Tagli ai salari e bonus ridotti, ecco la ricetta di Volkswagen per risparmiare quattro miliardi di euro

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A rivelare il piano congegnato dalla dirigenza del gruppo tedesco è il quotidiano Handelsblatt
Proteste del sindacato IG Metall

Per cercare di ridurre i costi e ridurre i rischi collegati ad una situazione sempre più complicata del mercato automobilistico, ora la Volkswagen sta valutando una serie di misure a largo raggio per il suo marchio principale. All’interno delle quali spiccherebbero un taglio del 10% degli stipendi e un congelamento dei salari per due anni, oltre allo stabilimento di un tetto massimo per i bonus destinati ai dirigenti di alto livello. Per effetto di questi provvedimenti, sarebbe possibile risparmiare sino a quattro miliardi di euro.

A riferire le misure pensate dalla dirigenza del gruppo tedesco è stato il quotidiano Handelsblatt, nella giornata di ieri, citando fonti interne all’azienda. Resta naturalmente da capire come sarà accolta la ricetta dai sindacati, con IG Metall che minaccia ormai da tempo proteste di larga portata per difendere l’occupazione negli stabilimenti di VW.

Volkswagen, a pagare il conto saranno come al solito le maestranze?

Com’è ormai ampiamente noto, la situazione di Volkswagen è estremamente complicata. Tanto da far affermare al suo amministratore delegato che la casa ha appena due anni per cercare di riportarla sotto controllo. In caso contrario non è azzardato pensare ad una fine ingloriosa o, comunque, ad un significativo ridimensionamento.

Stabilimento Volkswagen

Per cercare di invertire la tendenza, la dirigenza del gruppo ha prospettato soluzioni draconiane. A partire dalla chiusura di alcuni stabilimenti tedeschi, evento mai accaduto nella storia del marchio, e da licenziamenti di massa. Una strada sulla quale si è posto come un macigno IG Metall, il sindacato dei metallurgici teutonico, dichiarando di essere pronto ad un autunno caldo.

La casa automobilistica è peraltro sottoposta a una pressione crescente per ridurre le spese in un clima economico difficile. Un quadro che tende a farsi sempre più difficile e in cui la dirigenza non sembra essere riuscita a trovare una strategia per il futuro chiara. Il nuovo piano è ancora in fase di lavorazione e dovrà servire a indorare una pillola molto amara ai lavoratori.

Ecco il piano per ridurre i costi, secondo Handelsblatt

Ora è Handelsblatt a rivelare quanto sarebbe stato escogitato dalla dirigenza della Volkswagen per limitare drasticamente i costi. Il piano, secondo il quotidiano tedesco, prevederebbe diverse possibili mosse, tra cui il taglio del 10% degli stipendi e un congelamento dei salari per due anni, oltre allo stabilimento di un tetto massimo per i bonus destinati ai dirigenti di alto livello e la riduzione dei pagamenti aggiuntivi per gli anniversari dei dipendenti. Ferma restando la prospettiva vista come fumo negli occhi dai sindacati, ovvero le possibili chiusure di alcuni siti di produzione tedeschi.

Un piano che sembra complicato da far passare, tanto che un portavoce della Volkswagen ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni a Handelsblatt in merito alle trattative in corso con il consiglio aziendale dell’azienda e con IG Metall. Occorre infatti sottolineare come tale strategia debba trovare alleati anche tra i partiti, per poter avere speranze di passare. E, in un momento in cui le ali di destra e sinistra volano nei sondaggi e nelle votazioni, sembra complicato che qualcuno di essi possa aderire ad una prospettiva simile, suicidandosi a livello elettorale.

Volkswagen, le trattative proseguono, ma con scarse prospettive di un accordo

Le trattative tra la dirigenza della Volkswagen e le rappresentanze dei lavoratori vanno avanti ormai da tempo. Il tema delle discussioni è naturalmente la riduzione dei costi, o meglio chi dovrà essere sottoposto ad essi. Cui si aggiunge il piano produttivo teso a stabilire quali saranno i modelli prodotti e in quali stabilimenti.

Stabilimento Volkswagen

Per quanto riguarda i sindacati, continuano ad opporsi alle ipotesi prospettate dalla dirigenza del gruppo, per ovvi motivi. Sembra difficile far digerire migliaia di licenziamenti anche in un Paese che pure vanta un sistema di ammortizzatori sociali all’avanguardia come la Germania.

Secondo un portavoce di IG Metall, le trattative sugli aumenti salariali saranno gestite separatamente e il prossimo round formale sarà fissato per il 30 ottobre. Considerato il piano enunciato da Handelsblatt, però, sarà già impegnativo impedire la riduzione degli stipendi.

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