Non sono tempi facili per Volkswagen. Il costruttore tedesco ha attraversato molte situazioni nella sua lunga esistenza, ma sembra che le difficoltà degli ultimi anni stiano sgretolando le fondamenta dell’azienda. In particolare, la transizione all’elettrico sta causando molti danni, specialmente finanziari. Dalle vendite sempre più basse, con conseguente perdita dei profitti, ai malumori tra i dipendenti, che si preparano a protestare e paralizzare gli stabilimenti in Germania a partire da dicembre, a causa di licenziamenti e tagli ai salari.
Si preparano scioperi in Volkswagen: il costruttore insiste sulla chiusura degli stabilimenti
Il portavoce del sindacato IG Metall ha dichiarato: “Raccomandiamo alla commissione per la contrattazione collettiva di indire degli scioperi, che fungeranno come avvertimento”. Queste dichiarazioni arrivano dopo il fallimento delle negoziazioni sui nuovi contratti collettivi.
I dipendenti si preparano alla “guerra”, dopo l’intenzione dell’azienda di licenziare migliaia di persone e chiudere almeno tre stabilimenti in Germania. I negoziati andranno avanti il 9 dicembre, ma nel frattempo i sindacati hanno presentato un piano per il futuro di Volkswagen. Hanno accettato di sospendere gli aumenti salariali, che non saliranno per almeno due anni e, in cambio, i dirigenti e il consiglio di amministrazione dovranno impegnarsi a non chiudere stabilimenti né a licenziare dipendenti.
IG Metall ha anche avvertito Volkswagen che se non ci sarà un accordo a dicembre, “allora il consiglio di amministrazione di Volkswagen si assumerà la responsabilità del fatto che stiamo entrando in un conflitto che non si vede da decenni”.
Gli scioperi di dicembre sarebbero i primi su larga scala nell’azienda dal 2018, quando più di 50.000 lavoratori scesero in piazza per chiedere aumenti salariali. Questi sarebbero inizialmente denominati “scioperi di avvertimento” e durerebbero diverse ore. I membri del sindacato potrebbero poi votare per intensificarli e trasformarli in scioperi di 24 ore o mantenerli a tempo indeterminato, fino a quando non si troverà un nuovo accordo.
I sindacati hanno anche aperto a possibili acquisizioni degli stabilimenti che Volkswagen intende chiudere. Un modo disperato per evitare perdite di posti di lavoro: “Per noi si tratta di ottenere una prospettiva a lungo termine per tutti gli stabilimenti, garantire i posti di lavoro e prevenire i licenziamenti”.
Ma non solo Volkswagen sta attraversando un momento difficile. Per esempio Mercedes ha annunciato mercoledì che taglierà circa il 14% del suo personale in Europa. L’azienda di Stoccarda prevede di ridurre i costi di diversi miliardi di euro all’anno nei prossimi anni. Anche Ford ha confermato che taglierà 4.000 posti di lavoro in Europa, la maggior parte in Germania, a causa del flop dei veicoli elettrici Explorer e Capri.
Insomma, l’industria automobilistica tedesca rischia di collassare a causa della bassa competitività dei suoi veicoli. I problemi principali sarebbero legati a software obsoleti, prezzi elevati, e costi dell’energia altissimi che la Germania si trascina dall’inizio della guerra in Ucraina.