Toyota, il sogno dell’auto a idrogeno si è trasformato in un incubo

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Il crollo verticale delle vendite fa temere l’abbandono di questo genere di veicoli da parte delle case
Toyota Mirai

I veicoli elettrici a celle a combustibile, indicati anche come FCEV, sono stati indicati più volte come il futuro dell’industria automobilistica. Tra i più convinti assertori di questa tesi c’era Toyota, con ogni probabilità il più grande sostenitore di questa tecnologia. A spingere il primo produttore mondiale in tal senso la promessa di rifornimenti facili, sulla falsariga di quelli relativi alle auto a benzina, e l’azzeramento delle emissioni nocive, in linea con il mantra della mobilità sostenibile. Promesse che, però, rischiano di restare sulla carta, abbattendo definitivamente un sogno che, per quanto concerne Toyota, rischia a questo punto di tramutarsi in un incubo.

Toyota: a novembre ha venduto appena 134 auto a idrogeno in tutto il mondo

Possedere un’auto a idrogeno si sta rivelando una sorta di via crucis. Questo è il dato che sta trapelando con maggior evidenza da quelli relativi alle vendite. A renderla tale il fatto che i prezzi dell’idrogeno sono saliti alle stelle, tanto da costringere un gran numero di stazioni di servizio a chiudere i battenti. Di conseguenza, i proprietari sono ora costretti a fare i salti mortali per riuscire a conservare in funzione i loro veicoli a zero emissioni.

Auto a idrogeno Toyota

Una situazione naturalmente destinata a riverberarsi in negativo sulle vendite. Scorrendo i dati del mese di novembre, infatti, è possibile vedere come le vendite di FCEV prodotte da Toyota si siano quasi azzerate. La casa automobilistica nipponica, infatti, è riuscita a collocare appena 134 auto a idrogeno nel segmento temporale in considerazione. Se paragonato al mese di novembre del 2023, il calo è nell’ordine dell’8,2%.

Un dato, quest’ultimo, che non riesce però a dare una panoramica eloquente su quanto sta accadendo. Se si prendono in considerazione i dati annuali, infatti, è possibile vedere che tra gennaio e novembre, Toyota è riuscita a vendere appena 1.702 veicoli in questa particolare nicchia, a livello globale. Con un calo che va quindi ad attestarsi al 54%. E considerato che dicembre è un mese solitamente caratterizzato da vendite piatte, il 2024 rischia di tramutarsi nell’anno peggiore per le FCEV di Toyota, dal 2017. Basti pensare che nel 2020, quando era ancora al suo apice la pandemia di Covid, erano state vendute 1.770 auto a idrogeno.

L’esperimento FCEV di Toyota è sul punto di concludersi?

Se a livello mondiale i dati di vendita delle auto a idrogeno di Toyota sono disastrosi, in Giappone, ovvero sul mercato domestico della casa, sono addirittura irrisori. Nel mese di novembre, infatti, sono stati commercializzati appena 29 esemplari, dando luogo ad un calo del 17,1% a livello annuale. Mentre se si prende come riferimento l’arco temporale da gennaio a novembre, i modelli venduti sono 661.

Un modello a idrogeno di Honda

Nel resto del mondo, non va comunque molto meglio, se si considera che Toyota ha venduto 105 FCEV il mese scorso, con un calo del 5,4% su base annua. Mentre sono 1.041 le unità collocate da gennaio a novembre, con un calo del 69% rispetto al 2023. Un dato quindi terrificante, se raffrontato a quello dell’anno scorso, quando Toyota aveva venduto 4.023 FCEV in tutto il mondo.

Per capire meglio la pesantezza della situazione, basta fare un raffronto con Rivian. La casa statunitense, che pure rientra ancora nella categoria delle startup, con tutto quello che ne può conseguire, nel corso del terzo trimestre ha consegnato una media di 3.339 auto elettriche al mese.

A fronte di una situazione simile, occorre ora capire se l’auto a idrogeno abbia un futuro. Anche altre case, negli anni passati, avevano annunciato piano in questa direzione. Tra di esse spicca BMW, che dovrebbe lanciare un suo modello FCEV nel corso del 2028. Mentre Honda sta già vendendo il CR-V e:FCEV , un SUV ibrido plug-in. Se l’andazzo è questo, però, sembra difficile che tali piani siano rispettati. A meno che non si verifichino un calo pronunciato del prezzo dell’idrogeno e la messa a punto di una infrastruttura di ricarica adeguata.

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