I distributori di carburante tornano al centro dell’attenzione mediatica e questa volta non (almeno non direttamente) per il caro benzina. È in fase di discussione e preparazione, infatti, un disegno di legge (ddl) da parte del Governo che ha come obiettivo quello di riformare il settore dei distributori di carburante, i noti benzinai.
Cosa prevede la riforma dei benzinai
C’è la volontà di dare un’impronta green ai distributori di benzina intervenendo su diversi fronti. Si parte innanzitutto dalla volontà di riordinare e riorganizzare le regole per le concessioni delle autorizzazioni e delle autorizzazioni per le vendite degli impianti. Le nuove autorizzazioni, questo sembra prevedere il testo che andrà in discussione in uno dei prossimi Consiglio dei Ministri, verranno rilasciate entro 90 giorni e in forma espressa rimuovendo il sistema del tacito assenso. Dal prossimo anno poi le autorizzazioni saranno legate alla distribuzione da parte dei benzinai di almeno un prodotto diverso dai tradizionali combustibili fossili. Potrebbero essere previste modifiche anche sulla tipologia di contratto orientandosi verso la forma del contratto d’appalto.
Altre novità riguardano anche direttamente il prezzo del carburante. Sembra ormai certa la volontà di eliminare sia l’esposizione del cartello con il prezzo medio (introducendo un sistema basato sul QR Code) e l’indicazione del differenziale tra prezzo del self-service e del servito.
Oggetto di discussione del disegno di legge, che segue un intenso anno di incontri e confronti tra il governo e la rete di distributori italiani di carburante, c’è anche l’introduzione di una serie di incentivi (amministrativi e di premialità) e finanziamenti per costruire o ristrutturare un impianto dismesso che rispetti standard più rigorosi e preveda requisiti sempre più orientati alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente.
Il settore dei cosiddetti benzinai è da anni oggetto di una profonda ristrutturazione anche considerando la diffusione delle auto elettriche e delle relative colonnine di ricarica. Si stima che nel prossimo triennio potrebbero essere messi in discussione fino a 8000 degli attuali punti vendita (la metà dei quali considerati incompatibili) prevedendo inoltre l’introduzione di un nuovo sistema di distributori multi-servizi, così come avviene da tempo in diversi Paesi europei.
L’altro grande campo di azione su cui dovrebbe intervenire il disegno di legge è quello legato alle misure di tutela delle condizioni di lavoro ed esercizio dell’attività. Questo per evitare il fenomeno del cosiddetto caporalato per il quale ci sono numerosi abusi di dipendenza economica nei rapporti di lavoro tra i titolari dei distributori di carburante e chi gestisce gli impianti.