E per fortuna che in Francia le vetture green costano poco! La politica adottata dallo Stato d’oltralpe con il leasing sociale persegue un fine nobile: permettere ai cittadini meno abbienti di noleggiare, a condizioni particolarmente agevolate, la loro BEV (vettura elettrica a batteria). A causa del rincaro inevitabile che affligge le vetture con tale alimentazione, serviva un aiuto dalle istituzioni politiche. Tuttavia, come spesso accade, lo scenario non è totalmente idilliaco. Lo notiamo dal prezzo della nuova Toyota GR Yaris, soggetta a una tassa di lusso mostruosa, rea di renderla estremamente costosa, ben più delle previsioni.
Toyota Yaris: la versione GR costa una fortuna in Francia
Il sistema di tassazione transalpino prevede, infatti, una sovrattassa per i veicoli con emissioni di anidride carbonica (CO2) superiori a 117 g/km. La “giapponesina pepata” raggiunge i 190 g/km per la versione manuale e 210 g/km per quella automatica. Di conseguenza, va direttamente a collocarsi nella fascia massima, con una tassa aggiuntiva di 60.000 euro. E se la situazione vi sembra paradossale, un dettaglio toglierà ogni dubbio: è la stessa applicata a supercar extra-lusso come la Ferrari Roma e la Lamborghini Revuelto. Questo perché le due meraviglie italiane, benché mirino a una fascia di pubblico dotata di migliori disponibilità economiche, hanno emissioni di CO2 simili alla nipponica.
L’unica eccezione tra i bolidi è la Ferrari SF90 Stradale, la quale, grazie al suo powertrain ibrido plug-in, ha emissioni di CO2 ridotte e una tassa di lusso di “appena” 2.918 euro.
Eppure, nonostante il rincaro enorme, Toyota continua a credere nelle potenzialità della GR Yaris in Francia. Di conseguenza, ha riservato 300 esemplari ai fan d’oltralpe. Tuttavia, è evidente il potenziale impatto di questa voce sulle vendite. La situazione riscontrata costituisce un duro colpo per gli appassionati delle sportive. Sostenere una cifra così cospicua rende inaccessibili diversi modelli, compresa la Toyota GR Yaris, che, pur non essendo una supercar, ha un costo elevato.
Sebbene sembriamo voler mettere il dito nella piaga, uno scenario del genere sarebbe stato evitato se la Casa delle Tre Ellissi avesse optato per un powertrain completamente elettrico. Ma in proposito i progettisti sembrano non averne tenuto conto. Del resto, chi tira le redini è Akio Toyoda, secondo cui fare un pieno investimento sulle BEV è un errore.
A suo avviso, è necessario mantenere aperte il maggior numero possibile di opzioni, indipendentemente dalle politiche governative. Alle condizioni attuali, le ibride non supererebbero, infatti, il taglio del 2035 nel Vecchio Continente. Ammesso e non concesso che le autorità vadano fino in fondo, un’eventualità della quale titubano anche Porsche. Stando ai portavoce del Costruttore di Stoccarda, la deadline subirà un rinvio rispetto ai piani originali, data la lentezza della transizione commerciale.