Tesla perde il 5% del suo valore azionario: quali i motivi?

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Tesla Model 3

Tesla ha chiuso la sessione di borsa di ieri in ribasso di ben cinque punti percentuali. Un risultato dovuto secondo gli analisti a due notizie: il taglio dei prezzi di alcuni modelli negli Stati Uniti e in Cina, e la riduzione di quello del suo software premium per la guida assistita.

In particolare, sarebbe stata proprio la seconda decisione a orientare il parere negativo degli investitori. In passato, infatti, Elon Musk aveva affermato che il software Full Self-Driving, non avrebbe potuto che aumentare. Al contrario, il suo prezzo è stato tagliato di 3mila dollari per i clienti che decidono di acquistarlo in anticipo, invece che tramite un abbonamento mensile.

Per quanto riguarda invece i modelli sottoposti al taglio dei prezzi a favore dei clienti statunitensi, si tratta della berlina entry-level Model 3, di quella di lusso Model S e del SUV Model X. Mentre in Cina ad essere stati oggetto di sconti nell’ordine del 7% sono gli ultimi due prodotti.

Tesla Model 3 Restyling

I guai della guida assistita sono all’origine della decisione di Tesla?

Com’è ormai noto, nel corso degli ultimi giorni si sono susseguite le indiscrezioni relative all’imminente chiusura dell’indagine intrapresa dalla National Highway Traffic Safety sul pilota automatico di Tesla. Indagine iniziata nel 2021, dopo una lunga serie di incidenti causati dallo stesso.

L’indagine ha riguardato tutti i sistemi di assistenza alla guida del marchio californiano, ovvero Full Self-Driving, Autopilot e FDS Beta. Stando a quanto trapelato sinora, sarebbero almeno 26 gli incidenti con veicoli Tesla dotati di questi sistemi di livello 2 tra il 1° agosto 2019 e la metà luglio di quest’anno. In 23 di questi incidenti, secondo il rapporto dell’agenzia, le funzionalità di assistenza alla guida di Tesla sarebbero entrate in uso entro 30 secondi dalla collisione. In quelli rimanenti, non è noto se abbiano realmente reagito o meno all’evento.

Dopo la diffusione delle indiscrezioni la reazione degli investitori non si è fatta attendere. Molti di loro hanno interpretato la mossa di Tesla come un tentativo di proteggere le vendite. Anche in questo caso la risposta si è tradotta sotto forma di cessioni massicce dei titoli. Resta da capire, naturalmente, se questo tentativo avrà successo. Nel frattempo, però, gli investitori hanno reagito in maniera comprensibile, innescando una catena di vendite.

Le reazioni negative della clientela

Per quanto riguarda invece gli sconti decisi per le Model 3, S e X, si registrano le reazioni estremamente negative della precedente clientela. Il motivo è in fondo molto semplice: se nel futuro gli interessati decideranno vendere le autovetture acquistate, dovranno farlo ad un prezzo che tenga conto dei ribassi.

Al tempo stesso, non sono mancate polemiche neanche per l’aggiornamento della Model 3. In Cina, infatti, quello relativo al modello base sarà venduto ad un prezzo superiore di 12mila dollari rispetto al precedente. Conosciuto anche come “highland”, presenta una batteria dotata di maggiore autonomia. Tale da spingere il sito web di Tesla China ad affermare che la versione di fascia alta dell’aggiornamento è in grado di percorrere sino a 713 km (443 miglia) con una singola carica, contro i 606 (377 miglia) di quella base.

A concorrere al rincaro del prezzo di vendita sono anche le modifiche al design. In particolare, risalta il touchscreen che consente ai passeggeri posizionati sulla parte posteriore di regolare le impostazioni relative a intrattenimento e comfort.

I guai di Elon Musk

La flessione del titolo arriva in un momento molto particolare per Elon Musk. Il miliardario di origini sudafricane, infatti, si ritrova a dover combattere con il tiro incrociato di Department of Justice e Securities and Exchange Commission.

Le indagini federali riguardano, in particolare, un uso improprio delle risorse aziendali e le dichiarazioni relative all’autonomia delle batterie utilizzate dai modelli Tesla. Per quanto concerne la prima, sarebbe conseguente alle spese sostenute per dotare Musk di una casa nei dintorni di Austin. La seconda deriverebbe invece da un deliberato travisamento dei dati sull’autonomia delle batterie elettriche montate sui modelli della casa.

Unite all’inchiesta della NHTS, le inchieste in questione sembrano destinate a riflettersi con notevole forza sulla quotazione delle azioni Tesla. Un dato che molti investitori non mancheranno di tenere nel debito conto.

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