Tesla, cosa sta accadendo? Alcuni veicoli in fiamme nello stesso giorno, tra Turchia e Francia

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Quanto accaduto ripropone il tema collegato alla sicurezza delle vetture californiane
Tesla Model Y

Le notizie che giungono da Francia e Turchia sembrano destinate a rinfocolare le polemiche relative alla sicurezza delle auto elettriche di Tesla. Ben venti veicoli del costruttore californiano, infatti, sarebbero andati in fiamme nell’arco di appena 24 ore, anche se per motivi diversi.

Considerati i processi che la casa fondata da Elon Musk sta affrontando negli Stati Uniti, in relazione ai suoi sistemi di guida autonoma, o contrabbandati come tali, non stupirebbe un riacutizzarsi del dibattito intorno a Tesla. Che dal canto suo non sembra aver scelto la migliore delle linee difensive, cercando di far ricadere sulle pessime abitudini dei conducenti, naturalmente stando alle affermazioni degli avvocati, la responsabilità degli incidenti che hanno visto coinvolti i suoi veicoli, spesso con esiti disastrosi.

Tesla Model Y

Tesla, una vera debacle tra Francia e Turchia

Il primo episodio, in ordine cronologico, si è verificato a Tuzla, in Turchia, una cittadina dell’hinterland di Istanbul, alle 2,30 del passato 6 ottobre. A riferire sull’accaduto è stato un sito turco, DonanImHaber, secondo il quale l’autista del camion che trasportava le Tesla, che pure non riusciva a spiegarsi l’accaduto, ha dichiarato che l’incendio sarebbe divampato in una delle unità Model Y.

Dopo essersi accorto di quanto stava accadendo, il conducente ha provveduto a fermare il mezzo armandosi di estintore per provare a spegnere le fiamme. Intento ben presto frustrato dalla realtà, tanto che è occorsa un’ora ai vigili del fuoco sopraggiunti per domare l’incendio. Secondo DonanImHaber a scatenare l’incendio potrebbe essere stato un difetto del veicolo, un problema nel corso del caricamento, oppure un problema del camion. Ora spetta comunque alla polizia cercare di verificare le origini dell’episodio, anche se non è scontato che lo faccia con l’impegno richiesto.

Intorno alla stessa ora, un altro incendio è scoppiato all’interno del Tesla Service Center di Chambéry, a 581 chilometri da Parigi. In questo caso è stato Le Dauphiné Libéré a riferire sull’accaduto, affermando che i vigili del fuoco sono arrivati ​​sul posto poco dopo le 3 del mattino. Per evitare che le fiamme si propagassero anche ad altri veicoli, dando luogo a problemi molto più grandi, è stato ritenuto necessario l’intervento di ben 45 uomini. Un intervento il quale, però, non ha avuto un grande esito, considerato che ben 16 sono andati completamente distrutti.

Anche in questo caso ci sono molti lati da chiarire su quanto accaduto. A partire dal fatto che le auto bruciate potevano essere modelli nuovi oppure veicoli in attesa di essere riparati, cosa che non è stata specificata. Una ipotesi, la seconda, suffragata dal fatto che i centri di assistenza Tesla non operano soltanto consegne, ma riparano anche i BEV. Anche in questo caso le indagini dovranno essere condotte dalle forze di polizia, che si sono già attivate, senza però riuscire per ora a tirare conclusioni al riguardo.

I precedenti di agosto

Gli episodi del 6 ottobre non rappresentano però una novità, per Tesla. Il 28 agosto del 2021, intatti una Model X ha preso fuoco presso il centro assistenza Tesla in Lussemburgo. A distanza di oltre due anni dall’accaduto, non è mai stato possibile appurare la causa dell’episodio, come del resto nulla si sa dell’incendio che il il 27 settembre dello stesso anno distrusse una Model S posteggiata all’interno del Marietta Tesla Service Center, in Georgia. Le foto scattate nell’occasione dai vigili del fuoco locali mostrano un’unità abbastanza recente della berlina elettrica. Immagine che ha fatto presto rientrare un collegamento di qualsiasi genere con l’età del veicolo.

Nell’anno successivo, invece, è da ricordare l’incendio divampato in un altro centro servizi dell’azienda, quello di Coral Gables. Era il 22 maggio e in quell’occasione i vicini al centro dopo aver udito forti esplosioni al suo interno hanno visto alzarsi una vera e propria colonna di fuoco e fumo, proveniente dal parcheggio del TSC. Il bilancio in quel caso si è limitato a due autovetture distrutte, anche perché i vigili del fuoco sono nuovamente intervenuti nella notte, a causa del riaccendersi delle fiamme, domando definitivamente l’incendio.

Proprio le modalità che hanno distinto questo episodio sono molto simili a quelle che hanno caratterizzato l’incendio verificatosi in Turchia, preceduto da una forte esplosione. Di conseguenza, non è assolutamente da escludere il ripetersi di episodi analoghi.

Tesla Model 3

L’atteggiamento di Tesla

Di fronte a quanto ripetutamente accaduto, è interessante porsi una precisa domanda: qual’è l’atteggiamento di Tesla al proposito? In effetti la stessa azienda dovrebbe essere la prima interessata a comprendere le cause di questi ripetuti incidenti, che rischiano di riverberarsi in negativo sulla sua immagine pubblica. Se, a volte ci sono intenti semplicemente criminali che possono essere scoperti, in altri si tratta di semplici atti dimostrativi. Come accaduto per l’episodio del passato 12 settembre, quando un gruppo di attivisti ha deciso di protestare contro il riscaldamento globale incendiando dieci Model Y a Francoforte.

Nei casi del 6 ottobre, invece, non c’era alcun intento criminoso o propagandistico. Le vetture sono andate a fuoco per motivi non ancora precisati e proprio questa mancanza apparente di spiegazioni può rivelarsi un danno notevole per Tesla. Soprattutto alla luce di una vera e propria campagna contraria alle auto elettriche che ormai da settimane va avanti sui social media, a partire da Facebook. Una campagna incentrata sull’improvviso scoppiare di incendi a bordo delle auto elettriche, che ha come scopo quello di mettere in guardia l’opinione pubblico sulla loro pericolosità.

Se Tesla continuerà a fare spallucce, invece di mostrarsi preoccupata per il ripetersi di questi episodi, alla fine l’opinione pubblica potrebbe stancarsi e iniziare a domandarsi se sia il caso di prendere sul serio Elon Musk. Proprio il numero uno del marchio californiano, infatti, ha deciso di controbattere ricordando ai detrattori dei modelli green che gli stessi prendono fuoco più raramente rispetto a quelli che utilizzano motori a benzina o diesel.

Se anche fosse vero quanto asserito dall’uomo più ricco del mondo, gli incendi che continuano a scoppiare all’improvviso sui veicoli di Tesla, così come gli incidenti collegati alla guida assistita, alla fine potrebbero creare un sentimento di ostilità diffusa verso la casa. Il punto, infatti, non è se tali eventi siano significativi o meno da un punto di vista numerico, ma sapere perché accadano. E sapere che un costruttore se ne infischia e, di conseguenza non prende rimedi per evitarli, non depone certo a suo favore. Ecco perché Tesla dovrebbe avere il buon senso di mutare il suo atteggiamento di assoluto distacco. In caso contrario, potrebbero essere guai.

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