Tesla Cybertruck: anche la Cina dice “no”

Ippolito V
Anche la Cina sbarra le porte al Tesla Cybertruck: per ora non se ne parla del suo ingresso nel Paese asiatico
Tesla Cybertruck

Non c’è nulla da fare. Per un motivo o per l’altro, sul Tesla Cybertruck le chiacchiere tengono sempre banco. Le elevate aspettative create da Elon Musk fin dal concept mostrato qualche anno fa sono state talmente alte da far scatenare ora dei continui dibattiti circa il futuristico pick-up. Mentre noi europei ci chiediamo se prima o poi sarà omologato (di getto, propenderemmo verso il no, ma mai dire mai), il veicolo affronta dei problemi pure in Cina. Lì dove, una volta approdato lo scorso novembre negli Stati, la Casa texana intende scendere in campo.

Il potenziale bacino di pubblico interessato è, infatti, troppo vasto da essere ignorato. Se poi le parti interessate troveranno il modo di andare dritto all’obiettivo resta da scoprirlo. Infatti, allo stato attuale la partita è in pieno corso di svolgimento. Una sfida crea apprensioni all’azienda: l’ottenimento dell’omologazione su strada nella Repubblica del Dragone. Malgrado l’entusiasmo crescente verso il settore nel Paese asiatico, un territorio in forte crescita, ricevere il nulla osta dalle autorità costituisce un ostacolo significativo.

Tesla Cybertruck: non il benvoluto in Cina

Tesla Cybertruck

Il genere guadagna consensi, con Ford reduce da un notevole successo, dopo aver aperto la vendita dei propri modelli nello Stato. La China Association of Automobile Manufacturers prevede il raddoppio della capacità fra il 2021 e il 2025, con ulteriori aumenti fino al 2030.

Eppure, a dispetto delle condizioni sulla carta favorevoli, dei fattori raffreddano i facili entusiasmi. Ciò poiché il Tesla Cybertruck è stato originariamente concepito pensando alla clientela statunitense, dove i pick-up rappresentano il 20% del comparto automotive. Ciò rischia di complicare l’adozione al di fuori dei confini nazionali, salvo l’adozione di accorgimenti mirati, tali da soddisfare le normative locali.

Un fan cinese di Tesla ha espresso a fondo il suo entusiasmo su X, il social media di Musk, precedentemente noto con il nome di Twitter. In risposta, l’amministratore delegato dell’azienda ha dato il rispettivo ok all’invio di alcuni esemplari, da impiegare esclusivamente a scopo espositivo. Tuttavia, il tycoon sudafricano ha sottolineato la necessità di ottenere l’approvazione ufficiale per l’impiego su strada e sarà un compito arduo.

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Musk ha lasciato intendere che le restrizioni in oggetto sono forse figlie dalle disposizioni di varie città, compresa la capitale Pechino, contrarie all’accesso dei pick-up o dei mezzi ingombranti in certe aree. Inoltre, permane la preoccupazione sul fronte della sicurezza, specie in caso di incidenti con pedoni a velocità sostenuta. La carrozzeria rafforzata in acciaio inox e gli spigoli vivi infondono apprensione. Gli stessi motivi complicano l’avvento anche nel Vecchio Continente.

Nemmeno gli accorgimenti da adottare sul fronte estetico sono una via tanto semplice da percorrere. Innanzitutto, la precisione chirurgica è un deterrente considerevole. In una famigerata mail inviata (o così si dice) da Musk ai propri dipendenti, il ricco imprenditore concedeva un margine di errore inferiore ai 10 micron in confronto alle misure prefissate. In secondo luogo, metterci parecchia mano potrebbe comportare la perdita del look originale e distintivo del veicolo.

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