Secondo Nissan il freddo non sarebbe più un problema per l’auto elettrica, ma è veramente così?

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A spingere la casa asiatica in tal senso i risultati dei test condotti su una Nissan Ariya
Nissan Ariya

Il freddo è notoriamente tra i principali avversari da battere, per conseguire il massimo in termini di efficienza di auto elettriche e batterie chiamate ad alimentarli. Il motivo è da ravvisare nel fatto che proprio le basse temperature si possono tramutare nella pratica compromissione della riserva energetica e del corretto funzionamento delle auto, soprattutto se le stesse non sono custodite in un luogo chiuso nel corso dell’inverno. O, almeno, questo è quanto è stato ripetuto nel corso degli anni dagli esperti. Una sorta di mantra che ora Nissan prova a mettere in discussione. Vediamo come.

Cosa sta facendo Nissan per impedire al freddo di rappresentare un problema per l’auto elettrica?

Il freddo rappresenta realmente un problema per l’auto elettrica? Secondo i costruttori lo è ancora, ma molto meno di un tempo. A spingerli in tale direzione il lavoro condotto nei laboratori di tutto il mondo sulle batterie e sui sistemi di gestione energetica e ricarica. Cui va aggiunto il fatto che anche i sistemi incaricati di testare i veicoli stanno progredendo in maniera evidente.

Nissan Ariya

Ora, però, c’è un costruttore in particolare a indicare tale problematica come virtualmente superato. Si tratta di Nissan, che proprio di recente ha diramato un comunicato sul tema. All’interno del quale vengono riportati i risultati di una serie di test approfonditi relativi all’esposizione a basse temperature che sono stati condotti all’interno del proprio centro prove di Detroit.

In particolare, teatro dei test è stata una speciale camera termica, ove possono essere conseguite temperature comprese tra i 176 e i -40 gradi Farenheit. Che vanno a posizionarsi nella scala Celsius utilizzata in Europa in una forbice tra gli 80 e i -40°.

Il trattamento in questione, è quello tipicamente riservato a tutti i nuovi veicoli, in modo particolare quelli elettrici. E serve ad un preciso scopo: riuscire a verificare la tenuta al caldo e al freddo dei componenti dei sistemi elettrici, in maniera tale da poter affinare anche le modalità di gestione termica e preriscaldamento grazie ai quali è possibile arrivare all’ottimizzazione anche della fase di ricarica.

La prova su Ariya confermerebbe l’assunto di Nissan

A confermare la tesi di Nissan sarebbe in particolare il test condotto su una Ariya, ovvero l’ultima arrivata nella flotta della casa nipponica, oltre che la capostipite di una nuova famiglia di veicoli a zero emissioni. Nel corso del quale un modello lasciato nel corso della notte nella camera ad una temperatura di -4° F, con una carica del 17%, è stata trovata la mattina successiva con lo stesso stato di carica. Il tutto senza dover ricorrere alle funzioni di protezione della batteria.

Nissan Ariya

A smentire le affermazioni di Nissan, sono però i test condotti in maniera periodica dal NAF, ovvero dall’automobile club della Norvegia. Nel corso dei quali molti esemplari elettrici non hanno in effetti fornito lo stesso responso della Ariya. In particolare, le ultime prove che sono state condotte nel corso del 2023, riguardanti oltre trenta modelli appena sfornati dalle linee di produzione, hanno visto gli stessi perdere tra il 10 e il 30% della propria autonomia effettiva.

Va anche sottolineato che nel caso di Nissan, il test è durato in pratica poche ore, in un ambiente caratterizzato da temperatura e umidità costanti. Si tratta con tutta evidenza di condizioni abbastanza dissimili da quelle che sono tipiche di un ambiente naturale. Ove, in effetti, i mutamenti dei parametri possono essere non solo rapidi, ma anche imprevisti. Risultando, in definitiva, molto più simili a quelli che caratterizzano i test condotti dal NAF. Nel corso dei quali, comunque, non sono stati utilizzati modelli di Nissan. Occorre quindi capire se la Ariya, ad esempio, sottoposta a questi ultimi sia in grado di fornire lo stesso responso.

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