La nascita dei veicoli ibridi, contrassegnati da una tecnologia in grado di combinare un motore a combustione con uno elettrico, ha rappresentato una vera e propria rivoluzione, nel settore automobilistico. Se in un primo momento pochi consumatori compresero la sua importanza, con l’avvio del processo di elettrificazione dei trasporti gli ibridi si sono rivelati una ottima soluzione nella fase di transizione verso un modello di mobilità più sostenibile. A rendergli giustizia proprio i colli di bottiglia che il processo di elettrificazione si trova a dover affrontare verso la sua affermazione. Tali da spingere molti consumatori e molte case verso gli ibridi. Ora, però, per quelli plug-in si avvicina un altro pericoloso punto di svolta.
Gli ibridi sono sempre più attuali
Probabilmente, neanche Toyota, che lanciò la tecnologia ibrida, si aspettava un successo così largo per i veicoli ad essa dedicati. In effetti, quando è stata lanciata, poteva assicurare una riduzione dei consumi che difficilmente raggiungeva il 20%. Poco, considerati i costi ad essa collegati.
Il modo in cui è stata impostata l’elettrificazione, ha però contribuito in maniera decisiva a rendere gli ibridi una tecnologia di transizione ideale. In molti Paesi, infatti, i consumatori hanno preferito queste vetture le più vendute in assoluto. a discapito di auto elettriche troppo costose e alle prese coi problemi derivanti dalla ricarica.
E in questo quadro, un ruolo sempre più di spicco è toccato agli ibridi plug-in. Ovvero quelli in cui il motore elettrico dispone di una batteria più grande, tale da tramutarsi in una autonomia che può superare i 100 chilometri negli ultimi modelli, senza la necessità di avviare il motore a combustione. Un ruolo che, però, potrebbe presto essere ridotto drasticamente.
La bastonata di Bruxelles è ormai imminente
A rendere sempre più popolari gli ibridi, è stata una decisione dell’Unione Europea, ovvero quella di concedere agli ibridi plug-in gli stessi vantaggi collegati ai veicoli elettrici. Una misura temporanea tesa a spingere i cittadini del vecchio continente a prendere confidenza con l’idea di una mobilità sempre più neutrale nei confronti dell’ambiente e spianare in tal modo la strada verso l’auto full electric.
A spingerne la popolarità, ha poi contribuito una falsa credenza, ovvero che i consumi siano ridicoli. Normalmente, si afferma infatti che basti un litro di carburante ogni 100 chilometri. Una falsa credenza derivante in particolare dal fatto che il test di omologazione viene solitamente fatto con la batteria carica e percorrendo solo 800 chilometri. Un modus operandi che si traduce nel ricorso all’energia elettrica per la lunga percorrenza, con consumo di carburante pari a zero e indicazione di una media chiaramente dopata.
La tecnologia ibrida plug-in, però, ha creato un buco nell’automobile europea, una sorta di trappola che è stata seguita praticamente da tutti i produttori che hanno lanciato veicoli ispirati ad essa, assimilandoli all’auto realmente elettrica. Molti dei lori acquirenti, in realtà, non procedono quasi mai alla loro ricarica, preferendo guidare a benzina. Con consumi che salgono alle stelle, anche per effetto del peso eccessivo degli ibridi plug-in. Che con batteria e motori aggiuntivi possono arrivare a 500 chilogrammi. Un trend che potrebbe presto essere un ricordo del passato.
È in arrivo la normativa Euro 6e bis: cosa accadrà ora?
L’omologazione delle vetture ibride plug-in dovrà prevedere un percorso pari a 2mila chilometri, al posto degli attuali 800. Questo è quanto imposto dalla nuova normativa Euro 6e bis appena attivata da Bruxelles. Ne conseguirà, per le auto interessate, l’obbligo a percorrere molti più chilometri con il motore a combustione, avvicinando così un maggior allineamento dei loro consumi a quelli effettivi. Un percorso che diventerà ancora più stretto nel 2027, quando le normative verranno ulteriormente inasprite con un percorso allungato a 4mila chilometri .
Il nuovo regolamento è destinato a danneggiare proprio le auto ibride plug- in. Una volta che i consumi indicati saranno reali, al contrario di oggi, sarà molto complicato continuare a giustificarne l’etichetta Zero e assimilarle agli EV, come viene fatto al momento.
Con le nuove omologazioni, obbligatorie per tutte le auto che arriveranno sul mercato, le ibride plug-in passeranno infatti da un consumo di un litro ogni 100 chilometri a uno compreso tra 5 e 6 litri. Ovvero un dato molto simile alle non plug-in. Le conseguenze sono facilmente prevedibili, anche a livello di mercato.