C’è da preoccuparsi. Se le vendite e la produzione globale di Toyota, il maggiore produttore automobilistico del mondo, è in flessione nel primo semestre, significa che il mondo potrebbe essere al rovescio. Per la casa giapponese, infatti, sono notevoli i cali in Giappone e Cina. Non è bastata la crescita delle auto ibride, particolarmente forte in Nord America.
La produzione complessiva di Toyota, incluse le controllate Daihatsu e Hino (concentrate sul mercato interno), è diminuita del 9,8% rispetto ai primi sei mesi del 2023, con circa 5 milioni di unità. Le vendite globali sono scese del 4,7%, raggiungendo 5,2 milioni di veicoli. Anche se le vendite di auto ibride hanno “compensato” perché aumentate del 57,2%, toccando il record di 473.000 unità in Nord America, il totale complessivo fa riflettere. Il dato, infatti, è stato influenzato negativamente dalle performance poco brillanti in Giappone e Cina. Qui le vendite sono calate rispettivamente del 22,3% e del 10,8%.
Un anno da incubo pieno di problemi e scandali, uno dietro l’altro. Su tutti, i richiami della Prius e di altri modelli, affiancati dalla forte concorrenza dei produttori di veicoli elettrici cinesi, in testa BYD. Toyota sta affrontando le conseguenze di vari scandali emersi in Giappone. Tutto era partito con Daihatsu a dicembre del 2023 e proseguiti a giugno con gli altri marchi del gruppo e con la stessa Toyota.
Il gigante automobilistico ha dovuto sospendere temporaneamente le spedizioni di diversi modelli. A giugno, quindi, i numeri impietosi raccontano le vendite globali di Toyota, diminuite del 5,8%, scendendo a 912.971 unità, collezionando il quinto mese consecutivo di calo.
La crisi è anche al vertice. Il mese scorso, durante l’assemblea annuale di Toyota, il presidente Akio Toyoda ha visto il suo supporto scendere al minimo. Alcuni azionisti hanno espresso preoccupazioni riguardo alla sua leadership, soprattutto per la sfiducia dimostrata per i veicoli elettrici. In un’intervista, il numero Uno di Toyota ha dichiarato che non si ricandiderà al consiglio di amministrazione il prossimo anno se il suo sostegno continuerà a diminuire. “Nessun membro del consiglio di amministrazione nella storia di Toyota ha visto il proprio consenso scendere così in basso”, ha detto al Toyota Times.