Renault sta guadagnando terreno nel mercato europeo delle auto ibride. In un settore che si trova in fase di rapida crescita, la scommessa di Luca de Meo, numero uno della casa francese, su una tecnologia di cambio a basso costo si sta rivelando vincente.
Mentre i rivali rischiano di restare schiacciati dalla sfida sull’auto elettrica, Renault è invece in grado di affrontare una strada impervia con minori affanni. Nel corso dei primi otto mesi dell’anno, infatti, la società transalpina ha visto una crescita esponenziale nelle vendite di modelli che utilizzano entrambe le motorizzazioni. A partire da Clio e Captur, che sono cresciute del 55% rispetto a dodici mesi prima.
Renault, la sfida di de Meo sta pagando
Il fastidio di Luca de Meo per i veicoli elettrici costosi, e di grandi dimensioni, è ormai evidente. Un fastidio tramutatosi in una scommessa ben precisa, quella sulle ibride low cost, come Clio e Captur. Basta in effetti paragonare il +55% messo a segno da questi modelli con il pur significativo +21,1% registrato nell’intera Unione Europea, per capire come stiano andando le cose.
E prendendo come riferimento il primo semestre dell’anno, la crescita arriva addirittura al 60%, pagando dazio solo alla frenata osservata dal mercato automobilistico negli ultimi mesi. Dati tali da fare di Renaul il secondo a livello europeo in questo particolare segmento, alle spalle della sola Toyota.
Un trend che è stato messo in rilievo dagli analisti di Stifel, che hanno espresso questo parere: “Renault sembra andare molto, molto bene”. Un parere espresso dopo che la casa automobilistica ha annunciato l’8 ottobre di voler rispettare i propri obiettivi aziendali, una delle poche tra quelle tradizionali a non essere costretta ad una revisione al ribasso le proprie stime a causa delle difficili condizioni di mercato.
A spiegazione di questo ottimo momento di Renault, gli stessi analisti hanno poi aggiunto: “Riteniamo che l’azienda sia semplicemente più versatile e agile rispetto ai suoi concorrenti”. Un dato veritiero, se si considera che il marchio francese vanta una capitalizzazione pari a 11,6 miliardi di euro. Un quarto circa di quello che caratterizza Volkswagen, tale da diventare un punto di forza, ma anche di debolezza. Se è in grado di prendere decisioni più rapide in relazione alle condizioni di mercato, Renault è anche maggiormente esposta all’offensiva delle auto elettriche cinesi.
Le auto ibride potrebbero permettere a Renault di centrare gli obiettivi ambientali UE
Renault, posseduta al 15% dallo Stato francese, è impegnata nella ricerca di una nuova strategia, dopo aver deciso di mettere in stand-by la sua ventennale alleanza con Nissan e Mitsubishi e aver abbandonato la prevista IPO per la divisione dei veicoli elettrici di Ampere.
Il mantenimento dell’attuale forza nel settore delle auto ibride, che sono più economiche dei veicoli elettrici e meno inquinanti di quelli tradizionali, potrebbe aiutare l’azienda guidata da Luca de Meo a ridurre le emissioni complessive del gruppo e ad aumentare le vendite nel breve termine.
In tal modo, sarebbe più agevole rientrare nei target ambientali indicati a livello UE ed evitare le colossali multe previste per i costruttori che dovessero sforarli. Indicate in non meno di 15 miliardi di euro, tanto da spingere nn poche di loro a chiedere di rimandare il termine del 2025.
Ad agevolare il buon momento di Renault, è anche la crescita di cui è oggetto la domanda di veicoli ibridi. Secondo le società di consulenza Dataforce e S&P Global, la domanda stessa dovrebbe continuare a crescere fino alla fine di questo decennio, prima che i veicoli elettrici prendano definitivamente il sopravvento.
Quali i motivi alla base del buon momento dell’azienda francese?
Secondo gli analisti, il segreto del recente successo di Renault nel settore dell’ibrido è da ricercare nell’attenzione che l’azienda riserva ormai da tempo ad una precisa tecnologia, quella dei cambi. Una tecnologia che il gruppo francese padroneggia ormai da un secolo.
In particolare, gli ingegneri Renault hanno puntato con estrema decisione su un innesto a denti semplificato, che viene utilizzato al fine di collegare e scollegare le marce senza la necessità di una batteria di sincronizzatori. Il sistema di trasmissione ibrido che ne consegue, caratterizzato dalla convenienza in termini di costi, è stato denominato E-Tech.
A rendere possibili i significativi risparmi è il fatto che a differenza di quanto avviene in altri motori doppi, ove abbondano sincronizzatori e ingranaggi per la gestione della velocità del motore e la sua trasmissione alle ruote, in E-Tech, utilizzabile su tutti i modelli Renault, la richiesta di componenti è minore, rendendolo anche più leggero.
La borsa premia Renault
Nel corso di quest’anno, le azioni Renault sono salite del 6,4%. Una tendenza tale da far felici gli investitori, soprattutto se raffrontata ai dati collezionati da altri marchi europei. L’indice azionario automobilistico continentale è infatti calato nell’ordine del 12%, nello stesso arco temporale. Un trend spiegato in questo modo da Philippe Houchois, analista di Jefferies: “Rispetto ai suoi concorrenti, Renault è particolarmente a suo agio nel bilanciare veicoli elettrici a batteria e trasmissioni ibride”.
Una crescita che dovrebbe consolidarsi con l’introduzione di nuovi modelli Renault a prezzi accessibili. La Clio ibrida di Renault costa 400 euro in più della Toyota Yaris e della Peugeot 208, garantendo però maggiore potenza, con il suo sistema di cambio E-tech in grado di essere utilizzato in piccole auto e nella sua nuova berlina coupé Rafale da 300 cavalli. Tanto da spingere Antoine Giraud, analista di S&P Global a vaticinare il mantenimento di questo vantaggio per diversi anni.
Mentre per Benjamin Kibies, analista senior del settore automobilistico presso la società di consulenza tedesca Dataforce, proprio la forza dei modelli ibridi, meno dannosi per l’ambiente rispetto alle auto tradizionali, agevolerà la casa transalpina nel rispetto delle norme UE tese limitare le emissioni di CO2. Un traguardo che arriverà nonostante venda meno veicoli elettrici rispetto ai concorrenti.
Il pericolo è dietro l’angolo
Sin qui abbiamo visto le notizie positive per la casa francese. Occorre però aggiungere un dato messo in risalto dagli analisti di Dataforce, quello relativo al fatto che le auto ibride E-Tech di Renault emettono appena 95 grammi al chilometro. Un comportamento il quale ha aiutato il gruppo a raggiungere una media di 114 grammi di CO2 nei primi sei mesi del 2024.
Per capire meglio, va ricordato come si tratti di un valore migliore rispetto alle emissioni medie di CO2 di Ford e Volkswagen, che si attestano rispettivamente a 123 grammi e 125 grammi. Una forza sorprendente, nel settore dell’ibrido, che però dal prossimo anno conterà relativamente.
Nel 2025, infatti, le case automobilistiche devono ridurre le emissioni medie di CO2 a 94 grammi per chilometro, lungo il territorio continentale. Per riuscirci, Renault necessita che poco meno del 20% delle sue vendite provenga da auto elettriche, come ricordato a Reuters da una fonte a conoscenza della questione. Una percentuale difficile da conseguire finché le vendite di veicoli elettrici ristagnano al 12% circa di quelle del suo marchio in Europa.