L’analista di Morgan Stanley, Adam Jonas, ha recentemente osservato un evento significativo: la correlazione positiva tra il Bitcoin e le azioni Tesla è svanita dopo i risultati del terzo trimestre dell’azienda di veicoli elettrici. Ciò spinge gli investitori a chiedersi quali siano le cause e, soprattutto, se sia o meno l’inizio di un cambio di trend oppure di un episodio isolato. Partendo dall’ovvia premessa che nessuno ha la verità in tasca, le stime di Jonas risultano interessanti perché provengono da un addetto ai lavori stimato e competente.
Il boom di Bitcoin non salva Tesla: azioni in picchiata
Sia il Bitcoin sia le azioni Tesla sono stati considerati fattori indicatori della propensione al rischio: in caso di fiducia, entrambi i beni tendevano a salire. Storicamente, la correlazione era superiore a 0,5. A settembre del 2023, l’associazione si è interrotta. Le azioni Tesla sono scese in seguito ai risultati del Q3, inferiori alle stime degli esperti. Le aspettative sul 2024 hanno ulteriormente raffreddato il sentiment, con l’azienda che prevede una crescita di veicoli inferiore al 2023. Mentre il Bitcoin è in salita, con un +64% nel giro di dodici mesi, le quote di Tesla sono in calo del 28% in un anno.
Ciò confuta già la teoria secondo cui le difficoltà affrontate da Tesla costituiscano un semplice “incidente di percorso”. Dietro vi è la presa di consapevolezza circa le difficoltà affrontate dalla compagnia. Che nel 2023 ha avuto l’audacia di attuare delle politiche commerciali particolarmente aggressive. Allo scopo di raggiungere i traguardi di produzione e immatricolazioni stabiliti, il CEO Elon Musk ha disposto un deciso taglio ai prezzi. Ne è derivato un boom delle immatricolazioni, culminato nel titolo di best seller mondiale del 2023 assegnato alla Model Y. Ma il rovescio della medaglia esiste sempre, in questo caso rappresentato dai profitti dei clienti.
Jonas si aspetta una revisione degli utili a metà anno e ipotizza un nuovo ciclo di modelli per Tesla. Che rimane un importante detentore di Bitcoin (10.500 token), dietro esclusivamente a MicroStrategy. Delle grosse speranze sono riposte, in particolare, nella Model 2, la BEV low-cost da 25.000 euro, sulla cui data di arrivo trapelano voci contrastanti. Secondo alcuni arriverà già nel 2025, mentre a detta degli scettici i programmi hanno subito un rinvio.
La rottura della correlazione implica che gli investitori non considerano più Tesla e Bitcoin come due facce della stessa medaglia. Sulla prima incidono la diminuzione della domanda di BEV, la concorrenza e le politiche attuate in Cina. Puntare su entrambe potrebbe essere un’opzione per diversificare il portafoglio.