Il settore dell’auto è uno dei più importanti dell’economia in Italia. Il mercato nazionale è il settimo a livello mondiale, con un fatturato di oltre 30 miliardi di euro e una manodopera di circa 200.000 persone. Tuttavia, allo stato attuale, ci sono delle grandi sfide da affrontare e superare, al fine di evitare di lasciarsi risucchiare da una spirale negativa, in grado di travolgere l’intero ambito. La principale è costituita dalla transizione ecologica, ma nemmeno la concorrenza internazionale e la concorrenza economica vanno messe in secondo piano.
Settore auto in Italia: la realtà attuale e gli scenari futuri con il boom dell’elettrico
Il passaggio verso una mobilità meno impattante sull’ambiente è tanto cruciale quanto di difficile attuazione. Ciò poiché le realtà tradizionali sono state abituate a realizzare vetture endotermiche, mentre l’avvento delle full electric costituisce un fenomeno dell’ultimo periodo. Chi è riuscito meglio di ogni altra a salire sul treno rimane la Cina, che, come ammesso dagli stessi capi d’industria occidentale, è avanti di due o tre anni rispetto alle controparti tradizionali.
Nella nostra penisola abbiamo una delle più elevate concentrazioni di aziende del settore auto. Peccato che queste rimangano focalizzate sui vecchi sistemi, destinati a diventare obsoleti nei prossimi anni. A renderlo una certezza ci ha pensato la Commissione Europea, attraverso il bando dei propulsori a combustione interna dal 2035 in poi.
Il processo evolutivo verso le forme di mobilità green impone degli investimenti significativi in ricerca e sviluppo, nonché in infrastrutture di ricarica. Le rappresentanti italiane del settore auto hanno l’onere di mettere il piede sull’acceleratore, altrimenti rischiano di pagarla molto cara.
I confini nazionali sono diventati via via quanto mai sottili. Alle esponenti del tricolore tocca il gravoso compito di misurarsi con imprese estere, le quali dispongono spesso di una capacità di investimento superiore. Rafforzare la competitività consentirebbe di mantenere un ruolo da protagonista, a dispetto di chi ritiene spacciato il Belpaese.
La crisi economica sta avendo un impatto negativo sul settore auto italiano. Ciò poiché la domanda di veicoli è in perenne calo, da qui la chiusura degli stabilimenti e la perdita di occupazione. Individuare delle strategie efficaci è di interesse anche della politica, che cerca di sostenere Stellantis nel cambiamento. Ciò malgrado sia evidente la volontà del gruppo italo-franco-americano, nato nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e PSA Groupe, di guardarsi intorno.
Attraverso un percorso di crescita incentrato sull’innovazione e la diversificazione sarà possibile colmare il gap dalle concorrenti. Intanto, anche i colossi del lusso preparano il lancio delle loro prime full electric. Mentre il nome della futura Ferrari “amica del Pianeta” è avvolto nel mistero, Lamborghini ha già svelato che chiamerà Lanzador la sua pioniera delle BEV. Alle istituzioni spetterà definire una strategia chiara da applicare nel settore auto: in ballo ci sono migliaia e migliaia di posti di lavoro.