Sergio Marchionne: la sua visione dell’auto elettrica e di Elon Musk

Ippolito V
Sergio Marchionne

O lo si ama o lo si odia. Poche figure dell’automotive sanno essere polarizzanti come Elon Musk. Il tycoon sudafricano, numero uno della Tesla, ha da sempre avuto un modo di approcciarsi all’industria in modo inusuale. Tra i grandi nomi provenienti dall’industria delle alte tecnologie, è il perfetto esempio di uomo figlio dell’epoca attuale. Le ultime ricerche lo decretano uomo più ricco al mondo, ma ciò non ne spegne le manie di grandezza. La sua fama lo accompagna, comprese le boutade, volte ad attirare curiosità attorno alla propria figura. Di esempi ne possiamo parlare a bizzeffe, pretesto per l’ironia della rete. Ma non mancano gli estimatori e Sergio Marchionne è stato uno dei primi ad averne intuito le brillanti capacità imprenditoriali.

L’opinione di Sergio Marchionne su Elon Musk e le auto elettriche

Elon Musk

Il compianto ex numero uno della Fiat Chrysler ha lasciato un vuoto enorme in seno alla propria creatura. Ancora oggi in tanti lo ricordano con fare nostalgico, nonostante, mentre era ancora in vita, le critiche erano all’ordine del giorno. Per certi versi Elon Musk sembra un Sergio Marchionne versione 2.0 in quanto alla capacità di dividere il pubblico in due netti schieramenti. Entrambi non hanno mai lasciato nessuno indifferente di fronte alle loro gesta. Anche quando tutti scommettevano contro, loro hanno puntato su sé stessi, a prescindere dal pensiero popolare.

In un’intervista risalente al 2015, il manager italo-canadese espresse delle considerazioni personali circa l’operato di Elon Musk al comando della Tesla e dell’elettrico. Tra le righe, fu possibile scorgere un’elevata stima per il fondatore della Casa di Palo Alto. Ma ciò non ne annebbiava la lucidità di pensiero circa i veicoli elettrici. All’epoca sottolineò come la diffusione su larga scala dei veicoli a batteria soffrisse di un paio di criticità: i costi elevati degli accumulatori e l’insufficienza delle infrastrutture di ricarica.

Sergio Marchionne

Pure allora seppe individuare le principali criticità, che affliggono tuttora le bev. Gli elevati costi di listino tengono sempre lontana una certa fetta di utenti, malgrado nel prossimo futuro forse si sbloccherà qualcosa. Sia la Volkswagen con la ID.2 sia la Citroen con la e-C3 promettono, infatti, di rimanere sotto la soglia dei 25 mila euro. Ma altre realtà, quali ad esempio la General Motors, ne paventano lo sviluppo soltanto alla fine del decennio. Le colonnine rimangono altresì un tema spinoso, specie in certi Paesi, tra cui l’Italia merita una menziona “ad honorem”. Ma il punto focale dell’intervento riguardò il potenziale delle bev, profetizzando l’aumento della concorrenza: col senno del poi, aveva assolutamente ragione.

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