Il Cybertruck di Tesla sta facendo molto parlare di sé. Una discussione che è in atto ormai da tempo e che sembra destinata a crescere d’intensità man mano che ci si avvicina al suo debutto sul mercato. Tanto da essere indicato già ora come uno dei veicoli più attesi nella storia dell’automotive, anche stando ai dati relativi ai preordini.
Se proprio tali numeri sembrano il viatico per un grande successo, non mancano però i pareri diametralmente opposti, secondo i quali Tesla avrebbe tutto da guadagnare, almeno nel breve periodo, se cancellasse i programmi che lo riguardano.
Un esempio di questa corrente di pensiero è Philippe Houchois, noto analista di Jeffries, il quale ha preso come base della sua analisi dati concreti, a partire dalla quotazione attuale dei titoli azionati della casa californiana, la riduzione delle stime sugli utili, il rallentamento che produrrà in termini di consegne e il possibile peggioramento dei flussi di cassa. Una tesi che, però, ha provocato reazioni abbastanza piccate.
Sawyer Merritt risponde a Philippe Houchois
La tesi di Houchois si fonda anche su constatazioni più o meno condivisibili, ma di certo non azzardate. A partire dal fatto che al fine di portare avanti i piani del Cybertruck, Tesla ha dovuto revisionare in maniera profonda i propri piani produttivi, oltre ad investire risorse ingenti che avrebbero potuto essere impiegate in altre maniere.
In particolare, l’azienda guidata da Elon Musk ha dovuto rallentare su altre soluzioni. La domanda è se sia valsa la pena di farlo, considerato che altri prodotti avrebbero potuto rendere maggiormente. Forse la risposta è proprio da ravvisare nella discussione in atto da tempo sul Cybertruck. Una discussione talmente serrata da tradursi in una sorta di campagna promozionale a costo zero.
Naturalmente, le argomentazioni di Houchois non potevano passare inosservate, considerato il breve lasso di tempo che ci separa dal debutto ufficiale del nuovo pick-up di Tesla. Tanto da provocare una serie di risposte anche abbastanza piccate nel composito mondo dei social. A partire da quella affidata a X (ex Twitter) da Sawyer Merritt, esperto su tutto ciò che riguarda l’azienda californiana, il quale ha affrontato il tema sulla sua pagina personale.
Il fatto è che Houchois argomenta le sue posizioni in maniera estremamente razionale: “Tesla sembra bloccata nel traffico e vi rimarrà per altri 12-18 mesi, nei quali la crescita sarà lenta”. Uno stop che rischia di rivelarsi esiziale in un momento in cui la concorrenza, in particolare quella cinese, sta affrettando il proprio passo per posizionarsi al meglio sui mercati globali. Non tenere conto di questo fatto rischia di aprire un varco in cui molti sono pronti ad infilarsi, per erodere il vantaggio competitivo sinora detenuto da Tesla.
Peraltro, anche Elon Musk ha mostrato di comprendere le eccezioni che si fanno sull’opportunità di puntare forte sul Cybertruck. Basti pensare a quanto affermato nel corso della conferenza tenuta a margine della presentazione degli utili ottenuti dalla casa nel corso del terzo trimestre dell’anno. In quell’occasione, infatti, l’uomo più ricco del mondo ha dichiarato: “Voglio solo moderare le aspettative per il Cybertruck. È un ottimo prodotto, ma dal punto di vista finanziario ci vorranno 1 anno o 18 mesi prima che dia un contributo significativo e positivo al flusso di cassa. Vorrei che non fosse così, ma questo è quello che credo”.
La ricetta alternativa di Houchois
Lo stesso Houchois, peraltro, ha indicato a sua volta la strada che secondo lui dovrebbe essere intrapresa da Tesla. In particolare, ha affermato che la spesa necessaria per condurre la produzione del pick-up su alti volumi potrebbe essere invece indirizzata sulla messa in commercio della Model Y con celle 4680. Una mossa che si sarebbe potuta tradurre in una versione dell’auto elettrica più venduta a livello globale ancora più performante. Tale peraltro da allargare la forbice attualmente esistente con il resto del gruppo.
Il problema dell’azienda, però, probabilmente va al di là di scelte che possono essere più o meno giuste. Il Cybertruck è ormai una realtà, ma sono le mutevoli condizioni del mercato a proporre una sfida nuova, e non solo a Tesla.
Un gran numero di case concorrenti si è vista costretta nel corso degli ultimi mesi a riprendere in considerazione le proprie scelte. Alcuni hanno puntato sulla sospensione temporanea della produzione, altri hanno deciso di fermare investimenti che erano già decisi. Rivian, ad esempio, ha pensato di non inseguire Elon Musk nella riduzione dei prezzi, ma in quella dei costi. Ora non resta che vedere come andranno le vendite di Cybertruck, per capire cosa vorrà fare Tesla per far fronte ad una situazione gravida di incognite.