La Gigafactory di Tesla in Germania sta progressivamente riprendendo le sue normali attività produttive, dopo un’interruzione dovuta a un grave blackout causato da un incendio doloso a un traliccio dell’alta tensione. Questo atto di sabotaggio è stato rivendicato dal gruppo estremista di sinistra denominato “Vulkan”. In risposta a questo evento Elon Musk, CEO di Tesla, ha visitato la struttura per parlare anche con i suoi dipendenti. La sua presenza in Germania, benché sia durata soltanto quattro ore, è stata fondamentale per chiarire e assicurare il futuro dello stabilimento. Durante il suo breve soggiorno, infatti, Musk ha parlato del futuro dell’impianto e della roadmap che nei prossimi anni seguirà la struttura.
Elon Musk visita la Gigafactory di Berlino: sarà prodotto qui il nuovo camion elettrico Semi?
Come riportato da Handelsblatt, Musk ha dichiarato che la produzione del camion elettrico Tesla Semi, per quanto riguarda il mercato europeo, potrebbe avvenire proprio presso la Gigafactory di Berlino. Si tratta di una decisione strategica soprattutto per ciò che riguarda l’ubicazione e le capacità dell’impianto. Dopo le recenti proteste degli abitanti di Grünheide che volevano la chiusura dell’impianto dopo la notizia di una possibile espansione, Musk mette quindi le cose in chiaro. Attualmente il Tesla Semi viene prodotto nella Gigafactory del Nevada, con circa 100 unità realizzate fino ad ora.
Musk ha anche confermato che la Gigafactory tedesca avrà un ruolo cruciale nella produzione del nuovo modello in arrivo dell’azienda, spesso chiamato Tesla Model 2 (ma non sarà questo il suo nome), proposto a un prezzo di partenza vicino ai 25.000 euro. Sebbene la produzione iniziale sia prevista nella Gigafactory del Texas entro la fine del 2025, Musk ha anticipato che il modello verrà eventualmente fabbricato anche in Germania, citando nuovamente l’espansione futura per l’impianto. Trattandosi di un modello elettrico low-cost, l’azienda si aspetta vendite molto elevate tanto da utilizzare diversi stabilimenti per la sua produzione.
Da queste parole, dunque, pare di capire che l’imprenditore sudafricano non abbia cambiato idea sull’espansione della Gigafactory di Berlino. Non saranno contenti gli abitanti della cittadina, che a questo punto potrebbero andare avanti ancora per molto con le proteste.