L’industria automobilistica europea trema di fronte allo spauracchio rappresentato dalle multe per lo sforamento dei limiti alle emissioni di carbonio derivanti dalla propria produzione. È stato Luca de Meo, amministratore delegato del gruppo Renault a lanciare l’allarme, affermando che i marchi del vecchio continente potrebbero ritrovarsi a dover pagare multe pari a 15 miliardi di euro (17,4 miliardi di dollari).
Il problema deriva, in particolare, dal forte rallentamento della domanda di veicoli elettrici, senza che lo stesso andasse a riversarsi in maniera significativa sui veicoli dotati di motori termici. In virtù di questa dinamica del mercato, le emissioni di carbonio sarebbero quindi eccessive, esponendo le case del vecchio continente ad un vero e proprio salasso.
Luca de Meo lancia l’allarme: si prospetta un salasso per le case automobilistiche europee
Come è ormai noto, nel 2025 le case automobilistiche si troveranno a dover affrontare obiettivi UE più severi in materia di CO2. Il limite massimo delle emissioni medie delle vendite di veicoli nuovi, infatti, dovrà scendere a 94 grammi/km dai 116 che hanno caratterizzato il 2024.
Tali obiettivi, però, sembrano al momento un vero e proprio miraggio. A ricordarlo è Luca de Meo, il CEO del gruppo Renault. Queste le sue parole, al proposito: “Se i veicoli elettrici resteranno al livello attuale, l’industria europea potrebbe dover pagare 15 miliardi di euro di multe o rinunciare alla produzione di oltre 2,5 milioni di veicoli”. Parole rilasciate da de Meo alla radio France Inter, il passato 7 settembre.
Il massimo dirigente del gruppo francese ha poi aggiunto: “La velocità di accelerazione dell’elettrico è la metà di quella di cui avremmo bisogno per raggiungere gli obiettivi che ci consentirebbero di non pagare multe”. Parole che faranno sicuramente riflettere, alla luce del fatto che de Meo riveste anche il ruolo di presidente dell’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA). Parla quindi a nome del settore, rivolgendosi alle istituzioni.
Lo spauracchio delle multe
Occorre a questo punto sottolineare come il superamento dei limiti di CO2 può comportare multe pari a 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccesso per chilometro, moltiplicato per il numero di veicoli venduti. Tradotto nella pratica, si potrebbe rivelare un vero e proprio tornado, comportando sanzioni per decine di miliardi di euro, a carico delle grandi case automobilistiche.
Ancora Luca de Meo ha infatti messo le mani avanti: “Tutti parlano del 2035, tra 10 anni, ma dovremmo parlare del 2025 perché siamo già in difficoltà”. Il riferimento è al momento fissato dall’UE come scadenza dopo la quale sarà possibile esclusivamente la vendita di auto a zero emissioni.
Proprio la rigidità dell’Unione Europea è oggi sotto accusa, da parte dell’industria automobilistica europea. Come ricordato dall’amministratore delegato di Renault, con queste affermazioni: “Dobbiamo avere un po’ di flessibilità. Stabilire scadenze e multe senza essere in grado di renderle più flessibili è molto, molto pericoloso”.
Il rapporto di Dataforce
Nel passato mese di agosto, un rapporto di Dataforce ha affermato che le case automobilistiche dovranno aumentare notevolmente le vendite di auto completamente elettriche e ibride, per riuscire a conseguire gli obiettivi fissati per il 2025. E dovranno farlo nonostante lo “scetticismo del mercato” nei confronti dei veicoli elettrici.
Sempre stando a quanto affermato da Dataforce nel suo studio, saranno Ford e Volkswagen le case automobilistiche più lontane dal conseguimento dell’obiettivo in questione.
Se si pensava che ad essere maggiormente a rischio fosse Toyota, in ragione del fatto che il marchio nipponico vende al momento un numero estremamente esiguo di auto completamente elettriche, la realtà si è rivelata ben diversa. Il maggior produttore mondiale di autoveicoli, infatti, riesce a ovviare grazie a un gran numero di ibride completamente a basse emissioni. Tanto da risultare, in definitiva, il più vicino al suo obiettivo del 2025.
Ancora meglio sono andate le cose a Geely e Tesla, per ovvi motivi. Entrambe la case, infatti, grazie al fatto di riservare i propri sforzi produttivi all’elettrificazione, hanno già raggiunto il proprio obiettivo. I problemi sono per tutti gli altri.