno Unito debba essere elettrico.

Stando ad una recente analisi condotta da SMMT, gli oneri a carico dei costruttori per quest’anno andranno ad attestarsi intorno ai 6 miliardi di sterline. Di questi, oltre 1,8 miliardi prenderebbero la forma di multe, con il resto collegato a sconti e promozioni necessari per sospingere le vendite di elettriche sino al conseguimento dell’obiettivo del 22%. Una cifra che, sempre secondo l’associazione, andrà ad aumentare nel corso dei prossimi anni. A causare tale aumento la necessità di vendere sempre più EV a fronte di una domanda che non sembra destinata a crescere molto. Il tutto con un un “potenziale impatto devastante sulla redditività delle imprese e sui posti di lavoro”.

Il mandato ZEV andrebbe rivisto, secondo SMMT

Il documento pubblicato dall’ente parte da una doverosa premessa: “Il settore automobilistico mantiene il suo impegno a favore di un settore del trasporto stradale decarbonizzato”. Testimoniato del resto dalla presenza odierna di una gamma composta da oltre 125 auto elettriche e più di 30 furgoni.

Il mandato, però, “è stato concepito più di due anni fa e i presupposti iniziali su cui è stato fondato non hanno ancora trovato conferma”. In particolare, la domanda non riesce “a soddisfare le ambizioni, i tassi di interesse sono elevati, i prezzi delle materie prime e dell’energia rimangono alti e le tensioni geopolitiche e l’incertezza economica stanno influenzando la fiducia” dei consumatori.

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Quando venne varato, il provvedimento l’industria prevedeva immatricolazioni molto più alte di quelle che si sono effettivamente verificate. Le auto elettriche dovevano essere quest’anno il 23,3% del totale, ma si sono fermate al 18,7% dei volumi effettivi, che sono stati inferiori alle previsioni per circa 94mila esemplari. Mentre per quanto concerne i furgoni, la penetrazione dell’elettrico si è fermata al 5,7%, contro il 10% previsto.

Il Regno Unito rischia di veder messa in discussione la sua vocazione manifatturiera

Una situazione, quella creatasi, che impone alle case, per poter rispettare gli obblighi, a sostenere un conto di quasi 6 miliardi di sterline. Con una sola possibile alternativa: tagliare la produzione, con quello che comporterebbe questa decisione a livello occupazionale.

Un quadro reso ancora più drammatico da un altro fatto, sempre segnalato da SMMT. Secondo l’associazione, infatti, “oneri di tale portata potrebbero costringere i marchi a ritirarsi dal mercato britannico e indurre gli investitori globali a mettere in discussione l’attrattiva del Regno Unito come destinazione manifatturiera”.

Di fronte a quanto sta accadendo, Mike Hawes, che guida l’associazione, non ha esitato a chiedere una revisione urgente delle normative. Nel farlo è riuscito a trovare ascolto da parte nel segretario agli affari economici, Jonathan Reynolds. Quest’ultimo, infatti, dopo aver espresso le sue profonde preoccupazioni per le conseguenze del mandato ZEV ha deciso di avviare una consultazione con le parti interessate. L’obiettivo è quello di una modifica in grado di mantenere la rotta verso la mobilità sostenibile senza provocare un disastro nell’industria automobilistica.

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