Il casa produttrice giapponese, pioniera dell’ibridazione nella propulsione dei veicoli, ha scelto di restare fedele a questa tecnologia rivoluzionaria. Ricordiamo tutti la (non proprio amatissima) Prius, che ha aperto la strada alla mobilità ecologica ormai più di vent’anni fa. Nonostante la crescente pressione verso l’elettrificazione completa e le severe normative imposte da una parte all’altra dell’Atlantico, Toyota vede l’ibrido come una strategia di transizione ancora molto valida.
Jack Hollis, direttore operativo di Toyota Nord America, ha espresso diversi dubbi sui nuovi requisiti californiani, specie sulle ambizioni di cui sono portatori. Il manager, infatti, si è espresso sulle misure americane come semplicemente “irrealistiche”. Si parla, in questo caso, del 35% delle nuove vendite che dovrà essere a emissioni zero già dal 2026.
Secondo Hollis, tali regole rischiano di “limitare la scelta per i consumatori”, dato che la domanda attuale di veicoli elettrici non appare ancora sufficiente a sostenere questo livello di vendita. In questo scenario complesso e, per certi aspetti, già drammatico in Europa, Toyota ha mantenuto la leadership nelle vendite di modelli ibridi in Europa. Se le norme restano invariate, si verificheranno “atti innaturali” e “l’industria sarà distorta”, ha dichiarato Hollis. Vetture ibride come Corolla e Yaris restano invece molto popolari nel mondo grazie alla praticità, alle basse emissioni e all’etichetta ECO, vantaggiose nelle città “meno tolleranti”.
Il vicepresidente del colosso giapponese Yoichi Miyazaki ha recentemente ribadito che l’azienda non abbandonerà gli ibridi nel breve termine, consapevole del successo, ancora forte, a livello globale di questa tecnologia. Toyota non ignora la spinta verso l’elettrico, soprattutto in Cina, il più grande mercato automobilistico mondiale, dove mira a espandere la produzione elettrica per competere direttamente con BYD.
Toyota prevede di costruire 2,5 milioni di veicoli elettrici in Cina entro la fine dell’anno e punta a produrne fino a 3 milioni entro il 2030. Questa dualità tra investimenti nell’ibrido e ambizioni elettriche riflette la volontà di Toyota di orientarsi tra politiche restrittive e strategie commerciali diverse nei vari mercati.