Gioie e dolori. Successi e fallimenti. Imprese e scandali. La Tesla è tutto questo, per questo ogni notizia che circola sul suo conto desta sempre parecchio scalpore. La Casa texana ha avuto il merito di credere per prima nelle potenzialità delle auto elettriche, quando i conducenti non sembravano pronti ad abbracciare il cambiamento. Con la Model Y ha peraltro infranto un tabù, essendo diventato la prima best seller assoluta a trazione 100 per cento elettrica. Ad aver contribuito al successo della compagnia è stato pure il taglio dei prezzi, voluto dal lider maximo, Elon Musk. Che in alcune uscite pubbliche ha aperto alla possibilità di vendere un giorno le vetture allo stesso costo produttivo.
Tesla, Elon Musk nel mirino della stampa internazionale
Non è dato sapere quanto sia serio nelle dichiarazioni, ma, di certo, la decisa sforbiciata ai listini ha stimolato le immatricolazioni. Tuttavia, riprendendo il discorso in apertura, la Tesla diventa spesso oggetto di critiche. L’azienda avrebbe “insabbiato” le lamentele circa le autonomie reali delle bev da lei costruite, segnala l’agenzia di stampa Reuters in un lungo reportage. In parole povere, per gestire le lamentele sulle percorrenze effettive delle vetture, sarebbe stata costituito un team interno addetto a “cancellare qualsiasi reclamo da parte dei clienti”.
Il materiale raccolto indica che dieci anni la Tesla ha iniziato a mettere mano sulle letture delle elettriche, così da correggere verso l’altro i dati sull’autonomia in corso. Nello specifico, su direttiva di Musk, gli ingegneri informatici avrebbero scritto un algoritmo in grado di restituire previsioni parecchio ottimistiche sull’autonomia a batteria carica e “numeri più realistici” quando scende sotto il 50 per cento. Inoltre, dopo l’avviso di sicurezza, entrerebbe in funzione un “buffer di sicurezza” tale da concedere 24 km aggiuntivi. Nell’articolo diffuso, Reuters spiega di non aver avuto modo di verificare di persona la presenza dell’algoritmo, ma ricorda i continui pareri negativi scatenati nel recente periodo.
La clientela – si legge – non era al corrente che i dipendenti del Costruttore erano stati istruiti a impedire ai conducenti di portare i rispettivi veicoli presso i centri di assistenza a causa dell’autonomia inferiore alle promesse. Una marea di automobilisti ha manifestato delusione alla luce dell’utilizzo, memori dei dati pubblicizzati e delle proiezioni mostrati dalla strumentazione delle vetture.
Così facendo, Tesla sarebbe riuscita a chiudere centinaia di pratiche alla settimana, risparmiando almeno mille dollari ad appuntamento saltato e di consentire ai centri di assistenza di eseguire il servizio senza troppe pressioni. Con l’intervento di Reuters rischia, però, di venire meno il rapporto di fiducia tra compagnia e consumatori.